Dagli insulti in campo alla teoria della bufala: e i giocatori del Casablanca lasciano il campionato
FORLI' - Il calcio si conferma sempre più un terreno fertile per il razzismo. La vicenda della squadra del Casablanca, tutta formata da marocchini residenti in Romagna, ha però raggiunto esiti paradossali. Tutto nasce a Forlì, sabato 8 marzo: in campo, nel campionato d'Eccellenza gestito dalla Uisp, la compagine nordafricana e il Club Juventinità. Finisce 3-0 per i primi (all'epoca terzi in classifica), ma con una appendice.
Il Club Juventinità nega di aver offeso gli avversari e fa ricorso perché il Casablanca avrebbe schierato un giocatore squalificato. Il caso viene ripreso dai media nazionali (Repubblica lo richiama persino in prima pagina), il sindaco di Forlì Roberto Balzani riceve in municipio una delegazione della squadra marocchina, la Uisp in un primo momento annuncia la sospensione del campionato, poi ritorna subito sulla decisione. A questo punto ci sarebbero ancora i margini per riaprire un dialogo interrotto. Del resto la Uisp in passato ha mostrato la volontà di promuovere l'integrazione sui campi di gioco, con tornei come il Mundialito con giocatori di vari Paesi. Invece no: fra i calciatori amatoriali prevale l'idea di isolare i marocchini.
Il Club Juventinità e un'altra squadra per protesta non giocano il turno successivo. E ottengono la “solidarietà” con una lettera firmata da tutte le altre formazioni del campionato Uisp, che si sentono chiamate in causa dalle accuse di razzismo.
Scatta il tam tam fra i tifosi, piovono mail dai toni ultrà alle redazioni dei giornali locali, accusati di avere infangato il nome dei club italiani. Messaggi rabbiosi, imperniati sulla logica del “Noi” contro “Loro”. La Uisp, che teme la minaccia di un boicottaggio di massa, è con le spalle al muro. Il 19 marzo l'ente di promozione sportiva emette il verdetto sull'incontro. Gara persa 3-0 a tavolino dal Casablanca, 5 punti di penalizzazione, ammenda di 100 euro, interdizione di 2 anni al giocatore che ha preso il posto dello squalificato, di un anno a quest'ultimo e di due anni e mezzo a un dirigente. E per gli insulti razzisti? Nulla. L'arbitro nel suo referto non li ha segnalati. Imbarazzante, considerato che episodi aggressivi in campo (con tentativi intimidatori verso i direttori di gara) anche di recente sono stati sanzionati dalla stessa Uisp con pene più blande.
È la vittoria attesa dagli altri club. “Pretendiamo rispetto, perché qualcuno ci ha accusato ingiustamente, auspichiamo che arrivino le scuse dall'Uisp e magari anche dal Casablanca”, dichiara il capitano di una delle squadre “solidali” con la Juventinità in una intervista al Resto del Carlino. Persino il sito della Gazzetta dello Sport rilancia una notizia di agenzia in cui si sostiene che le accuse di razzismo erano una “bufala per coprire un illecito sportivo” e si parla di “vittoria morale del Club Juventinità”.
Poteva restare fuori la politica? Non solo interviene Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Nord ("i veri offesi sono i forlivesi"), ma persino esponenti del Pd, lo stesso partito del sindaco, prendono le distanze dal gesto del primo cittadino. Salvo rare eccezioni, ci si allinea alla vulgata che prende per oro colato le dichiarazioni dei calciatori “nostrani” e sottolinea l'antisportività dei nordafricani. Qualcuno scrive persino di "episodio di razzismo al contrario". Insomma, la solita retorica di italiani brava gente.
L'epilogo a questo punto è scritto. Ricevuto il messaggio e compreso qual è il clima che li circonda, gli unici a ritirarsi sono i marocchini del Casablanca, che il 26 marzo lasciano il campionato.