Gli occhi di Gerusalemme est sulla Domenica delle Palme
Un fiume di persone scende dal Monte degli Ulivi, canta, ride, batte mani. Le palme verdi sovrastano la folla in festa, la Porta dei Leoni apre la strada per la Città Vecchia. La festa non è solo cristiana: dalle finestre e le terrazze del quartiere di Gerusalemme Est le famiglie arabe salutano e sorridono ai partecipanti. Ma agli angoli delle strade, i soldati israeliani e i loro fucili riportano la folla sulla terra: la giornata di festa non cancella l’occupazione. Ecco i tanti occhi, diversi e contradditori, di Gerusalemme. “Controllano ogni aspetto delle nostre vite: espulsioni, umiliazioni quotidiane, colonizzazione e violenze, manipolazione dei credi religiosi e della narrativa storica, leggi e regolamenti che supportano l’oppressione, un uso della forza militare tirannico e capillare, la costruzione del Muro nei nostri quartieri, assedio, impoverimento, blocco della mobilità e negazione del nostro futuro”. Questa è Gerusalemme Est nelle parole di Hind Khoury, ex ambasciatore palestinese in Francia.
Data: 14 luglio 2011
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La folla e la sua musica
Il sole scalda i volti, la musica risuona nell’anima del migliaio di partecipanti alla marcia della Domenica delle Palme. Partenza dal lato Est del Monte degli Ulivi, destinazione la città santa di Gerusalemme. Le grandi palme verdi sventolano come bandiere, i frati francescani suonano i tamburi, i bambino salgono sulle spalle dei papà, i giovani si legano foulard in testa per proteggersi dal sole. Qualche ora di cammino, all’orizzonte brilla l’oro della Cupola della Roccia. Quando il sole comincia a calare, le palme entrano nella Porta dei Leoni. E la folla si disperde. -
Essere bambini a Gerusalemme Est
Quasi il 78% dei bambini di Gerusalemme Est vive sotto la soglia di povertà, contro il 40% dei bambini ebrei. Ai figli delle famiglie palestinesi, la municipalità di Gerusalemme distribuisce le briciole: il 15% del budget totale del Comune per l’istruzione, l’1,2% per cultura e arte. Il 50% degli studenti palestinesi abbandona la scuola prima del termine. Oltre 10mila bambini sono considerati illegali nelle proprie case dalla legge israeliana, che procede con le confische e la restrizione dei piani di costruzione: se un residente palestinese chiede di aggiungere un piano alla sua casa, la Commissione dei piani edilizi gli impone di distruggere interamente l’abitazione e costruirla di nuovo con un piano in più. Le discriminazioni sono angoli vivi: Gerusalemme Est vive in condizioni peggiori del resto della Cisgiordania. Oltre 160mila residenti non sono allacciati alla rete dell’acqua, i rifiuti si accumulano per le strade dissestate. -
Famiglie sotto colonizzazione
All’inizio di aprile, la Commissione per i piani edilizi di Gerusalemme ha approvate la costruzione di 942 unità abitative a Sud dell’imponente colonia di Gilo, ad un passo da Betlemme. Un insediamento enorme che entra prepotentemente oltre il confine della Linea Verde e mangia terra palestinese. Con le quasi 1000 case previste dal nuovo piano, l’obiettivo dello Stato d’Israele è coprire altri 88mila metri quadri e destinarli ai coloni. Collegando così gli insediamenti di Gerusalemme Est alla colonia di Gilo: una continuità che spezza l’unità del territorio palestinese. Le colonie stanno velocemente consumando la terra di Gerusalemme Est: attraverso la confisca di case per ragioni di sicurezza e per la creazione di aree verdi e l’isolamento della città dal resto della Cisgiordania, il governo israeliano ha nel tempo ridotto Gerusalemme Est a solo il 13% dell’intera città.
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