Il nuovo che avanza ma e' molto simile al vecchio
Leopolda 2002/2013: la crisi di mezza eta' della mia generazione
In un decennio siamo passati dal "movimento dei movimenti" al renzismo: cos'e' successo?
27 ottobre 2013 - Carlo Gubitosa
Un dato su cui riflettere: attorno alla Leopolda renziana del 2013 ho percepito l'interesse di un sacco di gente che era alla Leopolda movimentista del 2002, quando in una storica assemblea conclusiva del "Forum Sociale Europeo" si annuncio' quella che nel febbraio 2003 sarebbe diventata la piu' grande manifestazione mondiale per la pace della storia umana.
E' cambiato il mondo, e' cambiata questa gente o e' solamente la crisi di mezza eta' che spinge i quarantenni verso la realpolitik, con la supercazzola delle "civil partnership" che prende il posto delle unioni civili e dei matrimoni LGBT nel proprio orizzonte politico assieme a tutti gli altri surrogati renziani?
Ai postumi (della sbronza verso il nuovo unto dal signore) l'ardua sentenza, nel frattempo si attende che qualcuno di buona volonta' rimetta insieme i cocci della sinistra abbandonati sul campo di battaglia nella fretta di santificare l'ennesimo ex democristiano in sella al PD dopo Franceschini e Bindi.
Magari la mia analisi e' completamente fuori strada, ma in ogni caso i Renzi-boys non sono ancora riusciti a farmi capire in base a quale ragionamento la politica "nuova" che dovrebbe salvare il paese dovrebbe passare per le ricette di Renzi messe nero su bianco nel suo programma, ovvero le corsie preferenziali riservate alle multinazionali, la vendita di due reti Rai che sarebbero comprate dai soliti pochi, la dismissione del patrimonio pubblico con un mercato immobiliare depresso, la riforma Fornero applaudita ufficialmente da Renzi nel suo programma, nessuna riduzione di privilegi per le istituzioni clericali e le scuole private, nessun aumento delle tasse per chi guadagna sopra i due milioni di euro all'anno, nessuna riduzione delle spese militari, nessun aumento del prelievo fiscale sui profitti finanziari (capital gain), nessuna applicazione concreta del principio costituzionale di progressivita' fiscale, nessun freno alla roulette della finanza.
Magari sono bischero io, come direbbero a Firenze i cittadini col sindaco in tournee' perenne, ma proprio non riesco a capire la differenza tra il nuovo corso annunciato e il vecchio corso gia' sperimentato. Illuminatemi.
Nel frattempo se vogliamo ragionare nel merito dei problemi, al di la' dei personaggismi che segnano la perenne campagna elettorale in cui siamo immersi, segnalo il libro "Sbilanciamo l'economia", un convincente manifesto politico/economico post-ideologico che vi aspetta discretamente in libreria, lontano dalle luci della ribalta, redatto a quattro mani da Giulio Marcon e Mario Pianta.
Leggetelo, e poi mi direte se ho ragione a pensare che questa bella immagine della politica, lontana anni luce dalle superficiali analisi renziane e applicabile da chiunque abbia un po' di scienza e coscienza, puo' essere un efficace sostituto alla politica dell'immagine, che e' vincolata alla star di turno per essere applicata.
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