Elezioni politiche
Caro movimento, non chiuderti su te stesso: c'e' vita (e competenze) anche all'esterno!
Le regole per le candidature alle prossime elezioni politiche stabilite sul portale del Movimento Cinque stelle sembrano chiudere le porte alla societa' civile che non ha mai chiesto voti.
29 ottobre 2012 - Carlo Gubitosa
Nei gruppi di discussione di "attivisti a cinque stelle" da mesi ci si chiedeva come si sarebbero formete le liste per le prossime politiche, e iniziavano a fioccare varie proposte. Si scegliera' tra gli iscritti al portale, dicevano alcuni, si', ma bisognera' fare attenzione agli iscritti dell'ultima ora, dicevano altri. Potremo usare Liquid Feedback per confrontare programmi e proposte dei vari candidati, dicevano altri ancora.
E poi e' arrivata la decisione ufficiale: "I candidati al Senato ed alla Camera per il MoVimento 5 Stelle potranno essere tutti coloro che si sono presentati alle elezioni comunali o regionali certificati con il logo del MoVimento 5 Stelle o Liste Civiche 5 Stelle e avranno compiuto almeno 25 anni a febbraio 2013". Fine del dibattito, ecco come si fa.
A scanso di equivoci, non avevo nessuna intenzione di candidarmi alle prossime politiche. Ho gia' abbastanza problemi per conto mio. Ma comunque queste regole mi lasciano un po' perplesso. Di sicuro sono una idea geniale per risolvere i problemi di chi vuole saltare sul carro, e per tenere al riparo il M5* da infiltrazioni e opportunismi.
Ma al tempo stesso mi sembrano una soluzione fallimentare per coinvolgere le intelligenze e le competenze migliori della societa' civile. C'e' gente che anziche' occuparsi di liste civiche e senza entrare in nessun listino elettorale ha grandi competenze su temi come l'energia, l'ambiente, le mafie, le scuole, la sanita', l'economia, lo sviluppo sostenibile.
Tutti questi verranno esclusi "a priori" solo perche' si sono occupati dei problemi SUL CAMPO e non della gestione onesta del potere all'interno delle istituzioni. Tempo fa, quando non esisteva ancora un movimento che prendeva voti, Grillo chiamava sui palchi dei suoi spettacoli gli attivisti della rete Lilliput, spiegando che con le loro idee si sarebbe potuto governare meglio il paese. Oggi quelle persone non potrebbero candidarsi, perche' a quanto pare secondo Grillo e il suo staff l'impegno nella societa' civile non "fa piu' curriculum".
Io nel M5* vedo tanta onesta', tanta buona volonta' e tanto impegno civile, ma le competenze tecniche e culturali piu' approfondite continuo a vederle nei movimenti, nelle universita', negli esperti, nelle campagne nate attorno a questioni specifiche.
Ad esempio, con la logica del "solo chi ha gia' chiesto voti potra' chiederne in futuro", Riccardo Petrella non potra' proporre la sua candidatura come esperto di acqua pubblica e beni comuni, solo perche' non e' mai stato inserito in un listino a cinque stelle. Non potra' candidarsi Alberto Perino, che di sicuro avrebbe avuto cose interessanti da dire in Parlamento sulle grandi opere. Non potranno candidarsi tantissime persone in gamba, "colpevoli" solamente di non essersi gia' candidate prima.
A me questo non sembra il modo piu' efficiente di valorizzare le intelligenze migliori della societa' civile. Con queste regole ci si protegge dalle possibili "invasioni" esterne, ma non si scongiurano i pericoli interni, come il rischio che il movimento diventi autoreferenziale e chiuso su se stesso, impermeabile a contributi esterni e incapace di cooptare esperti autorevoli e competenti su temi attorno ai quali si vogliono realizzare le prossime battaglie politiche in Parlamento.
In altre parole queste regole dicono che il movimento, o meglio quella parte di movimento che e' stata inserita in liste elettorali, ha conoscenze e competenze sufficienti per governare il paese, e non c'e' bisogno di altri contributi o altre esperienze. Io spero che sia vero, ma temo che in questo modo si sia chiusa la porta in faccia a tantissime persone in gamba, che in questo modo resteranno ignorate dai vecchi partiti ed escluse dai nuovi movimenti.
Sul palco di "Woodstock a cinque stelle" Grillo ha chiamato Dario Fo per cantare, nei suoi dibattiti pubblici a volte divideva il palco con Padre Zanotelli, nei suoi spettacoli ha portato imprenditori, esperti di tecnologie e di ambiente, professori universitari, comitati di cittadini, gente di buona volonta' che e' stata giudicata per le proposte che faceva, e non per il suo curriculum elettorale.
Grillo ha sempre dichiarato di voler fare da amplificatore per le intelligenze migliori del paese, e oggi ci dice che le intelligenze migliori sono soltanto quelle che hanno chiesto voti nelle liste elettorali a cinque stelle. Un messaggio anche abbastanza diseducativo, che fa passare l'idea che l'unica politica valida e' quella che si fa nelle istituzioni, e non conta nulla quella che si fa nei movimenti, nei comitati di quartiere, nelle associazioni, nelle campagne di sensibilizzazione, nel volontariato, nel terzo settore, nelle battaglie culturali e nelle mille iniziative di impegno civile che arricchiscono la politica delle istituzioni, e a volte sono l'unica elaborazione politica per istituzioni troppo avvitate su se stesse.
Per queste prossime elezioni il motto aggiornato del Movimento potrebbe essere "ognuno vale uno, ma soltanto se valeva uno gia' da prima". Io speravo sinceramente in un ricambio della classe politica, un rinnovamento meritocratico basato sulle competenze dove i candidati potessero emergere in base al valore delle loro proposte, alla lucidita' della loro visione, allo spessore delle loro competenze, alla forza delle loro esperienze.
Ma adesso il mio timore e' che questo si limiti ad essere un rinnovamento "Movimentocratico", dove chi e' dentro e' dentro, e chi e' fuori resta fuori, anche se potrebbe rappresentare il paese per meriti acquisiti sul campo sui temi specifici di cui si e' fatto portatore da sempre, anche senza chiedere voti, ma comunque conquistandosi rispetto e fiducia da parte dei cittadini.
A questo punto, l'unico voto che potrei dare ad una lista costruita in questo modo puo' essere un voto di protesta per smontare la cattiva politica del passato. Ma usare una modalita' chiusa e impermeabile come questa per la selezione di quella che si candida ad essere della nuova classe dirigente del Paese, non potra' certo suscitare in me il trasporto e l'entusiasmo di chi era stato abituato da Grillo a sognare la nuova italia del Futuro, dove le proposte che contano sono quelle di chi ha studiato di piu' su un determinato problema e non di chi ha fatto piu' campagne elettorali.
Se i cittadini "normali" non possono mettersi al servizio del proprio paese senza precedenti esperienze elettorali, per quanto possano essere valide le loro idee, le loro proposte, le loro iniziative di cittadinanza attiva, che almeno si prenda atto che questo non e' piu' un movimento, ma un nuovo partito, per quanto guidato da nobili intenzioni.
Da parte mia, io continuero' a sognare una Italia dove al di la' di ogni etichetta, appartenenza politica o esperienza elettorale pregressa, potra' farsi strada una coscienza politica capace di proporre Alex Zanotelli al ministero della Pace, Francuccio Gesualdi al ministero della decrescita, Paolo Barnard al ministero dell'economia sovrana, Franco Bomprezzi al ministero delle politiche sociali, Alessandro Marescotti al ministero dell'Ambiente, Paolo Attivissimo al ministero delle tecnologie, Lorenzo Guadagnucci al ministero degli interni, Moni Ovadia al ministero degli esteri, e perche' no, anche Beppe Grillo al ministero della partecipazione.
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