Il centrosinistra tra il suo popolo e i suoi leader
Questioni primarie: l'imbarazzo della scelta, le ragioni della non-scelta
In mezzo a tanti appoggi espliciti a questo o quel candidato, io mi sento di appoggiare soltanto la coscienza individuale.
25 novembre 2012 - Carlo Gubitosa
Viviamo in un paese che per certi versi sembra un malato terminale, con scuole, ospedali, servizi pubblici, sanita' e tessuto lavorativo colpiti da gravi forme di degenerazione. E quindi in condizioni di emergenza la partecipazione alla gestione della "Polis", ovvero l'impegno politico, e' piu' un dovere che un diritto.
E' questa la ragione che oggi spingera' molte persone ad esprimere il proprio orientamento politico nelle primarie del centrosinistra, sperando nell'affermazione del candidato premier che piu' si avvicina alla propria idea di governo virtuoso del paese.
E cominciano a fioccare gli "endorsement", gli schieramenti aperti di questo o quell'altro "opinion maker", "influencer", "Maître à penser" o come vogliamo chiamarlo, per dire che tizio e' meglio di caio e quindi faresti bene a sostenerlo anche tu.
Una pratica, quella dell'"endorsement", viziata dalla superbia e dall'accidia: la superbia di chi pensa che gli altri farebbero meglio a pensare con la sua testa evitando di usare la loro e l'accidia di chi preferisce pensare con la testa altrui per non surriscaldare troppo la propria.
E' per questa ragione che in questi giorni mi sono limitato a fare un anti-endorsement nei confronti di Matteo Renzi, per esprimere un mio personale rifiuto di una proposta politica che e' velleitaria quando non e' pericolosa, senza suggerire nomi di ipotetici salvatori della patria su cui scommettere il mio sostegno politico invitando altri a fare altrettanto.
Per capire la mia diffidenza nei confronti di Renzi non c'e' bisogno di fare illazioni sulle sue frequentazioni della grande finanza o dei salotti di Arcore, basta leggere il suo programma ufficiale, dove si evitano accuratamente questioni scottanti come grandi opere, guerre, lotta allo strapotere finanzario, laicita' dello stato.
Un programma dove si parla di "revisione del copyright" quando da anni i cittadini chiedono di legalizzare la copia privata senza lucro, trasformata in reato penale proprio dal centrosinistra all'epoca di D'Alema con una improvvida riforma del diritto d'autore, un programma, dove si teorizzano "Civil partnership" perche' dire "matrimoni GLBT" e' troppo maleducato, dove si parla di energie rinnovabili dopo aver difeso fino a ieri la lobby degli inceneritori, dove si pianifica la svendita di beni comuni con "dismissioni del patrimonio pubblico" e la privatizzazione di due reti Rai (probabilmente suggerita dal suo "consulente mediaset"), il tutto chiamando la crisi "congiuntura" (come se fosse un fenomeno climatico di cui possiamo solo prendere atto) senza usare il suo vero nome: "speculazione finanziaria".
Un programma in cui "la riforma previdenziale introdotta da Elsa Fornero non verrà messa in discussione", si vuole sfruttare per i servizi sociali "un’ampia offerta di lavoro a basso costo", ovvero una generazione di precari che si puo' comprare per pochi euro al mese, e si apre la strada alla rottamazione dello stato sociale con "forme di complementarietà al welfare pubblico", passando dal settore pubblico che eroga servizi al "Welfare Privato" che fa profitti.
Per l'economia, le tasse sul capital Gain, sui redditi superiori ai due milioni di euro, sui patrimoni e sulle speculazioni finanziarie sono argomenti tabu', ma in compenso si parla di "facilitare l’apertura di imprese multinazionali estere", con una contemporanea "riduzione del pubblico impiego" che fa eccitare Brunetta e al tempo stesso fa rivoltare Keynes nella tomba.
Un programma pieno di belle parole sulla scuola, condite da un penoso e incostituzionale silenzio sui finanziamenti a istituti privati e confessionali, e si vorrebbe "abolire una delle due camere". Una menomazione istituzionale con rischi di derive autoritarie, come se il problema fossero troppe istituzioni che dettano legge e non troppa finanza senza regole.
Trovate tutto su http://www.matteorenzi.it/idee - leggete con cura e fatevi un'idea.
Io l'idea me la sono fatta, ho letto e ragionato, e alla fine in coscienza non votero' ne' Renzi ne' altri per varie ragioni: non mi riconosco nell'orizzonte culturale e valoriale di questo sedicente centrosinistra dove di sinistra ne vedo ben poca, mi sento lontano dala "Carta di Intenti" imposta come prerequisito ideologico agli elettori delle primarie, Renzi e' troppo vicino alla Finanza, Bersani e' troppo vicino alla TAV, Vendola e' troppo vicino all'Ilva, Tabacci e' troppo vicino alle malefatte di Toto' Cuffaro e la Puppato e' talmente lontana da una elaborazione politica compiuta da dichiarare che sulle famiglie arcobaleno "non prendo posizione perche' devo ancora rifletterci", a conferma che in Italia per candidarsi a qualcosa non e' obbligatorio avere le idee chiare su tutto, nemmeno sui temi piu' scottanti del dibattito pubblico.
Cio' nonostante, non mi permetto di giudicare e rispetto sinceramente chi ha votato per senso civico, per il principio della partecipazione e per la voglia di esserci, sforzandosi di scegliere il meno peggio, ingoiando compromessi che io non avrei avuto la forza di digerie e accettando una politica che spesso non coincide con i propri ideali, ma comunque impegnandosi per convivere con essa e provare a cambiarla anziche' ripudiarla.
E pensando a queste persone, l'unica certezza che ho in queste primarie e' che nel complesso la gente che vi ha partecipato e' migliore di quei cinque aspiranti premier, per molti versi.
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