La condanna a Carlo Ruta. Perche' non condannare per lo stesso reato i milioni di italiani che hanno un blog?
Leggo ancora una condanna per Carlo Ruta e lo spirito di Leonardo Sciascia sobbalza in Cielo. Carlo Ruta, fine storico, delicato cronista della martoriata terra di Sicilia, umile e semplice studioso di fatti accaduti, ammalato cronico di asma come il "Che" Guevara, uomo appartenente alla Cultura, a quella categoria tanto odiata dal Potere nelle sue molteplici manifestazioni, condannato per "stampa clandestina"!!! Applausi alla giudice, collega del procuratore Fera. Si, applausi, applausi e ancora applausi.
Che fare, che dire davanti alla pagliuzza trovata? Perche' non condannare per lo stesso reato i milioni di italiani che hanno un blog? Perche' non chiamare in causa tutti i siti italiani che parlano male ed a sproposito di Berlusconi, che inneggiano a sette, che esprimono opinioni. Solo Splinder ne ha oltre mezzo milione di blogger.
La giudice ha dimenticato - oh che sbadataggine - che l'articolo 21 della Costituzione rende liberi gli italiani ad esprimere con ogni mezzo le proprie idee senza censure.
Se con questa operazione si vuole chiudere la bocca a Carlo Ruta, la "Casta" ha fatto male i conti.
Carlo Ruta con questa ennesima condanna-denuncia dimostra al mondo l'esistenza di un potere ormai in disuso, vecchio, superato che dà i suoi ultimi colpi di coda.
Connivenze? Sara' il CSM consiglio superiore della magistratura a vederci chiaro su
questa vicenda che vede contrapposti un semplice scrittore ed un vecchio procuratore che ha esercitato la "giustizia" amministrandola per un tempo cosi' lungo da superare, nell'incarico, personaggi della letteratura latino americana.
Una considerazione. Nell'Italia della crisi dei valori, della poverta' intellettuale, dell'intrallazzo, delle logge massoniche deviate, dei servizi segreti screditati (ritenuti dagli stessi americani inaffidabili), dello sbando e dell'ingiustizia trionfa la miseria umana.
Sì perche' la condanna a Carlo Ruta appare speciosa, miserabile.
Nel linguaggio trionfante della Caverna dopo il reato di "stampa clandestina" che possiamo aspettarci, se non il titolo impuro di terrorista?
Dall'altopiano boliviano solidarieta' a Carlo Ruta