La cassazione conferma: l'antimafia sul web non e' "stampa clandestina".
Il 10 maggio 2012 la brutta storia di censura che ha colpito Carlo Ruta nel dicembre 2004 si e' fortunatamente conclusa con un lieto fine per il quale si e' dovuto sudare fino alla Cassazione dopo le condanne in primo grado e in appello. Una assoluzione con formula piena perche' "il fatto non sussiste".
"Questa sentenza di Cassazione - ha dichiarato Ruta - è degna della tradizione del nostro Paese, che ha dietro di sé una cultura giuridica di prim'ordine. Mi preme di ringraziare per prima cosa tutti coloro che hanno sostenuto fino all’esito conclusivo questa campagna di libertà. A loro il web deve davvero tanto. Sono passati oltre sette anni, e questa sentenza, determinante per il destino della comunicazione in rete, ripaga i sacrifici fatti e l’impegno di tutti. D’ora in poi possiamo dirci davvero più liberi".
L'arma d'attacco alla libera espressione di Ruta fu la scellerata legge sull'editoria (62/2001) varata a sinistra da quel Beppe Giulietti che ora difende la libera informazione nell'associazione "Articolo Ventuno", e si occupa di comunicazione per Di Pietro, ma all'epoca contribui' a scrivere quella legge pessima e ambigua che dava il potere ai giudici di trattare i siti web come testate giornalistiche, facendo chiudere i siti non registrati, ma solo se davano fastidio a qualcuno che si prendeva la briga di segnalarli.
In combutta con Giulietti per il parto di questa legge, talmente mal concepita da essere liberticida a insaputa dei suoi estensori, c'era lo stesso Mauro Masi che si e' reso antipatico a tutti come "censore" di Santoro quando e' stato messo a dirigere la Rai, ma all'epoca militava ancora tra i "buoni" del governo "amico".
Questa brutta vicenda di "antipolitica", che ha danneggiato le piccole voci online per approvare in fretta e furia un provvedimento a beneficio dei grandi editori, l'ho ricostruita in dettaglio esattamente un anno fa in occasione della condanna in appello di Ruta.
Da sette anni ne stiamo parlando in quattro gatti: io, Marco Benanti, Pino Maniaci, Riccardo Orioles e pochissimi altri, con l'assenza ingiustificata di tanti paladini veri o presunti della libera informazione.
Al convegno "Cyberfreedom" che organizzammo a Pescara nel 2005 per gettare luce su vicende come questa, nessuno dei piu' noti "censurati" italiani accetto' il nostro invito, che rivolgemmo agli imbavagliati "vip" per far brillare di luce riflessa anche i loro compagni di sventura meno noti e danarosi, aiutandoli per quanto possibile nelle loro vicissitudini almeno con un po' di visibilita'.
A futura memoria di questa lotta solitaria e vincente contro la censura di uno Stato repressivo, condotta per piu' di sette anni nell'abbandono piu' totale da parte dei gruppettari antimafia e antibavagli, ripropongo in formato audio e testuale l'intervento fatto da Carlo Ruta durante il "Cyberfreedom", in quel lontano 3 settembre 2005.
E se volete scoprire forme di censura che non avete mai neppure immaginato, qui ci sono gli interventi di tutti gli altri relatori. Ascoltateli: meglio tardi che mai.
Per vedere questa pagina, hai bisogno dell'ultima versione di Adobe Flash Player. Clicca qui per scaricarlo
Allegati
-
Intervento di Carlo Ruta (24 Kb - Formato pdf)Intervento di Carlo Ruta al convegno anticensura "Cyberfreedom", organizzato dalle associazioni PeaceLink e Metro Olografix il 3 settembre 2005Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).
Commenti
Inserisci il tuo commento