Elezioni politiche
Onorevoli a cinque stelle, usate la testa e la coscienza!
Riflessioni sul vincolo di mandato, la costituzione e la "democrazia elettronica".
29 gennaio 2013 - Carlo Gubitosa
Spero che i parlamentari a cinque stelle votino in aula usando la loro intelligenza e secondo coscienza, con il coraggio di contrastare idee e proposte che in scienza e coscienza considerano sbagliate, anche quando queste proposte sono maggioritarie. Molti attivisti a cinque stelle, invece, sono entusiasti all'idea di mandare in Parlamento gente che stacca il cervello e la coscienza votando secondo le indicazioni di un indefinito "popolo" o di una altrettanto indefinita "rete", e sono contenti di essere rappresentati da persone a cui si vorrebbe imporre un vincolo di mandato contrario all'articolo 67 della costituzione ed e' stato gia' imposto con la candidatura un divieto di espressione nei Talk Show contrario all'articolo 21.
Questi attivisti si chiedono perche' dovrebbero far danni decisioni prese liberamente dal popolo a maggioranza, e questa domanda mi fa venire in mente molte cose: la figlia di una mia amica che a 10 anni mi dice "non ha ragione chi e' in maggioranza, ha ragione chi ha ragione", la battuta delle "formiche" di Gino e Michele "mangiate merda: milioni di mosche non possono sbagliarsi", l'elezione democratica "a maggioranza" di Adolf Hitler e le variegate maggioranze di persone lobotomizzate da trent'anni di televisione berlusconista, che in assenza di una solida cultura dei diritti sarebbero probabilmente favorevoli alla pena di morte per reati odiosi, alla negazione dei diritti sociali e civili per le minoranze Rom, migranti e LGBT, all'abolizione di ogni sostegno pubblico alla cultura e all'editoria solo perche' i sussidi di adesso se li arraffano i grandi quotidiani, all'aumento dell'orario di lavoro degli insegnanti percepiti come fannulloni, all'abolizione di sindacati percepiti a buon diritto come lontani dai lavoratori e conniventi con il potere, ma che comunque andrebbero riformati e non cancellati.
L'elenco di queste "maggioranze popolari" potrebbe continuare a lungo, e nulla ci garantisce che non possano trovare la strada per esprimersi nei meccanismi di rappresentanza del M5*, dove ho incontrato persone molto illuminate ma anche i ragionamenti beceri di gente che sostiene il Movimento solo per demolire il potere esistente, con una visione della realta' che su molti temi non e' distante da quella imposta dal pensiero unico dei grandi media.
Quasi vent'anni fa, il compianto e illuminato Franco Carlini aveva descritto tutti i rischi della democrazia plebiscitaria online nel suo libro "Internet, Pinocchio e il gendarme". Ma siamo un Paese troppo ignorante, smemorato e illetterato per aver tratto profitto da quegli insegnamenti.
Per queste ragioni sono convinto che il "voto a cinque stelle" possa offrire garanzie totali sulla rottamazione di un vecchio potere, ma allo stato attuale, per i limiti strutturali di questo movimento, puo' dare ben poche garanzie sull'affermazione di una nuova societa' piu' aperta, meno violenta, piu' attenta ai deboli, alle minoranze, agli irregolari, ai problematici, agli stranieri, ai minori che non possono votare nemmeno online, capace di valorizzare le culture minoritarie portatrici di pensieri multipli alternativi al pensiero unico dominante, come il pensiero anarcolibertario, la cultura della nonviolenza, l'antimilitarismo, l'anticlericalismo che combatte gli abusi di potere ecclesiastico, il cristianesimo di base e i movimenti spirituali che arricchiscono l'umanita', il vegetarismo/veganismo, l'antispecismo e le teorie economie alternative, come l'analisi marxista che ancora oggi rimane valida per illuminare i meccanismi di sfruttamento e la lotta di classe dove i poveri si sono arresi, ma i ricchi combattono ancora senza esclusione di colpi come sanguinari macellai sociali.
Il "mondo nuovo" di cui parlava Danilo Dolci, non ci sara' portato in dono da un movimento salvifico, ma dovremo conquistarcelo passo dopo passo, con uno studio e un impegno che non consentono deleghe o deroghe, caricando sulle nostre spalle come cittadini liberi e pensanti la responsabilita' del cambiamento, a partire da noi stessi e dal cambiamento della nostra mentalita', delle nostre prospettive e delle facili certezze che potremmo sostituire con domande scomode e difficili, ma piu' utili per tutti.
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