Lo schiaffo in faccia al Dalai Lama del comune piu' "arancione" d'Italia
E invece l'amministrazione comunale di Milano ha deciso proprio cosi': prima una delibera per la concessione della cittadinanza al leader politico e spirituale di un popolo oppresso, e poi una "sospensiva" a tempo indeterminato (che agli occhi di chiunque abbia due neuroni accesi in testa fino a prova contraria e' un annullamento di fatto della delibera).
Questi i dati di cronaca di Repubblica.it (grassetti miei): “a cominciare da mercoledì sera, è stato un susseguirsi di incontri urgenti e trattative, fino al voto che ha di fatto cancellato il riconoscimento. Sedici i voti a favore, 12 i contrari (con l’opposizione anche il radicale Marco Cappato e il pd David Gentili) e tre astenuti, fra cui il sindaco”.
Quindi a fare due conti sembra che la storia avrebbe potuto essere cambiata se un solo consigliere avesse votato contro la sospensiva anziche’ a favore, facendosi guidare da cio’ che e’ giusto eticamente anziche’ da quello che e’ ragionevole politicamente, e se il Sindaco Giuliano Pisapia avesse seguito la voce della coscienza anziche’ la Realpolitik, convincendo gli altri due astenuti a fare politica (cio’ per cui sono pagati) e a non accettare ingerenze di potenze straniere nella sovranita’ popolare della citta’ di Milano (che fino a prova contraria puo’ aprire le sue porte a chi gli pare).
In queste condizioni, la sospensione della delibera per la cittadinanza al Dalai Lama sarebbe stata bocciata con 16 voti contrari e 15 a favore, e la storia sarebbe cambiata restituendo a Milano il suo ruolo di “capitale morale” d’Italia, perso negli anni ‘90 per avidita’ come succursale di Roma Ladrona e rifiutato oggi per pavidita’ come succursale di Pechino Padrona.
Questi sono i miei calcoli da idealista, ora per capire la vera realta’ concreta che c’e’ oltre i miei principi astratti sono curioso di sentire da chi e’ “in trincea” a Palazzo Marino le motivazioni profonde, etiche, ragionevoli e di buon senso per questa marcia indietro, e le ragioni per chiamare “sospensiva” quella che di fatto e’ una cancellazione di una decisione che se non si e’ presa ora sara’ difficile che la si prenda in futuro.
Il pensiero piu’ triste e’ che nel profondo dell’anima sono convinto che quel mare di cittadini arancioni, che ha sognato un cambiamento possibile affidandolo a questa amministrazione comunale, sarebbe stato orgoglioso di diventare concittadino del Dalai Lama e di sostenere politicamente per mezzo dei propri amministratori la lotta nonviolenta per la liberazione del Tibet dalla violenta oppressione del Governo cinese.
Ma forse l’amministrazione comunale ha scelto di rappresentare interessi diversi da questo sentimento popolare. E io sono contento di essermene andato da Milano, perche' magari questa gente avrei anche corso il rischio di votarla.
Poi nelle segreterie nazionali dei partiti si chiedono per quale misteriosa e nefasta congiura astrale il loro consenso sta colando a picco. Con la sua mossa geniale il compagno Pisapia ha spostato parecchie decine di migliaia di voti dalla sinistra "arancione" al M5*
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