Un giornale di governo che fa rimpiangere un foglio di lotta.
Vuoi tenere in vita "L'Unità"? Qui c'e' il logo, accomodati. Ma basta piagnistei e rimboccati le maniche.
Il logo vettoriale ce lo metto io, il resto è facilmente realizzabile con le moderne tecnologie
30 luglio 2014 - Carlo Gubitosa
Novant'anni fa c'era gente che rischiava la vita durante una dittatura, per produrre e distribuire con la composizione a piombo un foglio clandestino a diffusione militante, dove ogni lettore era parte di un processo più grande di resistenza civile contro il potere dominante.
Oggi volete rivivere in surrogato la grandezza di quell'esperienza storica, chiedendo che qualcuno vi faccia trovare la pappa pronta in edicola, e piangete un giornale che non compravate più mentre avete a vostra disposizione internet, il cloud, la tecnologia di stampa più economica e performante della storia, i servizi di print on demand e il software libero per fare giornali senza dover regalare milioni alla Apple come erano costrette a fare le redazioni del passato.
E allora fatemi capire, L'Unità chiude perché il mondo esterno è brutto e cattivo? Temo purtroppo che il problema sia altrove: siete voi a non essere più disposti a dedicare del tempo, a spendere dei soldi, e men che meno a rischiare la vita per delle buone idee da stampare su carta, e preferite leggere scemenze su Facebook pensando che siano gratis, mentre il biglietto di questo bel teatrino dell'"informazione gratuita" lo pagheremo tutti con la nostra ignoranza, quando ci scopriremo più devastati dai social network di quanto non ci abbia già devastato la televisione.
Risparmiatemi i piagnistei inutili, gli amarcord nostalgici e il lutto editoriale. In allegato a questo articolo c'è il LOGO VETTORIALE dell'Unità, ed è quanto basta a chiunque voglia tenere VERAMENTE in vita lo spirito di questa testata.
Usatelo liberamente per fare resistenza culturale a sinistra, e stampate mille versioni diverse di questo quotidiano, magari scambiandovi materiale in rete per realizzare una "edizione nazionale" a partire dai contributi dei vari gruppi militanti locali. Gramsci non se ne avrà a male, e se qualcun altro avrà da ridire di questo vostro atto d'amore bollandolo come "pirateria", rischierete comunque molto meno di quello che rischiava in passato chi produceva questa testata. Se invece restate a braccia conserte mentre dilaga l'informazione spazzatura, almeno risparmiatemi le lamentele da vecchietti del Muppet Show.
Quando avrete concluso le celebrazioni nostalgiche per un giornale, andate a cercare la vostra libreria di quartiere estranea alle catene commerciali, guardate che fine hanno fatto le riviste che amavate sfogliare da ragazzi, contate quali e quante, tra le vostre case editrici di riferimento, sono ancora indipendenti e quante invece sono state fagocitate dai giganti dell'editoria. Magari scoprirete che il problema nel nostro paese non è la morte di una testata, ma la morte della cultura e dell'editoria libera. Il cui destino dipende anche dai nostri consumi culturali e dai nostri acquisti, o mancati acquisti, e dalla nostra iniziativa, o assenza di iniziative.
Allegati
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Logo Vettoriale de "L'Unita'" (23 Kb - Formato eps)- Fonte: http://seeklogo.com/logo.aspx?id=81131Il logo vettoriale della testata fondata nel 1924 da Antonio Gramsci
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