Gruppi di tematiche

Ucciso e sciolto nell'acido, ma è solo un romeno

Sette giorni fra media e razzismo / 12 - Un articolo di Corrado Giustiniani sul Fatto Quotidiano e le regole non scritte del giornalismo al tempo della xenofobia. Ancora il caso dei "nomadi" in parrocchia a Livorno: la lettrice scrive, il giornale pubblica ma elude le osservazioni. Il test di lingua per chi vuole aprire un negozio: un commento da leggere
27 aprile 2010 - l. g.

22 aprile

Era solo un romeno

Nell'articolo in allegato, scritto da Corrado Giustiniani e pubblicato sul Fatto Quotidiano, compare una dele regole non scritte del giornalismo ai temi della xenofobia e del razzismo. La notizia è spaventosa e dirompente: un uomo è stato seviziato, ucciso e sciolto nell'acido dal suo datore di lavoro per un furto di carburante. Eppure ben pochi di noi hanno potuto saperne qualcosa da giornali, radio e tv, che nel migliore die casi hanno dedicato all'episodio un trafiletto. La spiegazione è semplice: la vittima dell'omicidio era un cittadino romeno, l'assassino un italiano. Va da sé, come fa notare Giiustiniani, che a nazionalità invertire - romeno il killer, italiana la vittima - avremmo avuto grandi titoli, innumerevoli prese di posizione politica, magari un decreto governativo e una richiesta di spiegazioni al governo di Bucarest. Quel che inquieta, è che un caso del genere, all'interno della professione giornalistica, è accettato senza grande disagio e da molti anche giustificato con la tesi che chi legge non si identifica con la vittima - in quanto straniera - e quindi è poco interessato.

 

23 aprile

L'insofferenza dei giornalisti

Nel numero 9 di questo bollettino "Sette giorni fra media e razzismo" avevamo riportato e commentato la segnalazione di una lettrice a proposito di un articolo, per vari aspetti criticabile, pubblicato dal Tirreno di Livorno. Vi si parlava di "nomadi" in modo improprio e con toni e considerazioni ascrivibili a luoghi comuni ben noti e da condannare. La lettrice, dopo la segnalazione a Gcr, ha scritto una lettera al Tirreno, che è stata pubblicata dal giornale. Il testo si trova nell'allegato. E' molto interessante l'anonima risposta del quotidiano, che non entra nel merito delle valutazioni circostanziate espresse dalla lettrice e liquida tutto sostenendo che l'articolo raccontava "angherie" subite dalla gente del posto: "E' spiacevole ma è la realtà", dice il Tirreno. La lettrice è rimasta ovviamente delusa da questa avara risposta, che tradisce però una certa insofferenza, e quindi rivela almeno due cose: 1) che la critica della lettrice non è stata vana, 2) che c'è ancora molto da lavorare per rendere più costruttivo e aperto il dialogo fra lettori-cittadini e giornalisti, i quali non dovrebbero offendersi e anzi cogliere nelle critiche degli strumenti di riflessione per migliorare il proprio lavoro.

 

24 aprile

Un test di lingua assai poco innocente

Più volte Giornalisti contro il razzismo ha lamentato (con dovizia di documentaizone) il ruolo deteriore svolto da commentatori e intellettuali nell'affermazione di un discorso pubblico xenofobo, pieno di stereotipi e giudizi discriminatori basati su dicerie e luoghi comuni. Stavolta merita d'essere citato un articolo comparso su Repubblica, a firma di Francesco Merlo, dedicato al regolamento che la Lega Nord vuole inserire (il Comune di Prato in Toscana lo ha già fatto) per obbligare i negozianti di origine straniera a usare insegne in italiano o lingue comunitarie e a sottoporre a un test di competenza linguistica chi intenda ottenere una licenza commerciale. La motivazione ufficiale tenta di poggiare sopra una valutazione di buon senso: la conoscenza dell'italiano è un "servizio" da garantire al cliente e rientra fra i doveri di chi richiede una licenza. E' così che la "notizia" viene generalmente presentata, senza troppo rifletterci su. In realtà si tratta dell'ennesimo ostacolo che si tenta di frapporre alla vita quotidiana dei residenti non italiani, con finalità politiche, ossia per mandare alla maggioranza italofona un messaggio che più o meno è questo: gli stranieri sono troppi e vanno fermati, i loro spazi circoscritti, prima vengono gli italiani e noi amministratori siamo qui per questo. Il messaggio sottinteso è che la crisi economica, l'incertezza delle nsotre vite non ha a che fare con un sistema sociale dissestato e un individualismo alla lunga logorante, ma è colpa degli stranieri. Merlo è riuscito a sfuggire a questo cliché e a mostrare il veleno che si nasconde dietro simili provvedimenti.

 

Allegati

  • PDF logoIl documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).
  • Francesco Merlo - La Repubblica (136 Kb - Formato pdf)
    PDF logoIl documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).
  • Lettera al Tirreno (5039 Kb - Formato jpg)
Powered by PhPeace 2.6.44