Il PD dorme per dodici anni, e poi scoppia il caso Crisafulli
Sulle prossime elezioni politiche incombe la figura di Vladimiro Benedetto Adolfo Innocenti Crisafulli detto "Mirello", ripreso nel 2001 dalle telecamere della polizia a discutere con il boss mafioso Raffaele Bevilacqua di appalti, assunzioni e raccomandazioni.
Nei tribunali fu tutto archiviato, perche' da quelle conversazioni non sembra emerso nulla di concreto, e ancora piu' rapida fu l'archiviazione di questo episodio da parte del PD, che evidentemente ha ritenuto le frequentazioni e le discussioni di Crisafulli compatibili con la propria visione della politica.
Crisafulli fu candidato da Veltroni nel 2008, e divenne senatore proprio mentre il "Voto Utile" invocato da Veltroni mandava in pensione quei miseri brandelli di sinistra che ancora resistevano in Parlamento, e oggi tocca a Bersani candidare nuovamente questo controverso personaggio.
Prima che di questo caso se ne occupasse il Fatto Quotidiano, di Crisafulli ho parlato con Giuliano Cangiano nel libro "La mia terra la difendo" (www.mamma.am/giuseppe) e anni addietro con Mauro Biani su Paparazzin (http://issuu.com/paparazzin/docs/paparazzin_raccolta_50).
In entrambi casi io e i miei partner fumettari non avevamo abbastanza potere mediatico da far scattare l'indignazione. Speriamo che almeno il "Fatto" ci riesca, e che dopo una dozzina d'anni il PD si accorga di questa imbarazzante questione morale che pende sul suo capo.
Ma nel frattempo in quel partito sono tutti contenti: Bersani continua a disporre di un listino personale dove piazzare chi decide lui, e la base festeggia il grande risultato delle primarie, con il 40% di donne in lista. Chissa', magari in futuro oltre alle quote rosa ci saranno anche le quote migranti, le quote disabli, le quote disoccupati e le quote meridionali. Ma nel frattempo ci teniamo la "quota Crisafulli".
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