Gruppi di tematiche

Una protesta nonviolenta

Reportage da Brescia: la manifestazione di sabato 6 novembre "Conto la crisi e lo sfruttamento siamo tutti sulla stessa gru. Libertà. Diritti. Permesso subito". Una mobilitazione civile di diecimila persone a sostegno della lotta avviata da un gruppo di lavoratori che chiedono il permesso di soggiono
10 novembre 2010 - Silvia Berruto

 

E’ stata una manifestazione a tutti gli effetti nonviolenta.
A supporto di una resistenza civile nonviolenta.
Da manuale.
Nonostante le cariche della polizia avvenute, come da testimonianze e fonti certe, sabato 30 ottobre, senza alcun motivo di ordine pubblico.

Più di 10.000 persone hanno partecipato alla manifestazione di sabato 6 novembre “Contro la crisi e lo sfruttamento siamo tutti sulla stessa gru. Libertà. Diritti. Permesso subito.”
Persone e gruppi giunti da tutta Italia, tra cui Sinistra Critica, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, i Radicali, la Cgil, Cobas, Usb, Emergency, il Comitato di solidarietà internazionalista, come dalla stessa Brescia dove il presidio permanente ha accompagnato i migranti senza lasciarli soli.
Mai.
Sin dal 29 settembre scorso. Occupandosi di fornire loro indumenti caldi, cibo anche a cura delle kebaberie della città restando in contatto radio e telefonico permanente con quei sei resistenti sulla gru. Per stare vicini e insieme “in diretta.”

Il servizio d’ordine, a cura dei migranti, ha assicurato alle bambine e ai bambini, agli anziani e alle donne, ovvero a tutti i partecipanti di manifestare contro la clandestinità per l’ottenimento immediato del permesso di soggiorno per tutti coloro che hanno presentato a suo tempo “regolare” domanda di regolarizzazione.

Il corteo è partito da una Piazza Loggia, gremita, dopo gli interventi di alcuni migranti e di Umberto Gobbi dell’associazione Diritti per tutti” di fronte al palazzo comunale, si è snodato per tutta la città per tornare, dopo circa tre ore, di nuovo sotto alla gru.

Gli slogan sono stati articolati e urlati con composto e determinato senso di lotta: “Lotta dura senza paura, basta razzismo, no alla violenza, abbiamo la forza, basta truffa.”

Molte le italiane e gli italiani a fianco dei migranti nell’esercizio COLLETTIVO del diritto di espressione e di manifestazione sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, da altre costituzioni, dalla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, legati dal dovere, anch’esso collettivo, di dire basta all’illegalità: indotta, assunta, promossa, subita, tollerata, non repressa. Magari anche dallo stato.

Al rientro del corteo le voci, in lingua araba prima e in italiano poi, di Arun, Jimi e Rachid si levano, da “sopra la gru”, per ringraziare i manifestanti e  per riconfermare le loro intenzioni: “Noi non scendiamo” così come la base, da “sotto la gru”, intende continuare l’azione di supporto e di accompagnamento dei resistenti. Arun continua: “Noi dobbiamo andare avanti finché non ci saranno date risposte positive. Noi dobbiamo vincere questa battaglia. Questa non è una manifestazione adesso è diventata una battaglia per i diritti. Andremo avanti per vincere questa battaglia. Noi abbiamo deciso: noi staremo qua.”

Dalla testa del corteo riprende la parola Umberto Gobbi smentendo, ancora una volta, le illazioni secondo le quali si stanno strumentalizzando i migranti. Umberto rilancia ancora. “Due sono gli appelli fondamentali: Non lasciamoli soli! Abbiamo la forza? Si!
Ciò che ripetiamo da una settimana è l’invito a riprodurre in ogni città iniziative forti: di lotta e di mobilitazione.”
Ricorda a tutti che lo striscione bianco, che sta sventolando insieme a quelli con cui sono saliti i fratelli, è dei lavoratori della RSU di Milano che nel 2009 hanno difeso il loro posto di lavoro e la loro fonte di reddito. “I lavoratori italiani e i lavoratori immigrati hanno gli stessi diritti, hanno gli stessi e gli stessi bisogni e devono lottare per gli stessi diritti. Sono la stessa gente.” Ai Bresciani Umberto chiede di tornare al presidio fin quando la protesta andrà avanti perché ” noi non lasceremo soli i fratelli neanche un minuto!”

Poi è la volta di una ragazza migrante, poco più che una bimba ma molto determinata che chiameremo con un nome di fantasia. “Sono Sameera e sono antirazzista. Ascoltate bene la mia voce, grazie. Buonasera a tutti. Faccio una richiesta per fare un forte applauso a quelle persone che, sabato scorso, sono state prese a bastonate ma non sono andate via. Tutte le nostre manifestazioni sono fatte rispettando la legge e fino ad oggi non c’è mai stato nessun problema. Ma anche se rispettiamo la legge PERCHE’ VENIAMO PICCHIATI?”

Si alternano poi al microfono voci, solo maschili, di migranti in diverse lingue alternate a quelle di, solo, tre donne italiane.

Rita Bernardini, deputata radicale, inizia e finisce il suo intervento, con un “grazie”.
“Grazie ragazze e ragazzi. Sono una deputata e vengo dal Parlamento, dalla Camera dei deputati, da quel luogo dove non si fanno le leggi e se si fanno, si fanno sbagliate. Quello che dobbiamo ottenere è che una cosa giusta, una cosa prevista dalla Costituzione e dal diritto internazionale si affermi anche in questo nostro paese. E voi lo fate con il metodo pacifico, della nonviolenza, del dialogo.
Noi dobbiamo ottenere subito un dialogo diretto col ministro degli interni perché deve dare molte risposte.
Noi abbiamo presentato un’interrogazione proprio per coloro che hanno occupato quella gru in un modo pacifico.
E’ questo il messaggio di unità che dobbiamo dare in tutta Italia.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge, la presenteremo anche alla Camera dei deputati, per estendere la sanatoria, oggi limitata a colf e badanti, a tutti gli altri lavori.
Perché siamo convinti che non si possono lasciare migliaia e milioni di persone nella clandestinità: questo fenomeno deve emergere.
Dobbiamo affermare diritto, legalità, legge.
Vogliamo, insieme a voi, una legge sulla sanatoria per tutti.
La lotta non sarà facile. Dobbiamo fare insieme e insieme lottare.”

Una cittadina bresciana sale sul furgoncino e srotola una bandiera della pace autografata dai manifestanti e fa un intervento articolato che sintetizzo.
” Cari amici che siete sulla gru vogliamo abbracciarvi forte, ma molto forte. In questo momento questa piazza vibra con voi. Vi vogliamo arrivare questa bandiera della pace con le nostre firme. La vostra lotta è la lotta di tutti…
Siete tutti quanti come noi. Lo stesso sangue scorre nelle nostre vene come nelle vostre.
Nessuna differenza può essere ammessa fra gli esseri umani.”
E’ l’unico intervento che rivendica il diritto di voto per i migranti.
“Avanti. Resistete!”

 

Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo

Powered by PhPeace 2.6.44