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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Gli odiosi ladri del Parlamento sono dilettanti in confronto agli invisibili ladri di Piazzaffari e Wall Street

Wired Italia, ti va di fare i conti in tasca anche ai finanzieri?

La finanza fa cento volte piu' danni della corruzione politica, ma stranamente ci sta meno antipatica e se ne parla di meno.
7 ottobre 2013 - Carlo Gubitosa

Un estratto dall'infografica di Wired sui costi della politica

Wired Italia ha pubblicato una interessante infografica interattiva sul finanziamento ai partiti, in cui sono calcolati CINQUE MILIARDI di euro che in 20 anni sarebbero stati assegnati alle varie formazioni politiche nel periodo che va dal 1992 ad oggi. Roba da far ribollire il sangue, vero?
 
Ma... un momento: nel solo 2008 la finanza ha bruciato CINQUECENTOVENTUNO MILIARDI di euro della ricchezza delle famiglie italiane. Per scoprirlo basta leggere il supplemento del bollettino statistico Bankitalia del 16/12/2009:
 
"I capital gains [delle famiglie italiane] nel 2008 sono stati negativi per circa 521 miliardi di euro, principalmente per effetto della forte contrazione dei corsi azionari avvenuta nel corso dell'anno; il risparmio delle famiglie è risultato invece positivo e pari a circa 88 miliardi di euro".
Detto in altre parole, in un solo anno (il 2008) nel casino' della finanza si e' bruciato mezzo "biliardo" di euro, soldi veri pagati per pezzi di carta chiamati azioni che col passare del tempo hanno perso il loro valore finanziario. Una curiosa somiglianza con pezzi di plastica chiamati fiches che vengono pagati con soldi veri, per poi generare delle perdite nei casino' dove vince sempre il banco, o con le schedine acquistate con soldi veri sognando guadagni stratosferici per poi scoprire il giorno dopo che il loro posto e' il cestino della spazzatura, e che alla fine a guadagnarci sono sempre i signori di Lottomatica, i signori di Montecarlo, i signori di Piazzaffari e Wall Street, che gestiscono le varie forme di gioco d'azzardo a cui abbocchiamo come allocchi.
 
E allora toglietemi questo dubbio: visto che i soldi intascati dai politici probabilmente foraggiano l'economia locale attraverso concessionarie d'auto, ristoranti, alberghi, donazioni di gioielli ad amiche compiacenti, acquisto di natanti e stipendi del personale di bordo, mentre i soldi persi con la finanza probabilmente vanno all'estero nelle grandi banche d'affari straniere, mi spiegate cortesemente perche' l'odio sociale e' focalizzato sulla casta dei politici mentre quella dei finanzieri passa in secondo piano anche se ruba cento volte di piu'?
 
Per quale misteriosa alchimia sociopolitica ci sta piu' antipatico Letta (che prenderemmo a fischi e pernacchie a cominciare da me) mentre per Briatore ci basta vederlo sbeffeggiato da Crozza che ne fa l'imitazione per essere soddisfatti?
 
E soprattutto, perche' i tizi di Wired Italia non fanno una bella infografica sui soldi mangiati dalla finanza in questi anni? Forse perche' dietro ogni grande testata editoriale e gruppo giornalistico c'e' sempre e comunque un credito bancario, una holding finanziaria, un investitore che ha un bel portafoglio di titoli, uno speculatore che differenzia i suoi investimenti tra i titoli di stato italiani e la carta stampata italiana.
Alcuni marchi editoriali del gruppo Conde' Nast
 
Nella fattispecie, Wired Italia e' una testata della Conde' Nast, uno dei piu' grandi imperi editoriali mondiali che vale centinaia di milioni di dollari, e possiamo bene immaginare che per i proprietari di questa azienda con sede a New York un "attacco grafico" ai poteri politici locali che intascano milardi sia molto piu' gradito di un attacco ai notabili di Piazzaffari o Wall Street che esportano centinaia di miliardi di ricchezza italiana nelle banche d'affari straniere. 
 
E l'elenco dei conflitti di interesse potrebbe continuare... che accadrebbe a testate come GQ, Vogue e Vanity Fair (tutte di proprieta' della Conde' Nast) se si scoprisse che ormai gli interessi che ruotano attorno al mondo dell'alta moda sono degli invisibili giochi di finanza che speculano sul valore immateriale dei marchi alla faccia di "nobildonne" che sperperano capitali per tessuti che magari sono stati prodotti in Asia?
 
A saper guardare oltre la superficie delle denunce di sprechi e ruberie che non spostano di una virgola gli equilibri di potere economico e finanziario, c'e' un forte rumore di fondo che ci distrae dai ladri in doppiopetto puntando il dito sui rubagalline del Parlamento.
 
Su tutto questo io non ho alcun potere di intervento, se non su me stesso, leggendo e studiando per non farmi fregare e per passare anche le informazioni apparentemente "accattivanti e ribelli" al vaglio critico della mia intelligenza, potenziata e acuminata dalle letture e dallo studio. Voi pero' state tranquilli, se la realta' vi sembra troppo complicata attaccatevi al polpaccio del primo politico che vi capita sotto tiro e azzannatelo senza pieta', cosi' almeno vi sarete sfogati.
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