Il Paese che non si vede
Ora che la sinistra e' diventata extraparlamentare, il nostro paese non vive un problema solo politico, ma anche e soprattutto culturale e mediatico. Come faremo a incontrare tutte le idee escluse dalla logica perversa della "par condicio", che stabilisce parita' di condizioni tra i partiti, e solo tra quelli piu' grossi, ma non tra le idee? Come faremo a dare respiro alle idee che muovono pacifisti, comunisti votati alla nonviolenza,anarchici libertari, gay e lesbiche che rivendicano i loro diritti civili, chiese diverse da quella cattolica, scienziati, tecnici ed economisti non fagocitati dal pensiero unico e non rappresentati in parlamento e sui media? Chi sara' portatore di messaggi non sponsorizzati, che nascono dall'uso della ragione e non dalle logiche del mercato e della propaganda? Ad essere tenuto sotto sequestro non e' solo il parlamento: nelle mani del Veltrusconismo oggi c'e' anche la cultura e la vita intellettuale del Paese. Come faranno gli adolescenti a incontrare il messaggio rivoluzionario e nonviolento di Danilo Dolci o di Gandhi quando sara' molto piu' semplice guardare sulle reti Mediaset film prodotti dalla Medusa e basati su libri pubblicati da Mondadori, in una perversa sinergia comunicativa che fa capo al Presidente del Consiglio? I rimasugli degli spazi mediatici verranno riempiti dalla retorica del PD, che difficilmente potra' rappresentare posizioni diverse da quelle della propria dirigenza. L'unica via d'uscita rimane la resistenza culturale, praticata individualmente e in piccoli gruppi lontano dai media di massa, nel rifiuto ostinato di cedere all'abbrutimento dell'ignoranza che genera leggi mostruose come quella che ha partorito il nuovo Parlamento Italiano. Cambiare la cultura e' anche resistere al senso di impotenza, alla retorica del palazzo che vuol farci credere che il governo in carica e' l'unico soggetto in grado di incidere sulla realta', e che nel nostro paese 239 deputati e 130 senatori non contano piu' nulla solo perche' sono "dall'altra parte", e men che meno contano i cittadini che la pensano in maniera diversa dal governo. Nel nostro paese sempre assetato di salire sul carro dei vincitori, in guerra come nelle elezioni, l'unica forza capace di fermare questo carro e' il potere della comunicazione nonviolenta. Quando si e' manifestato sui balconi con le bandiere arcobaleno, o per le strade di Scanzano Jonico, la politica non e' piu' stata la stessa. L'unico problema e' che questo potere non permette delega, ma va esercitato da tutti e quotidianamente. Ma questa puo' rivelarsi anche una grande opportunita'.
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