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Un giornalista imbavagliato, un nuovo spazio sul web

Perche' nasce "vocilibere"

Dalla denuncia per "stampa clandestina" di un sito antimafia alla voglia di continuare a fare informazione in rete
22 giugno 2008 - Redazione

Una condanna per "stampa clandestina" ha colpito un sito fatto alla luce del sole, un paradosso che nasce dall'incontro di una regola fascista con le nuove tecnologie del terzo millennio. Il "clandestino" in questione è Carlo Ruta, che dopo aver subito l'oscuramento del sito antimafia www.accadeinsicilia.net è stato condannato dal tribunale di Modica per non aver registrato le sue pagine web come testata giornalistica. L'obbligo di indicare il responsabile di un giornale e il luogo in cui veniva stampato fu introdotto dal fascismo per controllare chi scriveva e chi stampava, e per pizzicare con le mani sporche di inchiostro chi produceva fogli sgraditi al regime. Anche quando nessuno era più fascista o ricordava di esserlo stato, la legge sulla stampa del 1948 ha mantenuto intatto il vincolo di registrazione delle testate, esteso anche ai siti internet con la discussa legge sull'editoria del marzo 2001. Quella legge ha colpito Carlo Ruta e il suo sito www.accadeinsicilia.net, ha punito lo sforzo di memoria storica con cui ha esposto in rete i panni sporchi della mafia. L'omicidio del giornalista Giovanni Spampinato, le coperture ricevute dal suo assassino dentro e fuori dai tribunali, le vicende poco chiare della Banca Agricola Popolare di Ragusa, l'intrigo di Stato di Portella della Ginestra: tutto questo oggi è "stampa clandestina", memoria illegale, pagine di storia da strappare.

Per questa ragione un gruppo di amici e colleghi giornalisti hanno deciso di aprire uno spazio di denuncia, per sostenere le battaglie giudiziarie di Carlo, per continuare a pubblicare informazioni scomode e perché domani i bavagli giudiziari potrebbero colpire qualunque altro sito web, e per questa ragione é importante attivarsi oggi perché ciò non accada.

 

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