Sette giorni fra media e razzismo / 5
3 marzo
Purché non sia solo un giorno
La giornata del Primo marzo, con lo sciopero virtuale dei lavoratori stranieri in Italia (in simultanea con iniziative analoghe in altri paesi europei) ha avuto il grande merito di portare alla ribalta il tema della condizione degli immigrati secondo un'angolazione insolita. Non è stata una semplice protesta contro le discriminazioni o i pregiudizi, né è stata organizzata per contrastare le dicerie sul nesso fra immigrazione e criminalità, ma è stata una dimostrazione di forza, o meglio un'operazione-verità, concepita per mettere in luce il ruolo insostituibile svolto dai lavoratori d'origine straniera nella nostra società.
Qualche quotidiano ha preso coraggio e pubblicato servizi e tabelle sull'incontestabile apporto degli stranieri alla nostra economia e alla coesione sociale del paese; qualche politico, intervistato sul tema, ha occasionalmente dismesso i panni truci dell'allarme e della demagogia. Peccato che tutto ciò duri solo un giorno: per la manifestazione è cosa fisiologica, per i media non altrettanto, nel senso che sarebbe bene rammentare il contributo imprescindibile degli stranieri ogni giorno, specie quando si fanno proclami o si prendono provvedimenti discriminatori sulla base di astrazioni, stereotipi e dicerie, in aperta contraddizione con la realtà.
5 marzo
Gli africani salveranno l'Italia
In attesa di una più estesa recensione, vale la pena segnalare la lettura del libro di Antonello Mangano "Gli africani salveranno l'Italia", evoluzione di un precedente volume che aveva un titolo più localizzato "Gli africani slaveranno Rosarno". Fra il primo e il secondo libro ci sono stati "i fatti di Rosarno" del gennaio scorso, che hanno fatto esplodere un caso ben noto a chi segue con attenzione le questioni legate allo sfruttamento del lavoro migrante. Mangano racconta il pogrom di Rosarno con estrema chiarezza di contenuti e di analisi, forte di uan conoscenza diretta di luoghi e persone sedimentata negli anni. Per chi fosse rimasto spiazzato dalle ricostruzioni offerte dai tg o dai quotidiani, il libro di Mangano è lo strumento giusto per mettere le cose a posto e spazzare via le false piste.
E viene da pensare che alle volte, anche in buona fede, la sovrabbondanza informativa finisce per creare confusione: è un'osservazione che ha fatto di recente Giorgio Bocca: quando si scrivono due, tre, quattro pezzi sullo stesso argomento, c'è il pericolo di non farsi capire, perché rischia di sfuggire qual è il cuore della questione.