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"Clandestini" cattivi e "profughi" buoni

Piccolo diario di guerra / Il lessico leghista fa subito presa nei media e ripropone in forma nuova la distinzione fra "clandestini" e "regolari" che è stata l'architrave della normativa xenofoba introdotta negli ultimi anni. Le violente dichiarazioni di Luca Zaia e Umberto Bossi registrate come opinioni qualunque. E Berlusconi scopre i migranti
9 aprile 2011 - Lorenzo Guadagnucci

 

Che politici (e che informazione)

Il lancio dell'agenzia Ansa riportato qui sotto non è un'invenzione. E' vero. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha veramente parlato in questi termini dei migranti in arrivo in Sicilia e ha davvero sostenuto che la sua posizione è automaticamente quella dei veneti.

I leghisti, a fronte della cosiddetta emergenza sbarchi a Lampedusa, giocano come al solito la carta dell'estremismo e dell'insulto, stravolgendo regolarmente la realtà. Hanno però così "buona stampa" che le loro "parole d'ordine" - un ordine che spaventa - entrano rapidamente nel discorso pubblico. Zaia non ha subito alcuna conseguenza per le sue paurose dichiarazioni, che sono state registrate come un'opinione fra le altre e anzi hanno contribuito a formare l'opinione pubblica. Anche il "fora dai ball" del ministro Umberto Bossi, nel nostro povero mondo dell'informazione, diventa una presa di posizione politica autorevole.

Questa è la politica, questa è l'informazione in un frangente storico molto delicato nell'area del Mediterraneo, con dittatori che cadono, rivolte che stentano a sfociare in regimi davvero liberi e democratici e guerre intraprese senza nemmeno discutere in parlamento e nella società.

(ANSA) - ROMA, 30 MAR - «La mia posizione, e quindi quella dei veneti, è che i profughi al momento sono soltanto 2000 e non hanno nulla a che fare con i tunisini sbarcati, che sono nella stragrande maggioranza dei casi illegali. Inoltre è facile distinguere un clandestino da un profugo: spesso i primi hanno scarpe griffate, giubbini puliti e occhiali da sole, e questi certamente non sono profughi».Lo ha riferito il presidente della Regione Veneto, Luza Zaia, facendo il suo ingresso ai lavori della conferenza straordinaria delle Regioni che oggi si occuperà di immigrazione. «I profughi, quelli vere - ha spiegato il governatore leghista - provengono dalla Libia, dall'Eritrea o dalla Somalia. Invece chi viene dalla Tunisia è bene ricordare che non sta assolutamente scappando da carestie o guerra civili, come del resto mi confermano alcuni imprenditori presenti in quel paese i quali ribadiscono che al momento le imprese in Tunisia sono tutte in attività».(ANSA).

Una distinzione di successo

Luca Zaia, naturalmente, non è un ingenuo e la sua provocatrice e violenta rozzezza ha una precisa finalità: riproporre, in forme nuove, l'antica distinzione fra "clandestini" e "regolari", architrave della legislazione xenofoba introdotta in Italia negli ultimi anni (con il contributo di governi e amministrazioni locali di vari orientamenti). Ora la linea di demarcazione passa fra "clandestini" (stavolta anche benestanti e ben vestiti, quindi venuti in Italia giusto per dare fastidio ai leghisti, secondo la visione di Zaia) e "profughi". I primi - cioè al momento quasi tutti, visto che i migranti arrivati a Lampedusa provengono dalla Tunisia - sono da rifiutare e mettere "fora dai ball", per restare al lessico leghista; gli altri - per una volta - sono buoni, e oltreutto hanno il pregio, al momento, d'essere ancora a casa loro.

Certo, di cittadini eritrei e somali (i "profughi", quelli buoni) ne sono arrivati un bel po', nei mesi scorsi, ma sono stati respinti in Libia dalle motovedette, come disposto ormai un paio di anni fa dal ministro leghista Roberto Maroni. Molti di loro sono stati inghiottiti dai campi libici, altri hanno finito i loro giorni nel deserto. A quel tempo erano cattivi anche loro, perché non c'erano rivolte in Egitto e Tunisia, né bombardamenti in Libia, né cospicui sbarchi a Lampedusa. Ora sono stati promossi a "profughi buoni" da superiori esigenze: cioè lucrare consensi con una politica "cattivista" che solletichi gli istinti xenofobi di una parte dell'elettorato.

I media, in questa partita, stanno giocando il loro tradizionale ruolo: adagiarsi passivamente sul lessico e sulla visione del "partito della xenofobia" (che non comprende solo la Lega Nord).

Migranti

Il presidente Silvio Berlusconi, mentre spiegava la linea politica scelta dal suo governo per affrontare la cosiddetta "emergenza Lampedusa", ha utilizzato più volte il termine "migranti", rinunciando per una volta, almeno in tv, alla nozione di "clandestino". Non durerà e nulla cambia rispetto alle decisioni prese, ma che smacco per i giornalisti: tutti o quasi tutti scavalcati dal presidente del consiglio in onestà intellettuale!

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