I "vù cumprà" di Repubblica.it
Lo sapevamo che non c'è da farsi illusioni sulla capacità del giornalismo italiano di autocorreggersi, ma in cuor nostro abbiamo sempre coltivato la speranza - forse l'illusione - che davvero in tutte le redazioni ci siano sufficienti risorse culturali per eliminare certe cattive abitudini, quell'attitudine a trattare alcune categorie di persone adagiandosi sull'immaginario xenofobo e razzista che è stato costruito sulla loro pelle.
Pensavamo che se un cronista si appoggia a certi concetti discriminatori per descrivere una situazione, se fa ricorso a termini o considerazioni che fanno parte della retorica xenofoba e razzista, in redazione ci sarebbe stato qualcuno in grado di correggerlo e di indicargli la via del buon giornalismo, che è fatto di precisione e di rispetto, oltre che di autonomia dalla retorica corrente, che in materia di migranti e minoranze non è innocente.
Ahinoi non è così. Succede che anche in redazioni importanti - è il caso di repubblica.it - si usi la vetusta e odiosa espressione "vù cumprà" per descrivere, fra l'altro, una meritoria azione di impegno civico: la pulizia volontaria di alcune strade a Napoli. Ecco il servizio. La notizia, nella prassi professionale del giornalismo italiano, è fra quelle di "alleggerimento", una curiosità da trattare con spirito positivo. Ma raccontata così, ha lo stucchevole e sgradevole sapore della benevola narrazione dell'uomo bianco.