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Parola chiave "clandestino"

Sull'Unità e sul Messaggero due riflessioni su una definizione che è al centro dell'agenda politica da molto tempo e che è alla base di una normativa estrema (il pacchetto sicurezza)
11 luglio 2009

 Sull'Unità Furio Colombo (vedi gli allegati) ha dedicato un articolo a una parola chiave come "Clandestino", che da tempo è il cuore dell'agenda politica e del lavoro "culturale" che ha permesso di arrivare a leggi che definiscono reato penale l'ingresso e la presenza in Italia senza permesso di soggiorno, in un paese che sostanzialmente non prevede modi "regolari" di immigrazione (la legge Bossi-Fini stabilisce che si può entrare disponendo di un contratto di lavoro, ma non si vede come si possa avere un contratto con un'azienda italiana senza essere mai entrati in Italia).

Anche Il Messaggero ha dedicato attenzione alla parola "clandestino", con un box che riproduciamo qui sotto (cliccando qui si può vedere la pagina). Il Messaggero ammette che il termine è solitamente utilizzato in modo improprio, cita la Carta di Roma ma sembra accettare come inevitabile la distorsione del linguaggio.

 

da Il Messaggero di sabato 6 luglio 2009

CLANDESTINO

E’ un termine che spesso usiamo in modo improprio. Clandestino, a rigore, è chi entra senza documenti, o con documenti contraffatti, nel territorio nazionale. Una fattispecie assolutamente minoritaria. In almeno il 70 per cento dei casi si viene infatti in Italia con un permesso di soggiorno turistico e ci si trattiene dopo la sua scadenza. Il termine esatto, in questo caso, è ”irregolare” e non clandestino. D’altra parte, però, può essere irregolare anche un lavoratore italiano che non venga pagato secondo contratto, o che faccia illegalmente un doppio lavoro. Ecco perché in questi anni è stata tollerato anche il termine ”clandestino”, bandito però nel 2008 dalla cosiddetta ”carta di Roma” che, vedendone un’accezione negativa, ha chiesto ai giornalisti di non usarlo in modo improprio. Su 150 mila arrivi all’anno, possono essere considerati clandestini quelli dei barconi (circa 30 mila in tutto) con l’accortezza, però, di sottrarre dal novero quanti non sono migranti economici ma vengono a chiedere asilo politico: una quota sempre più elevata. Clandestini con passaporto contraffatto, invece, possono presentarsi ai varchi aeroportuali.

Allegati

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