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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Immigrazione e cittadinanza

Il M5* e lo Ius Soli scritto "di corsa" giusto per dire qualcosa

Il M5* presenta una interessante proposta di legge alternativa a quella della campagna "L'Italia Sono Anch'io". Ma per qualche parlamentare pentastellato e' un pezzo di carta che conta ben poco.
25 agosto 2013 - Carlo Gubitosa

Screenshot da Facebook

Il 14 giugno scorso, il Movimento Cinque Stelle ha presentato una proposta di legge (la n. 1204) sul cosiddetto "Ius Soli temperato", in base alla quale si "rende possibile l’acquisto della cittadinanza italiana a chi nasce in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno vi risieda legalmente da non meno di TRE ANNI o da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia e vi risieda legalmente da non meno di UN ANNO". (Qui il testo integrale).
 
Si tratta di una proposta strutturalmente analoga, anche se con requisiti piu' stringenti, rispetto alla proposta di legge presentata dalla campagna "L'Italia sono anch'io", una campagna alla quale il M5* non ha mai voluto aderire ufficialmente (pur avendola sostenuta con un voto favorevole a mozioni e ordini del giorno in vari enti locali) perche' nella strana galassia dell'"alternativa" e' molto facile che la societa' civile aderisca a campagne promosse dal M5*, ma al tempo stesso e' abbastanza raro che avvenga il contrario.
 
La campagna in questione, attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta trasversalmente da varie forze politiche, realta' associative e singoli cittadini, chiede che la cittadinanza italiana sia riconosciuta a "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia legalmente soggiornante in Italia da almeno UN ANNO", e a "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia" (senza ulteriori vincoli).
 
Il concetto di cittadinanza lo definiscono i cittadini, e in quanto tale e' una opinione, e non un dato oggettivo o scientifico: per me, ad esempio, (e sottolineo PER ME) e' istantaneamente italiano chiunque nasce in Italia, visto che non puo' essere di nessun altro paese perche' non ne ha visti altri. Al massimo, se proprio ci sembra eccessivo chiamarlo italiano solo perche' ha un corredo genetico di persone prive di cittadinanza italiana, possiamo definirlo apolide, ma se dobbiamo legarlo a un territorio, per me l'unico territorio sensato e' quello su cui si sono dischiusi gli occhi del nascituro.
 
Magari qualcun altro potra' pensarla diversamente, e considerare italiano anche chi viene concepito in Italia, perche' prima ancora della nascita la sua mamma si nutre di aria italiana, di cibo italiano, di suoni italiani, ma come gia' detto si tratta solamente di un'opinione, che non si puo' considerare verita' assoluta ma ha comunque diritto di essere rispettata ed eventualmente di diventare legge nel caso in cui diventi un'opinione condivisa, maggioritaria e rappresentata da un numero sufficiente di Parlamentari.
 
Ma il tema in questione e' molto delicato, perche' riguarda il futuro di tutti noi e non solo quello degli immigrati, e quindi non possiamo permetterci di improvvisare, di vagare nella babele delle opinioni o di filosofeggiare a vanvera su temi politici e sociali cosi' critici e cosi' attuali. Per questo motivo la mia opinione la terro' per me limitandola al livello culturale, intellettuale e dialettico, per aderire sul livello politico all'opinione che mi sembra piu' solida, argomentata e sostenuta da persone e organizzazioni competenti
 
E qui arriviamo al punto: qual e' la differenza tra le due proposte di legge? Quale, tra quella del M5* e quella della Campagna "L'Italia Sono Anch'io" puo' essere maggiormente condivisibile perche' associata alle competenze e alle conoscenze piu' solide?
 
Le proposte di legge della campagna "L'Italia sono anch'io" nascono da una rete di soggetti promotori di cui fanno parte anche organizzazioni "storiche", al di sopra di ogni sospetto di populismo e demagogia, attive da decenni sui temi dell'immigrazione e per le quali si puo' ipotizzare a ragion veduta che siano a caccia di diritti negati e non di facili consensi. Sigle come Arci, Acli, Caritas Italiana, Cgil, Cnca (Coordinamento Nazionale Delle Comunità D’Accoglienza), Emmaus Italia, Federazione Delle Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Tavola Della Pace e altre organizzazioni ben note a chi ha fatto volontariato o si e' occupato di temi sociali almeno una volta nella vita.
 
Dall'altra parte abbiamo che il parlamentare "pentastellato" Manlio Di Stefano (uno dei firmatari del progetto di legge sullo Ius Soli del M5*) dichiara di aver proposto quella legge "di corsa", giusto per dire qualcosa di diverso dagli altri gruppi politici.
 
Manlio Di Stefano (Fonte Facebook)
 
Ecco cosa scrive in merito Di Stefano alla "base pentastellata" sul suo profilo Facebook:

(...) non prenderemo nessuna decisione senza coinvolgere la rete e quindi tutti voi. Una legge sullo ius soli l'abbiamo depositata di corsa per evitare che l'unica disponibile fosse quella della Kyenge (e quindi di Pd e Pdl) ma dato che il governo non sta spingendo piu' su questo tema noi non lo facciamo nemmeno proprio perche' vorremmo prima discuterla con voi (maledetta piattaforma).

 
Il riferimento alla "piattaforma" e' quello ad un fantomatico strumento telematico per l'esercizio della "democrazia elettronica" all'interno del M5*, annunciato a piu' riprese dall'entourage di Casaleggio e mai messo in opera. (la prima volta che ne ho sentito parlare era il 2010).
 
Il cittadino/deputato Di Stefano spiega di aver presentato "di corsa" quella proposta di legge sullo Ius Soli, giusto per dire qualcosa di diverso dagli altri schieramenti, e che su quella proposta il movimento cinque stelle non spingera' piu' di tanto perche' non c'e' il rischio di essere sorpassati da altri sulla questione dei diritti di cittadinanza, visto che il governo non ha quel tema in cima alla sua agenda.
 
Nonostante le dichiarazioni di Di Stefano, a me quella proposta di legge non sembra frettolosa, ma piuttosto ragionata e ben fatta, e la considero comunque un miglioramento rispetto all'attuale negazione di diritti, pur prevedendo requisiti piu' stringenti da quelli auspicati dalla campagna "L'Italia sono anch'io".
 
In aggiunta a questo va detto che il primo firmatario di quella proposta di legge e' Girgis Giorgio Sorial, un cittadino italiano con genitori egiziani nato a Brescia, nel cuore del pregiudizio leghista, e pertanto persona piu' che competente e sensibile rispetto alle questioni legate ai "nuovi italiani" e ai problemi legati all'integrazione.
 
Non capisco quindi come mai Di Stefano si sia prodigato nel denigrare con accuse di frettolosita' il lavoro si Sorial e dei colleghi che hanno presentato questa proposta di legge. L'unica spiegazione per questa minimizzazione dell'atto politico in questione e; che l'uscita del Di Stefano sia finalizzata a rassicurare i sostenitori del movimento che sono xenofobi in senso etimologico (ovvero spaventati dagli stranieri) col messaggio "tranquilli, questa proposta di legge non vale niente, e' stata fatta tanto per fare, adesso noi non la spingeremo nei lavori parlamentari visto che nessun altro si sta occupando del tema, e la proposta vera poi la faremo quando arrivera' l'agognata piattaforma decisionale".
 
Esimio Di Stefano, di fronte alla genesi quantomeno controversa di questa proposta di legge (firmata convintamente da alcuni e meno convintamente da te), sono tante le domande che vorrei fare a te e a tutti i pentastellati con responsabilita' istituzionali che condividono con te la valutazione di nullita' di quell'atto politico.
 
Anziche' sostenere proposte di legge velleitarie da sconfessare il giorno dopo, perche' non studiate il problema dell'immigrazione, perche' non leggete i dossier della Caritas e le statistiche Istat, perche' non vi confrontate con le associazioni e i volontari che lavorano da decenni sui temi dell'immigrazione e assieme agli immigrati, perche' non parlate con gli "italiani di fatto" bollati come stranieri che chiedono gli stessi diritti del loro compagno di banco, perche' non vi prendete almeno un'ora di tempo per vedere il documentario "18 Ius Soli", che potrebbe aprire le vostre menti ottenebrate dall'ossessione per il "nemico politico", talmente totalizzante da scrivere in fretta (e quindi male) proposte che riguardano la vita dei piu' deboli e sfruttati?
 
Egregio Di Stefano, se quel documentario non sai dove trovarlo, ti segnalo che all'indirizzo www.18-ius-soli.com trovi il calendario dele prossime proiezioni pubbliche: magari organizzane una anche tu alla Camera dei Deputati, e poi fai convintamente una proposta di legge che ti sembra rispettosa delle migliaia di "italiani di fatto" ma non di diritto presenti nel nostro paese, e falla senza correre, falla a ragion veduta, falla con liberta' di coscienza, e magari anche col coraggio di affermare principi diversi dall'idea dominante nel tuo movimento politico, perche' di fronte alla propria ignoranza su temi delicati come quello dell'integrazione e' troppo facile dire "decidera' la rete", quando ancora non si sa bene in che termini e con che strumenti la fantomatica "rete" potra' avanzare proposte di legge da presentare in parlamento attraverso i pentastellati, visto che la fantomatica "piattaforma" da te invocata sembra ormai come l'araba fenice: "che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa".
 
Studia, caro Di Stefano, e poi abbi il coraggio di prendere posizione di fronte alla storia come ha meritoriamente fatto il tuo collega Sorial, perfino in diretta televisiva con la sua magnifica pelle olivastra, parlando di "Ius Soli temperato" con un perfetto accento bresciano che nemmeno la leghista pugliese Rosy Mauro potrebbe permettersi di sfoggiare.
 
Prendi posizione anche tu di fronte ai piu' deboli, di fronte ai senza diritti, di fronte ai senza patria che si sentono italiani senza poterlo provare con un documento, perche' tu sei pagato anche per pensare, informarti e ragionare, e non solo per fare il passacarte portando in Parlamento decisioni prese "dalla rete". Ragiona con la tua testa su cio' che e' giusto e abbi il coraggio di far crescere la conoscenza e la consapevolezza del tuo movimento politico se la scelta che tu ritieni piu' giusta sara' una scelta minoritaria, perche' l'obiezione di coscienza al servizio militare, il suffragio universale esteso alle donne e il diritto di divorziare quando necessario sono delle conquiste civili nate da idee minoritarie portate avanti con coraggio da gente che ha avuto la pazienza di studiarle.
 
Per me tertium non datur: se quella proposta di legge e' stata davvero scritta di corsa e senza l'intenzione di spingerla convintamente nei lavori parlamentari, sono stati superficiali gli estensori di quel testo. Se invece Di Stefano ha minimizzato un importante atto politico per tenere buona la base, e' stato superficiale lui. Sia come sia, per il futuro va detto che se non si e' convinti di quello che si scrive e' meglio non scrivere, e una volta che si e' scritto qualcosa bisogna avere il coraggio di rivendicare quelle idee anche contro l'orientamento della base del proprio partito o movimento. Se in coscienza si e' persuasi di qualcosa, bisogna avere la forza e la pazienza di condividere questa persuasione con gli altri. Perche' dalla scelta di Barabba in poi, la maggioranza non ha sempre ragione, e non diventa infallibile nemmeno se si esprime con le tecnologie piu' avanzate.
 
Chi si assume una responsabilita' istituzionale, caro Di Stefano,  a volte deve avere anche le spalle abbastanza solide da sostenere posizioni impopolari o minoritarie, senza blandire gli interlocutori o minimizzare il proprio lavoro parlamentare. Se non sei convinto di una proposta di legge, non firmarla. Se invece ti convince e la firmi, dai battaglia in parlamento perche' quella proposta diventi legge, e argomenta le tue convinzioni e le ragioni della tua firma anziche' dire che quella firma non vale nulla. Perche' non sei pagato per firmare pezzi di carta inutili con cui passare il tempo in attesa che arrivi "la piattaforma", ma per provare a cambiare questo Paese a partire dalle sue leggi.
 
Screenshot da Facebook
 
[UPDATE 26-08-2013] Il deputato di Stefano ci spiega che nella sua personale accezione della lingua italiana dire che qualcosa viene fatto "di corsa" equivale a dire "senza consultare la rete".

Allegati

  • - Fonte: http://big.assets.huffingtonpost.com/cittadinanza_0.pdf
    Proposta di legge - GRUPPO M5S CAMERA DEI DEPUTATI (primo firmatario della proposta di legge è il deputato Sorial, seguito dalla deputata Dadone, della Commissione Affari costituzionali, seguono tutte le altre firme in ordine alfabetico)
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