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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Nel mio pantheon ci metto Luca

14 novembre 2012 - Carlo Gubitosa

Chiomonte, 3 luglio 2011: a pochi metri dagli scontri, manifestanti pacifici mantengono l'assedio della centrale elettrica.

Nel mio Pantheon ci metto Luca, che ho incontrato oggi sull'autobus, un ragazzo che ho conosciuto da piccolo quando lui era lupetto e io lo facevo giocare in mezzo ai boschi osservando la sua naturale timidezza che si scioglieva man mano che entrava in confidenza con gli altri.
 
L'avevo poi ritrovato nel 2001 a Genova, quando era appena stato pestato dalla polizia di governo ancora minorenne, senza aver fatto nulla di male se non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato per dire con dieci anni di anticipo che la finanza predatoria andava messa sotto controllo.
 
Oggi e' un uomo fatto, bellissimo, occhi azzurri e sguardo sereno, ha trovato la sua forma di lotta quotidiana in una cooperativa agricola dove si fanno attivita' di reinserimento sociale, partecipa alle lotte dei lavoratori sul territorio, mi ha dato un volantino fronte-retro scritto in arabo e italiano per protestare contro il cambiamento in peggio dei contratti dei lavoratori Coop, mi racconta con orgoglio di aver sostenuto il picchetto notturno in difesa di quei lavoratori.
 
Tra me e me ho pensato: "bravo Luca, anche se hanno provato a spezzarti l'anima a suon di botte alla fine hai vinto tu, hai dimostrato che un altro mondo e' davvero possibile, e si puo' sbarcare il lunario aiutando le persone anziche' menarle".
 
Che i ragazzi in divisa e quelli in corteo siano tutti figli del popolo come diceva Pasolini mi importa poco: a me importa chi tra loro decide di picchiare e chi invece decide di aiutare. Chi ha il coraggio delle proprie scelte e chi la vigliaccheria di picchiare a viso coperto contando sui colleghi che gli coprono le spalle ostacolando ogni tentativo di introduzione dei codici numerici sulle divise.
 
Si vergogni la sedicente sinistra che abbandona al suo destino chi protesta per un mondo migliore, si vergognino i sedicenti tutori dell'ordine ormai degradati a squadracce punitive per non disturbare i lavori della macelleria sociale, si vergognino i sindacati di polizia come il SAP che fanno campagne per chiedere impunita' quando il paese gli chiede trasparenza e assunzione di responsabilita', si vergogni la destra che sguazza nel conflitto sociale per trasformare i guardiani del palazzo in un bacino di voti da portare in dote a chi li protegge meglio, si vergognino tanti protagonisti di quella fortissima stagione di protesta che si sono ritirati nel privato, abbracciando il disimpegno, lasciando da soli questi ragazzi a gridare la loro rabbia contro una sinistra sempre piu' vacua, un governo sempre piu' cinico, una scuola sempre piu' devastata, uno stato sempre piu' autoritario, un futuro sempre piu' incerto, un potere sempre piu' arrogante, una classe dominante sempre piu' intoccabile.

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