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Gubi visto da Flaviano

Benvenuti!

Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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La disciplina di partito non va bene per un movimento

Reazioni scomposte al primo "voto difforme" a cinque stelle

Avvisate Beppe che con il dirigismo e il verticismo si va tutti a picco: lui, noi, il movimento e il Paese.
16 marzo 2013 - Carlo Gubitosa

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Riepiloghiamo: a dicembre Beppone, senza darne comunicazione pubblica agli attivisti del M5*,  registra lo statuto di una associazione dove i parlamentari decidono in coscienza e "senza vincolo di mandato" come prevede la costituzione.
 
 
E immediatamente, manco fosse stato votato il Joker o Vito Corleone, arriva il cazziatone del capo che invita a "trarre le dovute conseguenze" dal proprio voto difforme. 
 
E se le conseguenze da trarre fossero che il capo deve tranquilizzarsi un attimo, dare fiducia ai suoi ragazzi e chiarirsi un po' le idee sulla differenza tra un voto espresso da centosessanta parlamentari e centosessanta parlamentari che esprimono il proprio voto? 
 
La clausola accettata dai candidati di subordinare il loro voto alle decisioni della maggioranza del gruppo parlamentare mi sembra poi che sia contraria all'articolo 67 della Costituzione, cosi' come il divieto di esprimere il proprio pensiero con alcuni mezzi di diffusione, accettato dai candidati alle "Parlamentarie" e' contrario all'articolo 21. Magari mi sbaglio, ma secondo me non e' il voto difforme che tradisce gli elettori, ma semmai e' l'obbligo di votare all'unisono che tradisce la costituzione
 
Chi sta vicino a Grillo non abbia paura di dirgli che e' consigliato male, che l'ansia di controllo consuma i leader dall'interno, che delegare e organizzare e' piu' difficile che comandare, ma alla lunga lo sforzo si ripaga, che stringendo la sabbia si rimane col pugno vuoto, che gli eletti sono teste pensanti ciascuna a suo modo e con la propria coscienza, con idee e sensibilita' da rispettare fino a quando non vanno in direzione contraria ai principi del movimento (ma non era questo il caso), e che un vero cambiamento si costruisce con la costruzione di FIDUCIA nel gruppo e non con la DISCIPLINA di partito. Diteglielo, vi prego. Senno' con il dirigismo e il verticismo si va tutti a picco: lui, noi, il movimento e il paese.
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