Libertà sul web. Interrogazione parlamentare anche al Senato.
INTERROGAZIONE
a risposta scritta
Al Ministro della Giustizia
Premesso che,
lo scorso 8 maggio 2008, con sentenza della sezione penale del Tribunale di Modica, lo storico siciliano Carlo Ruta è stato condannato per reato di “stampa clandestina”, a seguito della pubblicazione di numerosi documenti storici e a sfondo sociale sul sito www.accadeinsicilia.net, che aveva, prima della sua chiusura, caratteristiche di un vero e proprio blog;
il processo a carico dello storico Carlo Ruta era stato avviato, presso il tribunale di Modica, dietro denuncia presentata in data 10 dicembre 2004, dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ragusa. In tale denuncia, il magistrato asseriva che: "il sito www-accadeinsicilia.net risulta immesso e mantenuto in rete in palese violazione e contrasto con la normativa vigente, ai sensi dell’articolo 1 della legge 7 marzo 2001". Veniva precisato, altresì che: "Non può nutrirsi dubbio alcuno … che il sito in questione, per le caratteristiche di periodicità delle pubblicazioni ivi contenute e per il carattere prevalentemente informativo che lo connota, sia da ritenersi per intero assoggettato alla vigente legge sull’editoria e, come tale, allo stato di fatto, contrastante con le norme di cui alla legge 8 febbraio 1998 n. 47";
la Polizia postale di Catania, tuttavia, incaricata dal Tribunale di Modica di effettuare accertamenti sul suddetto sito internet, con proprio rapporto aveva comprovato la non regolare periodicità degli aggiornamenti tematici;
rilevato che lo storico Carlo Ruta, attraverso il predetto sito, ha pubblicato vari libri d’inchiesta e ha passato al vaglio e documentato fatti storici di indubbia rilevanza, come quello di Portella della Ginestra, svariati temi scottanti e casi giudiziari rimasti insoluti nel nostro paese;
una delle investigazioni trattate dallo storico Carlo Ruta ha contribuito a riportare all’evidenza pubblica il caso del giornalista siciliano de “L’Ora” Giovanni Spampinato, ucciso a Ragusa nel 1972, a seguito della pubblicazione di documenti giudiziari rimasti inaccessibili all’informazione per circa trent’anni;
i medesimi documenti sono oggi consultabili sul sito internet www.leinchieste.com;
considerato che tale sentenza, unica in Italia e in tutta Europa, sta creando allarme nell’opinione pubblica nazionale e in particolare nel mondo della comunicazione, per gli effetti devastanti che potrà avere sul terreno dei diritti di critica e delle libertà riconosciute nel nostro paese;
secondo la logica sottostante il dispositivo della sentenza, la quasi totalità dei siti web italiani, per il solo fatto di esistere, potrebbero essere considerati fuorilegge, in quanto appunto “stampa clandestina”, e ciò in contrasto con le regole della democrazia;
nel nostro paese la libertà di espressione è garantita dalla Carta Costituzionale e che la libertà sul web è inscindibile dalle libertà e dai diritti che sono propri di un paese democratico;
con la suddetta sentenza, per la prima volta è stato varcato un limite, che non può lasciare indifferenti le istituzioni democratiche del nostro paese.
Si chiede di sapere dal Ministro quali iniziative intenda assumere al fine di promuovere i dovuti accertamenti sulle reali motivazioni che hanno ispirato la sentenza di condanna nei riguardi del dott. Carlo Ruta.
Sen.M.Vincenzo Vita.
25 giugno 2008