Lettera aperta al "mio" professore Maurizio Decina
Gentile Professor Decina,
con tutti gli allievi che ha avuto nel corso della sua lunga carriera accademica, immagino che probabilmente non si ricordera' di me. Mi chiamo Carlo Gubitosa, e sono quello studente del corso di Reti di Telecomunicazioni I dell'anno accademico 1992/93 talmente appassionato della sua materia da seguire, registrare, sbobinare, riascoltare e trascrivere (a mano) il suo intero corso, quello che ha raccolto e vinto la sfida di trovare un refuso nel suo libro, con un risultato che lei non ha convalidato perche' il refuso riguardava la punteggiatura e non le formule su cui aveva sfidato noi studenti, sono quello che le ha mandato nel 1993 un messaggio di posta elettronica mentre passavo per vacanza dall'universita' di York, comunicandole la gioia per essere riuscito a trovare oltremanica quell'Internet di cui lei ci aveva parlato a lezione, ma che al Politecnico di Milano era riservata solo a pochi eletti, sono quello che lei ha portato in visita al centro di ricerca Cefriel assieme ad altri studenti, dove nel 1993 mi e' stato mostrato per la prima volta il programma Mosaic, il bisnonno dei moderni browser per la navigazione grafica sul web.
Ho ripensato a quella visita qualche settimana fa, quando sono stato ad Urbana-Champaign nell'Illinois, proprio nell'universita' dove e' nato Mosaic. Mentre pensavo a quell'imminente futuro che nel '93 era stato mostrato solo a me e a pochi altri studenti sono stato contento di aver potuto incontrare nella mia carriera scolastica un insegnante bravo e appassionato che ha concluso il suo corso di reti di telecomunicazioni I descrivendo un mondo possibile in cui avremmo potuto avere talmente tanta banda e talmente tanta potenza di calcolo da poter sviluppare applicazioni di realta' virtuale a distanza, visitando luoghi remoti alla velocita' della luce.
Non so che cosa abbia fatto lei negli anni che sono passati dal nostro incontro, ne' so in che modo e' riuscito a gestire i rapporti che come uomo di scienza avra' dovuto intrattenere per forza di cose con la politica, i rettorati universitari e altri luoghi di potere che tendono a corrompere anche il piu' appassionato degli uomini e il piu' disinteressato degli scienziati.
Quello che so e' che venti anni fa lei mi ha dato prova con i fatti di una grande passione per le tecnologie, del coraggio di avere visioni del futuro senza fermarsi alla miopia del tempo presente, della capacita' di coinvolgere altre persone nello studio non solo tecnologico, ma anche umanistico, sociale e culturale di quella che lei ha definito "la piu' grande opera ingegneristica della storia dell'umanita'", ovvero la rete telefonica globale dove oggi viaggiano la nostra voce e i dati dei nostri collegamenti internet.
Quella passione contagiosa mi ha spinto a scrivere il libro "Hacker, Scienziati e Pionieri" (che si puo' scaricare cliccando sul titolo) in cui racconto alcune storie umane nascoste tra le righe della storia della scienza, un libro che le edizioni Stampa Alternativa hanno accettato di diffondere gratuitamente anche in rete sin dalla sua uscita nelle librerie.
Come autore di saggistica sono stato molto contento di aver trovato un editore abbastanza visionario e coraggioso da condividere la mia intenzione di dare libera circolazione al mio libro. Infatti non considero Internet come un grande mercato globalizzato, ma come una enorme biblioteca planetaria, dove esercitare il nostro diritto di accesso alla cultura e all'informazione stabilito dall'articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani.
Per la diretta esperienza che ho avuto incontrandola per settimane durante 80 ore di lezione senza perdermi nemmeno un secondo del suo corso, ho la forte convinzione che anche lei sia una persona che bada piu' alla conoscenza che al denaro e piu' alla passione che alla burocrazia, e sono sicuro che anche lei, come milioni di persone nel mondo, ha condiviso con il prossimo qualche brano dei suoi CD per il piacere di condividere con gli altri arte e cultura.
Per questa ragione vorrei trasmetterle tutta la mia incondizionata solidarieta' per gli attacchi e le pressioni che lei sara' sicuramente costretto a subire dalle lobby del software e del multimedia che vorranno reprimere ogni forma di scambio tra gli utenti, inasprendo in senso repressivo le leggi e i regolamenti sul diritto d'autore, che gia' oggi prevedono condanne penali analoghe a quelle per l'omicidio colposo a danno di chi pratica senza alcun ritorno economico la condivisione della conoscenza a sua disposizione.
Molti vorranno costringerla ad approvare regolamenti per tagliare fuori dalla rete chi si rende "colpevole" di condivisione, come e' gia' avvenuto in altri paesi del mondo, ma sono sicuro che dopo avermi insegnato ad essere un cittadino del villaggio globale delle telecomunicazioni, lei cerchera' di difendere i diritti di "cittadinanza elettronica" anziche' negarli.
Con questa pubblica attestazione di stima e di solidarieta', carissimo professor Decina, vorrei aiutarla a ricordare che per ogni uomo con la valigetta, ogni lobbista e ogni telefonata intimidatoria che le arrivera' dai ministeri, dai rettorati, dalle segreterie di partito o da qualunque uomo o struttura di potere, ci saranno milioni di utenti della rete pronti a sostenere in qualunque momento la visione di un futuro dove la tecnologia verra' utilizzata per il progresso di tutti e non per l profitto di pochi. Proprio quel futuro che lei mi ha descritto a lezione.
La saluto con piu' stima, affetto e gratitudine di quanto lei possa immaginare.
Il suo ex allievo
Carlo Gubitosa
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