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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Va bene restituire, ma a chi? E con quali risultati?

Cinque domande sul "restitution day"

Dopo il comprensibile entusiasmo per un gesto epocale, proviamo a ragionarci sopra
5 luglio 2013 - Carlo Gubitosa

Assegno "restitution day"

Cari amici del M5*,

 
la restituzione del denaro in eccesso rispetto a quello che avete considerato uno stipendio dignitoso e' un atto che vi fa grande onore, e' un gesto  che marca in modo netto la differenza tra il Movimento Cinque Stelle e le altre formazioni politiche che hanno ignorato per anni le indicazioni espresse dai cittadini attraverso i referendum, ed e' un gesto per il quale esprimo la mia massima stima.
 
Vi prego pero' di accettare un mio modesto contributo di riflessione con alcune domande, che da un lato servono a chiarire maggiormente le modalita' operative di questa restituzione, dall'altro servono a evidenziare alcune criticita' per chiederci se la forza simbolica, culturale, etica e politica di questo gesto puo' diventare con alcuni accorgimenti la premessa per un nuovo modello di gestione del patrimonio pubblico.
 
Ecco quindi le mie domande:
 
1) IL FONDO. Che cosa e' esattamente il "fondo di ammortamento del debito pubblico"? Con quale atto amministrativo e' stato istituito? Dove si possono leggere le regole di funzionamento, di gestione, di rendicontazione e di trasparenza di questo fondo?
 
2) IL GESTORE. Chi sara' il gestore e l'amministratore del fondo? Il governo italiano, il ministero del Tesoro, quello dell'Interno che eroga gli stipendi dei parlamentari, la Banca d'Italia o un altro ente che ignoro? Se quel denaro andra' nella contabilita' ordinaria, verra' amministrato dalla maggioranza di governo nella prossima legge finanziaria oppure prendera' altre strade che ignoro? Se con l'assorbimento nella contabilita' ordinaria verra' amministrato dalla maggioranza di governo, ovvero dall'esecrabile inciucio PD-PDL, non sarebbe stato meglio far amministrare quel fondo direttamente dal M5*, cioe' da persone orientate all'onesta', alla trasparenza e alla correttezza nella gestione dei fondi pubblici?
 
3) LA DECISIONE. Chi ha deciso che i soldi restituiti non dovevano essere destinati a scuole, ospedali, immigrati e famiglie sotto la soglia di poverta' (in Italia secondo l'Istat i poveri sono il 14,4% della popolazione) ma dovevano servire a pagare gli interessi sul debito? (perche' di quello si tratta, parlando di "ammortamento del debito" va detto che prima di intaccare il capitale del debito pubblico ci sono MILIARDI DI EURO di interessi da pagare ogni anno, e non solo milioni). Visto che non mi risultano delle votazioni sul portale beppegrillo.it, chi ha deciso la destinazione dei soldi restituiti? Perche' a livello regionale in Sicilia gli "extrastipendi" sono stati destinati a un "fondo per il microcredito" per sostenere le imprese con meno di dieci dipendenti, mentre a livello nazionale si e' deciso altro? Quali sono i processi decisionali per individuare la destinazione dei soldi restituiti a livello cittadino, regionale  e nazionale, e in che modo il cittadino ha la possibilita' di partecipare a queste decisioni?
 
4) LE ALTERNATIVE. Si poteva immaginare una restituzione di quei soldi con maggiori ricadute per il cittadino in termini di servizi e benefici diretti? Sono state valutate (e se si', come mai sono state scartate) le opzioni di una "restituzione vincolata" con una donazione al ministero della sanita' o a quello dell'istruzione, per evitare che quel denaro finisse nella contabilita' generale dello stato col rischio che sia usato dal PD/PDL per ripianare non si sa bene quali debiti? (Anche la TAV, ad esempui e' un'opera fatta "a debito").
 
5) LE CONSEGUENZE. A detta di molte organizzazioni della societa' civile (tra cui le campagne Smonta il debito, Re-Common, Rivolta il Debito, No Debito, eccetera) la crisi del debito pubblico e' un fenomeno speculativo simile allo strozzinaggio che obbliga un indebitato sempre piu' povero a pagare interessi sempre maggiori sprofondando in una spirale da cui e' difficile uscire. (Per approfondire la questione c'e' il Kit di formazione "Debito Pubblico. Se non capisco non pago" realizzato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo) Per salvare una persona caduta in mano allo strozzinaggio e' meglio aiutarlo a pagare gli interessi agli strozzini mettendo un cerotto su una piaga aperta oppure si puo' pensare di affrontare il problema alla radice migliorando le condizioni di vita e di lavoro dell'indebitato per spezzare le catene che lo costringono a lavorare per gli strozzini? In altre parole, visto che col "vincolo di pareggio di bilancio" introdotto nella costituzione sono stati messi fuorilegge Keynes e le sue teorie della "spesa a deficit" come motorino di avviamento della crescita economica, le risorse destinate all'ammortamento del debito sarebbero state una grande occasione per realizzare quella "spesa a deficit" come investimento sul futuro per scuole, ospedali, infrastrutture e servizi, visto che ormai queste politiche sono diventate anticostituzionali, e cio' che resta del welfare e' ormai stritolato tra il patto di stabilita', la lobby delle cliniche e delle scuole private e la lobby dei grandi appalti che toglie risorse alle piccole opere infrastrutturali di cui avremmo un grande bisogno?
 
Pur sostenendo le iniziative di Beppe Grillo da piu' di un decennio, ovvero dai tempi delle "Carovane della pace" dei Comboniani, quando Grillo portava sul palco dei suoi spettacoli gli attivisti della "Rete Lilliput" e non i candidati della sua formazione politica, per questo mio vizio di fare domande sono stato indicato in piu' occasioni come un "nemico" da attivisti a cinque stelle dell'ultima ora poco avvezzi al confronto costruttivo con chi esercita il pensiero critico in modo onesto.
 
Io pero' preferisco considerarmi un amico onesto della societa' civile e dei cittadini organizzati, che condidera la critica costruttiva come una opportunita' di progresso e di miglioramento. Per questo motivo mi impegno ad accettare e valutare eventuali risposte con la stessa onesta' che ho impiegato nel porre queste domande. Se invece le obiezioni a questi nodi critici non scenderanno nel merito, ma rientreranno in format gia' noti del tipo "quelli di prima non avevano fatto nemmeno questo, ora stai a fare le pulci a noi?", "se non ti sta bene cosi', puoi sempre sostenere il PD", "non e' con le critiche che cambieremo il paese", "ma perchè invece che cercare il pelo nell'uovo in una iniziativa lodevole del M5S non ti prodighi per chiedere ai partiti analoghe iniziative?",  o il banale "chi ti paga?", sappiate fin d'ora che questo tipo di repliche non serviranno a sciogliere i miei interrogativi, semmai ne apriranno di nuovi sul ruolo che questo movimento vuole assegnare ai giornalisti, agli intellettuali e a chi prova ad approfondire le questioni al di la' dei loro aspetti piu' inediti e entusiasmanti.
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