Gruppi di tematiche

Un Glossario europeo su immigrazione e asilo

Una piattaforme comune per i paesi europei con un repertorio dei termini più usati, la loro origine giuridica, le definizioni correlati. I termini impropri - come clandestino, tipico dell'Italia - non sono riportati. Alri sono messi sotto osservazione, come "rimpatrio", usato disinvoltamente per indicare il rientro forzato nel paese di partenze e non il diritto di rifiugiati e prigionieri a tornare nel proprio paese
19 giugno 2011

La  battaglia culturale e politica per un'informazione attendibile, di qualità e non discriminante in materia di migranti e minoranza ora può avvalersi di un "Glossario dei termini in materia di immigrazione e asilo", realizzato realizzato dalla sezione italiana dell’European Migration Network con il supporto tecnico dei redattori del “Dossier Statistico Immigrazione” Caritas/Migrantes.


Antonio Ricci, curatore del testo, presentando il volume ha detto fra l'altro che l'obiettivo è “creare una piattaforma comune tra i paesi membri sui termini dell’immigrazione". Il glossario non contiene quindi i termini impropri oppure offensivi, mentre per altri viene suggerito un uso ponderato.

Il termine clandestino, che non ha valore giuridico e che non viene utilizzato dagli altri pesi dell’Unione, non è presente - aggiunge Ricci - C’è invece la definizione di migrante irregolare”.


Secondo il curatore del volume è necessario fare attenzione anche ad altri termini come “rimpatrio”. “Questo termine – afferma - viene usato anche nel caso delle espulsioni, ma non è corretto. Per rimpatrio si intende, infatti, il diritto di un rifugiato o di un prigioniero di guerra di tornare al suo paese”. 
 

Il Glossario, nato per favorire un discorso corretto sul tema delle migrazioni e facilitare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri, presenta per ogni termine non solo la traduzione nelle diverse lingue ma anche la fonte giuridica di riferimento e le definizioni correlate.

Destinatari del volume sono tutti coloro che si occupano di questi temi, dai politici ai giornalisti ai mediatori culturali “È uno strumento che permette di tradurre correttamente il linguaggio sull’immigrazione ed è importante perché un errore su questi termini può influire sulla vita delle persone”, ha detto  Lucio Battistotti, direttore della rappresentanza in Italia dell’Unione europea.


Mario Morcellini,  preside della facoltà di Scienze della comunicazione, ha rimarcato che il sistema dei media è spesso all’origine della comunicazione non corretta.  “Questo glossario è necessario perché qualcuno le parole le ha sprecate - ha detto-. Come non accorgersi che sui migranti c’è stato un vero e proprio esercizio della pigrizia da parte del giornalismo italiano? Per questo è state fatta la Carta di Roma e esiste un osservatorio sui media. Speriamo che questi strumenti servano a non far dormire più i giornalisti”.


Morcellini, molto generosamente, parla di pigrizia; noi siamo persuasi che all’origine del comportamento dei maggiori media e delle loro scelte di linguaggio ci sia qualcosa di più, ossia un insieme di elementi che vanno dalla subordinazione al potere politico, a un’attitudine antica a non esercitare il proprio diritto-dovere a un’autentica autonomia culturale, fino all’esistenza di nuove perverse regole professionali che hanno inserito condotte xenofobe e discriminatorie nella pratica quotidiana del nostro giornalismo.


Detto questo, il Glossario europeo, a maggior ragione, è ben accolto, perché va nella direzione giusta: scuotere la categoria dei giornalisti e richiamarla ai propri compiti sociali. Ne riparleremo.

Powered by PhPeace 2.6.44