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Balotelli e la politica allo stadio (e sui media)

Cori e striscioni razzisti durante la partita amichevole Italia-Romania giocata in Austria. Si ripropone il tema delle curve come palcoscenico della xenofobia e del razzismo. Fra gli striscioni esposti dai tifosi: "No all'Italia multietnica". Un dibattito su Radio 3 con Luigi Garlando e Lorenzo Guadagnucci
20 novembre 2010

Ancora gli insulti contro Mario Balotelli, calciatore di pelle nera della nazionale italiana. La partita Italia-Romania giocata a Klagenfurt ha riportato alla ribalta le curve degli stadi come luogo della politica e palcoscenico della propaganda xenofoba e razzista. E' una storia antica, che col giovane Balotelli ha preso grande slancio, fra la disattenzione e le minimizzazioni dei più.

Mario Balotelli Balotelli ora gioca in Inghilterra e la cadenza dei cori e degli slogan contro di lui non è più settimanale, ma la partita della nazionale ha offerto un'occasione particolare, dovuta alle caratteristiche dello stadio: un impianto piccolo, con pochi spettatori e le riprese in diretta tv. Cori e striscioni hanno avuto quindi un impatto mediatico forte e si è tornati a discutere del razzismo negli stadi.

Molti quotidiani (non tutti) hanno prestato grande attenzione a questo aspetto della serata, mettendo in secondo piano l'elemento sportivo della partita amichevole. E Radio 3, durante la sua trasmissione d'informazione culturale Fahreneit, ha ripreso l'argomento giovedì 18, ospitando come interlocutori Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport e autore proprio con Mario Balotelli di un libro appena uscito - "Buuu", edizioni Einaudi - e Lorenzo Guaadagnucci, co-fondatore di Giornalisti contro il razzismo e autore di "Parole sporche" (edizioni Altreconomia).

E' possibile ascoltare la trasmissione a partire da qui.

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