La dura legge del branco
Per Di Battista il fine giustifica il talk
L'outing da Santoro: "pure io prima votavo PD, poi mi sono disintossicato"
24 gennaio 2014 - Carlo Gubitosa
Il "cittadino deputato" Alessandro Di Battista per entrare in Parlamento ha sottoscritto un codice di condotta con cui si e' impegnato pubblicamente ad "Evitare la partecipazione ai talk show televisivi".
Per uno come me, che ha imparato a diffidare di chi proibisce agli altri di andare in TV quando era Craxi che lo proibiva a Grillo, questa imposizione e' sempre apparsa ingiusta e anche contraria all'articolo 21 della Costituzione. Ma nella propria liberta' ognuno accetta le regole che gli pare.
Stasera pero' Di Battista era da Santoro in un Talk Show, e mi sono permesso di far notare l'incoerenza e di sottolineare l'importanza del rispetto degli impegni presi, a maggior ragione se presi per iscritto.
Il risultato? 220 commenti dei soliti fenomeni, riassumibili come segue:
"Ma che cazzo dici coglione, troll del PD amico del pregiudicato, vai a cena che si fredda la minestra, non fartela nei pantaloni, là là là là stai a rosicà, stai zitto servo, vendoliano carletto vai a fare la cacca in gabinetto, accendi la lampadina del cervello e vedrai la luce, a voi pidioti hanno prelevato il cervello alla nascita? Ominicchio, sei merda di tuo o fai parte dei troll prezzolati del PD?"
Nel frattempo, Di Battista da Santoro fa outing: "pure io prima votavo PD, poi mi sono disintossicato".
E messo di fronte a questa rivelazione ne concludo che se abbiamo avuto in Italia lo schifo degli ultimi venti anni non e' certo per colpa mia che non ho mai (MAI!) votato PD (ne' PDL, ne' Forza Italia, ne' Lega ne' altri grandi partiti di potere, premiando sempre le iniziative politiche piu' illuminate e pertanto condannate a restare minoritarie).
Se siamo dove siamo e' per gente come Di Battista e tutti quelli che hanno dato "voti utili" al PD e ai grandi partiti di finto cambiamento, per i cialtroni che fanno squadrismo 2.0 chiamando piddino, comunista o terrone chiunque canti fuori dal loro coro, per la gente che da' a una vetrina televisiva piu' valore della propria firma, delle promesse fatte e della parola data, per quelli che si atteggiano a coraggiosi rivoluzionari mentre sono soltanto i soliti italiani furbetti a convenienza, che in campagna elettorale firmano contratti con gli italiani e poi li stracciano una volta arrivati in Parlamento.
Non prendetevela con me se avete accettato accordi capestro che ieri eravate troppo succubi per rifiutare e oggi troppo esibizionisti per rispettare, io sono stato solo uno specchio della vostra incoerenza e del vostro opportunismo.
E mentre vi illudete di essere il futuro muovendovi in branco sui social network, io vedo in voi solo un triste passato destinato a ripetersi, con un tragico copione che ha gia' visto trasformarsi in lobby dei partiti che un tempo erano movimenti di resistenza, come e' gia' accaduto ai Radicali, ai Comunisti, ai Verdi. Salvatevi dalla loro fine ingloriosa finche' siete in tempo: basta decidere che il fine non puo' piu' giustificare i mezzi, e che uno spot di venti minuti sul piccolo schermo non deve bastarci per spingere un ragazzo onesto a tradire un impegno preso, per quanto discutibile possa essere questo impegno.
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