Matite
I giardinieri di Santa Rosalia
Tratto dal numero 9 della rivista Mamma! (Primavera Italiana)30 dicembre 2013 - Giuseppe Lo Bocchiaro e Davide Leone
Carosello 250 x 250
Nella nostra comunità leggere e informarsi è sempre stato considerato una priorità. Ai ragazzi ho sempre detto: "Non vi preoccupate del fatto che non abbiamo soldi. Se avete voglia di studiare, i libri li rubiamo". Così ogni volta che entravo alla Feltrinelli il gestore si lanciava al microfono:" Un annuncio per tutti i commessi: attenti è arrivato il Gallo".
Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della mente si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino.
Se avete molto caldo prendete un ramoscello di follia e piantatevelo negli occhi.
Desidero rivolgermi a voi perché sono convinto che il rinnovamento spirituale può partire solo da coloro che non contano niente. Riappropriatevi della città. Non sopportatela ma vivetela. Vedrete: le cose combieranno. Diversamente non basterà il ristrutturarsi delle istituzioni democratiche. Non saranno sufficienti i buoni propositi dei partiti.
Se l'occhio non si esercita, non vede. Se la pelle non tocca, non sa. Se l'uomo non immagina, si spegne.
L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Il bimbo che non gioca non è un bimbo, però l'uomo che non gioca ha perso per sempre il bimbo che viveva in lui e che gli mancherà molto.
Vedi di non chiamare intelligenti solo quelli che la pensano come te.
Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il Potere. Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all'idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità. Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo.
Ma il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco e installato insieme la casa dei poveri nella reggia dei ricchi, ricordati Pipetta, non ti fidare di me, quel giorno ti tradirò. Quel giorno io non resterò lì con te. Io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te di fronte al mio signore crocefisso.
numero testata 130640 del Registro Operatori Comunicazione (ROC).