Quando le banche private valgono piu' degli interessi pubblici
Il Mondo dei Pazzi ti Svena: analisi in dieci punti di una fregatura dei banchieri
Gli spettri del default, dei fallimenti bancari e della crisi usati per legittimare la finanza creativa a danno dei cittadini
1 febbraio 2013 - Carlo Gubitosa
1 - Un governo dimissionario e non legittimato da consultazioni elettorali, sostenuto da una scellerata alleanza tripartisan (nata dalla convergenza degli interessi delle banche d'affari, della galassia Berlusconi e dei potentati locali che ruotano attorno al PD) ha deciso a ridosso delle elezioni politiche di coprire i debiti del Monte dei Paschi di Siena, esplosi all'inizio del 2013 senza sorprese per gli "addetti ai lavori", ovvero per i giornalisti, i parlamentari e i cittadini che avevano gia' lanciato ripetuti segnali di allarme sulla situazione di questa banca.
2 - Contrariamente ad ogni principio di "lassez faire" e di non intervento dello Stato nella libera economia di mercato, il governo piu' neoliberista degli ultimi anni ha deciso di coprire i debiti del Montepaschi con la pesante ingerenza statalista di un intervento pubblico assistenziale, perche' questa banca viene considerata come una ricchezza economica per tutta l'Italia e in modo particolare per il territorio di Siena in cui questa banca e' radicata.
Peccato che gia' nel giugno del 2012 questa banca abbia deciso di produrre disoccupazione, e non ricchezza, tagliando piu' di 4.600 posti di lavoro e programmando la chiusura di 400 filiali entro il 2015. In ogni caso il fallimento per una gestione pessima e corrotta, a cui andrebbe incontro questa banca se fosse abbandonata alle forze di mercato, viene considerato a destra e sinistra come un evento potenzialmente devastante per l'economia locale e nazionale, e quindi l'iniezione di denaro pubblico in questo complesso sistema economico e' stata descritta a destra e sinistra come un "male minore" sicuramente preferibile al fallimento di questo istituto di credito.
3 - Per coprire questi debiti con trucchi di finanza creativa sono stati inventati dei pezzi di carta, chiamati Monti-Bond, che il Ministero del Tesoro ricevera' dalla banca in cambio di QUATTRO MILIARDI DI EURO, piu' o meno il 10% di una manovra finanziaria nazionale.
4 - I Monti-Bond non hanno data di scadenza: non e' che a un certo punto MPS sara' obbligata a restituire i soldi prestati onorando gli interessi pattuiti, ma sara' il ministero del Tesoro a decidere quando quei pezzi di carta andranno convertiti o riscattati. E questo probabilmente non avverra' mai, perche' chiedere il rimborso di quei pezzi di carta metterebbe a rischio la banca, che tiene in ostaggio i risparmiatori e a quanto pare l'intera economia italiana dalla citta' di Siena fino al ministero del Tesoro.
5 - Anche nel caso in cui si decidesse di recuperare questo prestito, in caso di bilancio in rosso o con utili che non coprono l'intero importo degli interessi maturati sui pezzi di carta venduti al ministero del Tesoro, il Montepaschi potrà saldare il debito con lo Stato Italiano pagando in azioni. In pratica noi abbiamo dato soldi ad una banca sull'orlo del fallimento, che con tutta probabilita' non potra' restituirci quei soldi con l'interesse del 9%, e pertanto in cambio di quei soldi e' probabile che riceveremo dei pezzi di carta, che attestano formalmente la "comproprieta'" dello Stato Italiano in una banca che con i suoi giochi finanziari ha prodotto profitti per pochi e debiti scaricati su tutti.
6 - Nel frattempo ci sono dei dipendenti-soci del MPS che hanno avuto il TFR pagato con pezzi di carta (azioni MPS) che erano allettanti quando valevano tanto, ma destinati a valere sempre meno in futuro, e sballottati dalle onde impetuose della finanza vedono svanire i frutti di una intera vita professionale con un TFR che si trasforma in foglietti di carta colorata.
7 - Nel frattempo c'e' gente che ha investito in altri "titoli subordinati" del Montepaschi, già emessi per oltre 5 miliardi: si tratta di pezzi di carta che sono stati pagati una certa quantita' di soldi con l'obiettivo, o meglio la speranza, di riceverne una quantita' maggiore dopo un certo periodo di tempo. Questa speranza e' destinata a scontrarsi con una triste delusione, perche' le regole stabilite con l'emissione dei pezzi di carta chiamati "Monti Bond" consentono alla banca che emette questi bond di di non pagare gli interessi sui titoli subordinati già in circolazione, laddove nelle mille clausole scritte in piccolo da chi ha comprato questi titoli era stato stabilito il diritto di esercitare la cosiddetta "opzione di non pagamento" da parte di chi ha venduto quei pezzi di carta in cambio di denaro contante, promettendo in teoria di restituirne piu' di quello che era stato ricevuto.
Questo rifiuto di onorare gli interessi sui titoli subordinati, che ai meno esperti potrebbe sembrare un furto legalizzato, in realta' tra gli addetti ai lavori e' descritto come una misura avallata dalla stessa Commissione Europea, peraltro gia' ampiamente utilizzata nelle ristrutturazioni bancarie in Inghilterra e Spagna.
8 - Nel frattempo la cosiddetta "crisi economica generalizzata" (che in realta' e' crisi solo per lo stato sociale e non per il sistema bancario, che trova soldi quanto e piu' di prima) viene utilizzata come spauracchio, feticcio, mantra e ritornello per tagliare le risorse a disposizione degli enti locali, dei servizi sociali, dei trasporti pubblici, delle scuole, degli ospedali, delle piccole e medie imprese che quando falliscono non possono salvarsi con bond statali, hanno un difficile accesso al credito, e sempre meno incentivi perche' c'e' la crisi e i sussidi all'economia si danno solo se sei una banca e ti servono miliardi, ma svaniscono se sei una pizzeria che potrebbe salvarsi con diecimila euro di investimento pubblico, magari defiscalizzando il lavoro o l'acquisto di determinati macchinari.
9 - Nel frattempo, mentre per una banca fallita sono stati trovati quattromila milioni di euro dei contribuenti (che probabilmente si smarriranno nel tavolo da gioco della finanza trasformandosi in altri pezzi di carta) a Bologna non si trovano ottocentomila euro per il mantenimento del verde pubblico e dei giochi dei bambini, soldi che alimenterebbero l'economia locale generando lavoro, reddito e benessere psicofisico. Anziche' mettere in discussione questo paradigma, l'assessore locale all’urbanistica e agli spazi verdi di Bologna ha annunciato il progetto di affidare le altalene ai privati facendo pagare un biglietto d'ingresso ai bambini, o meglio alle loro famiglie.
"Oggi il Comune di Bologna deve essere capace di razionalizzare il proprio patrimonio perché in cassa non abbiamo più soldi", ha detto il noto assessore bolognese, che in questo articolo lasceremo anonimo come icona di tutte quelle migliaia di amministratori locali che accettano passivamente come verita' di fede priorita' di spesa, vincoli di bilancio, paradigmi economici e modelli sociali imposti da poteri che considerano (a torto) superiori e immutabili, da accettare con rassegnazione come si accetta la volonta' divina o i capricci del clima.
10 - Nel frattempo, fino a quando la popolazione italiana sara' schiacciata da una macelleria sociale che produce, analfabetismo funzionale, teledipendenza e ignoranza sulle devastazioni introdotte dalla finanziarizzazione dell'economia, sara' difficile che le politiche economiche possano essere orientate sull'interesse dei cittadini anziche' su quello delle banche. Fino a quando non saremo pienamente consapevoli di come ci stanno togliendo la "cosa pubblica" da sotto i piedi per metterci un potere finanziario sopra la testa, e' prevedibile che trucchetti di finanza creativa come questo saranno destinati a ripetersi anche in futuro.
Se le persone accetteranno di buon grado (per ignoranza o disinteresse) di assistere coi propri soldi banche nate per assistere i cittadini, dovremo pagare il conto di tasca nostra ogni volta che i potere bancario giochera' male le sue carte sulla roulette della grande finanza, e l'arricchimento, la stupidita' e la miope avidita' di qualcuno si trasformeranno nell'ennesimo fallimento di una banca dove i profitti rimarranno privati e le perdite verranno socializzate finche' la corda non sara' tirata fino a spezzarsi.
Quel giorno, quando decideremo che gli spettri del default, dei fallimenti bancari e della crisi non ci faranno piu' paura, saremo pronti a costruire una nuova societa' ribellandoci col coraggio della nonviolenza, per dimostrare con fantasia e intelligenza che la vera ricchezza culturale, gastronomica, architettonica, turistica, paesaggistica, archeologica e artistica di Siena vale molto piu' della finta ricchezza di una banca decotta e spolpata dagli avvoltoi che l'hanno guidata nel deserto della finanza.
Quel giorno, quando prenderemo il futuro nelle nostre mani, potremo decidere che l'Italia non puo' permettersi di far morire la sanita' pubblica, la scuola pubblica, le pensioni sociali, i servizi sociali, l'assistenza ai piu' deboli, la ricerca scientifica, l'universita', il sostegno alle arti e alla cultura, ma puo' benissimo permettersi di sopravvivere alla morte delle banche, inventandosi mutue assistenze, casse sociali, collettivi etici di risparmio e ogni altra forme di solidarieta' capaci di rendere la gestione del denaro una risorsa per tutti e non un potere per pochi.
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