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I "vù cumprà" di Repubblica.it

Un servizio su un gruppo di cittadini stranieri che spazza le strade di Napoli realizzato con una terminologia che pesca nell'immaginario xenofobo e razzista. Possibile che nelle redazioni non si riesca ad autocorreggersi?
29 agosto 2011

Lo sapevamo che non c'è da farsi illusioni sulla capacità del giornalismo italiano di autocorreggersi, ma in cuor nostro abbiamo sempre coltivato la speranza - forse l'illusione - che davvero in tutte le redazioni ci siano sufficienti risorse culturali per eliminare certe cattive abitudini, quell'attitudine a trattare alcune categorie di persone adagiandosi sull'immaginario xenofobo e razzista che è stato costruito sulla loro pelle.

Pensavamo che se un cronista si appoggia a certi concetti discriminatori per descrivere una situazione, se fa ricorso a termini o considerazioni che fanno parte della retorica xenofoba e razzista, in redazione ci sarebbe stato qualcuno in grado di correggerlo e di indicargli la via del buon giornalismo, che è fatto di precisione e di rispetto, oltre che di autonomia dalla retorica corrente, che in materia di migranti e minoranze non è innocente.

Ahinoi non è così. Succede che anche in redazioni importanti - è il caso di repubblica.it -  si usi la vetusta e odiosa espressione "vù cumprà" per descrivere, fra l'altro, una meritoria azione di impegno civico: la pulizia volontaria di alcune strade a Napoli. Ecco il servizio. La notizia, nella prassi professionale del giornalismo italiano, è fra quelle di "alleggerimento", una curiosità da trattare con spirito positivo. Ma raccontata così, ha lo stucchevole e sgradevole sapore della benevola narrazione dell'uomo bianco.

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