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1 giugno 2009

L'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna è l'unico ad avere finora aderito alla nostra campagna, che propone la messa al bando di alcune parole usate impropriamente e con effetti discriminatori, ma più in generale punta ad aprire una franca discussione all'interno della professione sul ruolo che stanno svolgendo i giornalisti rispetto alle campagne xenofobe avviate da alcuni soggetti politici e rispetto all'immagine dei migranti e del fenomeno migratorio.

Giornali Questa discussione stenta ancora a partire, nonostante i segnali confortanti che abbiamo documentato in questi mesi. Il discorso pubblico sulle migrazioni pecca, a nostro avviso, di superficialità, e i maggiori media sembrano ancora succubi del mondo politico. Sono le forze politiche a a dettare l'agenda, a definire l'approccio alla questione immigrazione, a stabilirne la rilevanza sociale, a stabilire il linguaggio da utilizzare.

L'Ordine dell'Emilia-Romagna, con il numero 74 della sua rivista, offre ai giornalisti un utile strumento di riflessione. "Media e razzismi" è il titolo dello speciale, che affronta di petto la questione. Gerardo Bombonato, presidente dell'Ordine emiliano-romagnolo, scrive fra l'altro nel suo editoriale: "Cominciamo dunque dalle parole, dal linguaggio quotidiano, invitando i colleghi a riflettere prima di scegliere i termini da usare nei loro articoli quando trattano dei problemi dlel'immigrazione, evitando vocaboli impropri, superficiali che contribuiscono a incrementare l'ansia e l'allarme sociale. Evitiamo il conformismo colpevole di certi resoconti".

Lo speciale dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna è scaricabile cliccando qui

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