Il "piccolo Obama" e il giornalismo dell'ironia
Ecco l'articolo di Luca Telese uscito sul Fatto Quotidiano e la lettera inviata da Tana De Zulueta - giornalista, già collaboratrice di The Economist, poi parlamentare - al direttore del giornale, Antonio Padellaro.
IL PICCOLO OBAMA NO (Il Fatto Quotidiano, 23 ottobre 2009)
Luca Telese
--------------------------------------------------------------
Caro Direttore,
le primarie sono (felicemente) passate, ma per quanto mi riguarda, e non credo di essere la sola, hanno lasciato un piccolo strascico sgradevole sulle pagine del Fatto Quotidiano. Mi riferisco al pezzo di Luca Telese, volutamente ironico, dal titolo "Il piccolo Obama no" nel numero del Fatto del 23 ottobre. Telese se la prende con la scelta del deputato italiano di origine congolese Jean Leonard Touadi da parte di Franceschini come suo vicesegretario. Per Telese una decisione dettata più da ragioni di immagine che di sostanza. Giudizio severo ma legittimo. Per me, invece, sarebbe stato uno straordinario segnale di apertura. Quello che non ritengo accettabile è il modo in cui l'ha detto. Scrivendo, con scherno, come ha fatto Telese, "nella sinistra dei post, poter esibire un eletto nato a Mbanga Ganga (Congo Brazzaville) è un quarto di nobiltà", e poi "chi mai può sollevare obiezioni su un extracomunitario che fa così politically correct?" è offensivo, e forse anche peggio. La parola "extracomunitario" viene usata in senso chiaramente denigratorio. Un italiano nato a Cologno Monzese sarebbe meglio di uno nato a Mbanga Ganga? Ci manca poco che Telese non accusasse Franceschini di nominare un bingo-bongo. Lasciamo a qualche politico della Lega l'uso di simili ironie.
Con stima,
Tana de Zulueta