C'e' un movimento di cittadini che ha fatto un V-Day raccogliendo 350mila firme per limitare la presenza nelle istituzioni a due soli mandati elettorali, superando il concetto di "professionisti della politica" per sostenere la necessita' di riempire le istituzioni con "cittadini attivi temporaneamente prestati alla politica".
Cio' nonostante, c'e' un tale Fabrizio Biole' che ha fatto tre mandati da consigliere comunale dal 1999 al 2009, che ora fa il consigliere regionale in Piemonte per il M5* e che dall'alto dei suoi tre mandati ha voluto candidarsi lo stesso con il M5*, cosa che gli e' stata misteriosamente concessa per ragioni non chiare, a dispetto delle regole in vigore e di quelle 350mila firme.
Man mano che la gente ignara di questo fatto viene a conoscenza di questo segreto di pulcinella (come e' accaduto a me ieri) si ripetono periodiche arrampicate sugli specchi per sostenere che Biole' era candidabile e deve rimanere al suo posto perche' persona valida e meritevole. Ma quindi le regole valgono solo per i non meritevoli o per tutti?
Di fronte a queste cose mi pervade una grande sensazione di tristezza, sconforto e sfiducia nella razza umana. E una parte del mio cervello accarezza l'idea dell'astensione alle prossime politiche. La storia dei verdi, dei radicali e dei comunisti non ci ha proprio insegnato nulla sulle cattive pratiche da evitare per fare in modo che i movimenti non degenerino in lobby una volta diventati partiti.
Nel frattempo autorevoli rappresentanti del Movimento piemontese parlano dell'esigenza di "rilasare la regola" per contemplare eccezioni in deroga al limite dei due mandati, per coprire i casi di persone particolarmente valide che si potrebbero candidare nonostante i loro "pregressi" nelle istituzioni.
Ma il "rilassamento delle regole" e' un concetto che non mi piace molto, tanto piu' se si tratta di una regola su cui e' stata fatta una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, tanto piu' se si tratta di una regola che e' stata da sempre uno dei punti fondanti del M5*.
Quella di lavorare sulle eccezioni una volta stabilite le regole e' la stessa cosa che fa il PD: ha inserito nello statuto il vincolo dei tre mandati per i parlamentari e poi ha "rilassato" la regola per far restare al loro posto vecchi boiardi come Fassino.
Ci sono tanti modi per impegnarsi in un movimento politico, anche senza cariche elettive. Se davvero si candidera' a governare il paese per le prossime politiche, il M5* dovra' saper esprimere un forte gruppo dirigente di "quadri" con una grande esperienza alle spalle, e in quest'ottica il "fare altro" dopo due mandati diventa non solo auspicabile, ma anche un percorso obbligato per formare una generazione di amministratori e "tecnici" veri, non come quelli che ci governano, che agiscano a supporto di chi ricopre cariche elettive.
Il vecchio PCI era ben piu' della somma dei suoi parlamentari: era anche una rete di quadri e dirigenti che non avevano incarichi istituzionali, ma erano ben radicati nel territorio e capaci di agire come "antenne" rispetto agli "umori della base". Lungi da me il copiare pedissequamente i vecchi partiti, ma quel pizzico di buono che avevano ce lo dobbiamo ricordare. Altrimenti e' facile essere severi in piazza raccogliendo firme e "rilassati" quando comincia a crescere il consenso e conseguentemente le responsabilita'.
Finita la stagione dell'attivismo, dopo aver aperto la stagione del potere e delle responsabilita' politiche si deve automaticamente passare anche alla stagione della coerenza. Nel frattempo le politiche si avvicinano, e ancora non sappiamo come si formera' la lista a cinque stelle, ne' quali criteri saranno adottati per formarla ne' come potranno presentare le candidature i cittadini onesti, competenti e preparati disponibili ad impegnarsi per il bene comune.
E se non si fa chiarezza su questi temi, i problemi che oggi affliggono il M5* per i ruoli istituzionali assegnati troppo in fretta, in violazione delle regole sulla candidabilita' e con scarsi controlli "dal basso" rischiano di ripresentarsi in Parlamento Moltiplicati per mille. Per il bene del movimento e per il rispetto di chi vi ha dato fiducia, bisognerebbe trovare la forza di carattere di prendere il toro per le corna e definire dei processi decisionali trasparenti, uguali per tutti e verificabili da ogni cittadino.
Lettera di diffida per Biole'
AGGIORNAMENTO: in data 6 novembre 2012 Biole' e' stato "espulso" dal Movimento Cinque Stelle, ovvero diffidato dall'utilizzo del sinbolo, con una raccomandata dei rappresentanti legali di Beppe Grillo, spiegando che la circostanza dei mandati gia' svolti "avrebbe impedito all'epoca il suo inserimento nelle liste elettorali". come a dire "se lo avessimo saputo non si sarebbe candidato".
Peccato che quella circostanza fosse stata chiaramente segnalata a Grillo e al suo staff dallo stesso Biole', che nella richiesta di certificazione della sua lista aveva cancellato il requisito sul limite dei mandati che sapeva di non possedere, aggiungendo di suo pugno
ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale per la lista civica "rinascita della montagna" presso il comune di Gaiola (CN) nelle legislature 1999-2004 e 2004-2009
La richiesta di candidatura di Fabrizio Biole'
A questo punto la domanda nasce spontanea: siccome Biole' ha segnalato sin da subito di non possedere tutti i requisiti richiesti, come mai una circostanza segnalata presentando una candidatura nel 2010 e' stata valutata solo nel 2012? Se c'era stata una deroga per Biole' rispetto ai requisiti necessari per le candidature, come mai e' saltata due anni piu' tardi? Il mistero si infittisce.
Commenti
Inserisci il tuo commento