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Lavoratori su una gru, a chi interessa questa protesta?

Cinque lavoratori in cima a una gru a Brescia. Sono cittadini stranieri, chiedono che sia rispettato il loro diritto ad avere un permesso di soggiorno. Come se non ci fossero abbastanza vessazioni, lo stato non rispetta nemmeno le sue leggi sulla regolarizzazione
5 novembre 2010 - Silvia Berruto

Brescia, 4 novembre

Arun, Jimi, Rachid, Sajad, Singh e  Abdalla sono sulla gru del cantiere della metropolitana in Piazza Cesare Battisti-Via San Faustino.

Per Arun, Jimi, Rachid, Saiad e Singh quella passata è stata ormai la quinta notte.

Sono sospesi a circa 35 metri di altezza.

Lottano per difendere il diritto, che dovrebbe essere acquisito, e, sancito dalla domanda di regolarizzazione presentata con la sanatoria del settembre 2009, di ottenere il permesso di soggiorno.

La manifestazione non-stop è in atto dal 29 settembre scorso. Prima in forma di presidio permanente per i permessi di soggiorno realizzato nei pressi della Prefettura in via Lupi di Toscana e poi dal 30 ottobre quando 9 migranti sono saliti sulla gru.

Da più di un mese i migranti non ricevono risposta.

 La stampa nazionale non ha seguito le manifestazioni se non a partire dal 30 ottobre scorso, ovvero da quando è nata la scelta drastica.

La stampa locale, mi dicono i cittadini indigeni, i bresciani, sembrerebbe aver ricevuto un ordine, non dichiarato, di silenzio assoluto.

La protesta sulla gru a Brescia

Ieri al presidio c’ero anch’io.

Da sotto sono centinaia i cuori e gli occhi puntati verso l’alto.

Viene il groppo in gola a guardare in alto.

Da sopra, se si guarda il videomessaggio del 1 novembre inviato dai resistenti, e chiedo a tutti di farlo, a qualcuno verranno sicuramente anche le vertigini.

Da sotto alla gru vi sono gli altri fratelli, così ci si chiama fra compagni di lotta. Hanno i volti lividi, alcuni di loro suonano i djembé che ritmano l’attesa, le speranze e anche le disillusioni di questa lotta nonviolenta, almeno da parte dei migranti che non hanno ceduto, secondo le testimonianze dei presenti che ho intervistato, alla violenza della provocazione della polizia.

Infatti nel corso della manifestazione del 30 ottobre scorso “Nessuna persona è illegale! Dateci il permesso di soggiorno o ridateci i nostri soldi” la polizia ha caricato i manifestanti, circa un migliaio, che in corteo si stavano dirigendo da piazza Rovetta verso piazza Cesare Battisti, con una decina di contusi.

Vi è stato un arresto, convalidato, dell’attivista di Sinistra Critica e collaboratore di Radio Onda d’Urto, Sauro che è stato poi rilasciato: il previsto processo, per direttissima previsto per martedì scorso, rinviato. Un altro attivista del coordinamento immigrati CGIL è ricorso alle cure del pronto soccorso.

I migranti chiedono la regolarizzazione “indispensabile per avere dignità e giustizia” si legge sul volantino “SULLA GRU” distribuito ieri, a firma Presidio sopra e sotto al gru di via San Faustino-Piazza Cesare Battisti, che promuove anche una grande MANIFESTAZIONE per sabato 6 novembre alle ore 15 in piazza della Loggia. “Per i permessi di soggiorno, contro la clandestinità e lo sfruttamento. Contro la precarietà e la miseria, perché la crisi devono pagarsela i banchieri, gli speculatori e gli industriali.”

Oggi alle 15 si è tenuta, presso uno spazio messo a disposizione dalla parrocchia di san Faustino, una conferenza stampa a cura di una rappresentanza dei migranti in protesta sotto la gru, presenti l’avvocato Manlio Vicini e Il presidente dell’Associazione “Diritti per tutti” Umberto Gobbi per chiarire le ragioni del rifiuto del tavolo di discussione e della “concessione” di un presidio temporaneo proposto dal Comitato per l’ordine e la sicurezza accompagnato anche da un ultimatum scaduto alle 8 di ieri mattina e la prosecuzione della protesta.

Anche il Movimento Nonviolento in Congresso proprio a Brescia ha fatto sentire la propria voce inviando un comunicato stampa agli organi di stampa domenica 31 ottobre.

Ecco il testo del messaggio di solidarietà ai migranti pubblicato, ed estratto, da Telegrammi. 361 del 1 novembre 2010 di Peppe Sini.

“A Brescia, da circa un mese, molti migranti manifestano in modo pacifico per il riconoscimento al diritto del permesso di soggiorno. Condividiamo le loro parole: nessuna persona e’ illegale! Sappiamo bene che a questi uomini e a queste donne viene negato un diritto non per aver commesso reati ma per la loro condizione di clandestinita’, stato che al momento della presentazione della domanda di sanatoria, disposta dal governo nel settembre del 2007, non costituiva impedimento alla regolarizzazione. Cambiare le regole a procedure gia’ avviate e’ una modalita’ inaccettabile per qualsiasi cittadino, ancor piu’ grave per la persona piu’ debole. Da ieri, alcuni di loro, al termine di una manifestazione, guardano e attendono – dall’alto di una gru – risposta alla loro domanda di giustizia, dalla citta’ e dalle autorita’ competenti.

Il congresso nazionale del Movimento Nonviolento, riunito a Brescia dal 29 ottobre al primo novembre 2010, intitolato “La nonviolenza per la citta’ aperta”, auspica una ripresa del dialogo che, a partire dal riconoscimento dei diritti fondamentali dei cittadini migranti, soddisfi la legittima aspettativa della regolarizzazione (il presidente, Daniele Lugli: il segretario, Mao Valpiana)     

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