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Dibattito

"Clandestini" e irregolari, una distinzione di comodo

La nuova legge della Regione Toscana sull'immigrazione accende la discussione sulla categorizzazione dei migranti che arrivano o già vivono nel nostro paese. Uno scambio di battute fra Paolo Ermini e Claudio Martini e una lettera aperta sottoscritta anche da "Giornalisti contro il razzismo"
25 maggio 2009

La Regione Toscana sta per approvare una legge sull'immigrazione che ha suscitato l'attenzione dei media nazionali perché ribadisce e formalizza alcune regole sempre seguite dai servizi pubblici, come la garanzia dei prestazioni urgenti anche a chi è privo di permesso di soggiorno. Ne è nata una discussione che ha avuto un'interessante espressione nello scambio d'interventi fra il direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini, e il presidente della Regione Claudio Martini.

La diatriba si snoda attorno al concetto di "clandestino", che in una certa accezione diventa lo strumento per affermare che certe scelte sull'ingresso e la presenza di stranieri nel nostro paese rispettano il principio di legalità. Qui sotto la lettera firmata da giornalisti, docenti, attivisti, studenti, con la partecipazione di "Giornalisti contro il razzismo".

Lo scambio Ermini-Martini

La lettera aperta   

Da una scena del film "Quando sei nato non puoi più nasconderti" di M.T. Giordana, 2005.

La Regione Toscana sta per approvare una legge sull'immigrazione che ha suscitato forti reazioni sia politiche sia giornalistiche. Qualcuno ha criticato la Regione parlando di "eccesso di garantismo umanitario". Vorremo intervenire nel dibattito per dire che non è per garantismo umanitario che un insieme di persone (tra cui centinaia di giornalisti) ha ricordato che la parola "clandestino" non esiste in natura - il rapporto tra essa e una condizione umana e giuridica non è obbligatorio -, e che ogni volta che si adopera una parola c'è una quota di responsabilità nella scelta di collegarla a una cosa, un concetto, una situazione.

 Quando si dice "badante", ad esempio, forse non ci si rende conto che si sta usando un neologismo molto recente, che ha una precisa data di nascita e un intento comunicativo dispregiativo, cui non hanno aderito molte persone che hanno continuato a esprimersi come facevano prima di tale distorsione percettiva e morale. Molti di noi non hanno mai usato "clandestino" perché stigmatizzante e denigratorio, per indicare una persona priva di certi documenti. Altri, in genere più giovani, dopo averlo usato si sono resi conto di questo valore discriminatorio, e l'hanno abbandonato.

Non si tratta di un imbellettamento di facciata. Piuttosto, si tratta di denunciare la responsabilità che ci si prende quanto si finge un'innocenza del tutto improbabile, con un finto cadere dalle nuvole: "Ma come, non si deve più chiamare clandestino un clandestino?" La distinzione fra regolari e irregolari è fittizia e imposta da leggi inadaguate e tutt'altro che innocenti. Oggi è pressoché impossibile entrare in Italia con le "procedure di legge", che come noto non funzionano, tanto che in Italia si procede da anni e anni tramite ingressi e permanenze "irrregolari" e successive sanatorie, creando una situazione di precarietà, incertezza, discriminazione.

Oggi la distinzione fra regolari e cosiddetti clandestini è usata per accostare questi ultimi alla criminalità e quindi invocare la legalità per discriminare gli stranieri in arrivo o residenti nel nostro paese

Basterebbe regolarizzare chi vive e lavora in Italia e concedere un permesso per ricerca di lavoro a chi arriva nel nostro paese per eliminare di colpo i "clandestini" che tanto spaventano e che tanto giovano a certe campagne politiche e mediatiche. Ci avevate mai pensato?

 

Marina Veronesi, Centro interculturale Empolese-Valdelsa

Giuseppe Faso, Centro interculturale Empolese-Valdelsa

Viorica Nechifor - giornalista romena

Debora Lorenzi, Studentessa universitaria, Firenze

Sergio Bianchi, casa editrice DeriveApprodi, Roma

Tiziano Cini, Direttore ASEV, Empoli

Centro di Documentazione Carlo Giuliani (Settignano - Firenze)

Lorenzo Guadagnucci, Carlo Gubitosa, Beatrice Montini, Zenone Sovilla - Giornalisti contro il razzismo

Katia Raspollini - docente facilitatore linguistico Firenze

Anila Muço,mediatrice linguistico culturale,Pistoia

Sara Denevi - collaboratrice Anci Toscana

Barbara Romagnoli - giornalista roma

Daniele Barvieri - giornalista, Imola

Udo C. Enwereuzor - COSPE

Caterina Bertelli coordinatrice pedagogica del Centro linguistico interculturale Gandhi, Firenze

Delia Cosereanu - giornalista romena, Torino

Gabriella Giornelli, Pedagogista, Cesenatico

Piero Colacicchi, OsservAzione, firenze

Gabriella Miseria Insegnante scuola primaria Empoli

Milagros Cespedes Guevara -

Presidente Associazione FASIM (Forum Assoc Sociale Intercultura e Mediazione) PROVINCIA MASSA-CARRARA

Hamid Barole Abdu, poeta e scrittore, Modena

Maurizio Mazzocchi, dirigente Lega Cooperative, Pistoia

Paolo Buffoni - consigliere dell'associazione Todo Cambia, Milano

Mimina De Donatis, insegnante, Montespertoli (FI)

Piera Pareti - casalinga artista tuttofare - Coazze (To)

Santino Spinali - dipendente statale - Coazze (To)

Emanuele Magliano - cameriere (saltuario-quasi sempre in nero)

Alan Pona, facilitatore linguistico, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Firenze.

Udo C. Enwereuzor - COSPE - Firenze

Eugenio Simoncini, Dottorando di Ricerca in Chimica, Castelfiorentino

Stefania de Majo, Archeologa, Pisa

Valerio Simoncini, Laureato in Scienze Faunistiche, Castelfiorentino

Orlando Simoncini, Artigiano, Castelfiorentino

Chiara De Ceglia, Pensionata, Castelfiorentino

Eugenia Foddai - Casalinga, Brescia

Tiberio Tanzini, Dipendente comunale, Empoli

Sarina Aletta. attrice, regista, scrittrice. Roma

Elisa Gori, Centro Interculturale Empolese-Valdelsa

la redazione al completo de l'Altracitta'. - giornale della periferia, Firenze

Sergio Marzocchi, presidente Arci Empolese Valdelsa

Laura Albano Impiegata Firenze

Anna Rota Impiegata Milano

Luciano Scagliotti - ENAR European Network Against Racism

Maria Omodeo, Consulente Ong Cospe - giornalista pubblicista, Firenze

Sandro Margara, presidente, Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole

Giovanna Lucchesi, docente di lingue comunitarie, Pistoia

Milena Fidanzi - Impiegata, Follonica

Alberto Tassinari, ricercatore Ires Toscana, Firenze

samira karoui, Presidente associazione donne immigrate, Livorno

Maria Immacolata Macioti, Sapienza Università di Roma.

Patrizia, Lotti, ricercatrice, Ansas exIndire, Firenze

Luca Bravi, ricercatore, Università di Firenze

Adriano Prosperi, docente Scuola Normale Superiore, Pisa

Giulia Cerrone, insegnante in pensione, S. Casciano in Val di pesa

Federico Oliveri, docente, Università di Pisa

Marisa Cerchiaro, Insegnante facilitatore italiano L2, Bolzan

Grazia Naletto, Lunaria, Roma

Sara Palli, studentessa di scienze per la pace, lucca

Carlo Toniolo, libraio, milano

Milena Tzeggai, mediatrice interculturale, Firenze

Walter Peruzzi, dir. Di Guerre&Pace, Milano

Rosa Barone Assistente Sociale Castelfiorentino

 

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