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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

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Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Carlo Ruta assolto con formula piena dopo un calvario durato sette anni

La cassazione conferma: l'antimafia sul web non e' "stampa clandestina".

Sconfitta la legge liberticida partorita a sinistra, grazie alla lotta coraggiosa e solitaria dello storico antimafia
11 maggio 2012

Carlo Ruta

Il 10 maggio 2012 la brutta storia di censura che ha colpito Carlo Ruta nel dicembre 2004 si e' fortunatamente conclusa con un lieto fine per il quale si e' dovuto sudare fino alla Cassazione dopo le condanne in primo grado e in appello. Una assoluzione con formula piena perche' "il fatto non sussiste".

Peccato che ci sia voluto tutto questo tempo per certificare cio' che apparve ovvio fin da subito ad ogni persona dotata di buon senso.

"Questa sentenza di Cassazione - ha dichiarato Ruta - è degna della tradizione del nostro Paese, che ha dietro di sé una cultura giuridica di prim'ordine. Mi preme di ringraziare per prima cosa tutti coloro che hanno sostenuto fino all’esito conclusivo questa campagna di libertà. A loro il web deve davvero tanto. Sono passati oltre sette anni, e questa sentenza, determinante per il destino della comunicazione in rete, ripaga i sacrifici fatti e l’impegno di tutti. D’ora in poi possiamo dirci davvero più liberi".

Ma dopo aver celebrato questa ritrovata liberta', non possiamo eludere una domanda chiave: dov'era il popolo degli "antibavaglio" quando questo storico antimafia veniva processato per "stampa clandestina" con l'oscuramento del suo intero sito, senza limitarsi a rimuovere la pagina web denunciata a scopo intimidatorio?

L'arma d'attacco alla libera espressione di Ruta fu la scellerata legge sull'editoria (62/2001) varata a sinistra da quel Beppe Giulietti che ora difende la libera informazione nell'associazione "Articolo Ventuno", e si occupa di comunicazione per Di Pietro, ma all'epoca contribui' a scrivere quella legge pessima e ambigua che dava il potere ai giudici di trattare i siti web come testate giornalistiche, facendo chiudere i siti non registrati, ma solo se davano fastidio a qualcuno che si prendeva la briga di segnalarli.
 
E nonostante le rassicurazioni di Giulietti, perfino un sito di bestemmie anticlericali fu considerato "stampa clandestina" come quello di Ruta, a conferma che quella legge era cosi' ambigua da poter dare dignita' di "prodotto editoriale" non solo ad un importante archivio antimafia, ma anche all'equivalente telematico delle scritte lasciate sui muri dei bagni pubblici. 

In combutta con Giulietti per il parto di questa legge, talmente mal concepita da essere liberticida a insaputa dei suoi estensori, c'era lo stesso Mauro Masi che si e' reso antipatico a tutti come "censore" di Santoro quando e' stato messo a dirigere la Rai, ma all'epoca militava ancora tra i "buoni" del governo "amico".

Questa brutta vicenda di "antipolitica", che ha danneggiato le piccole voci online per approvare in fretta e furia un provvedimento a beneficio dei grandi editori, l'ho ricostruita in dettaglio esattamente un anno fa in occasione della condanna in appello di Ruta
Manifesto convegno "Cyberfreedom" - Pescara, 3 settembre 2005

Da sette anni ne stiamo parlando in quattro gatti
: io, Marco Benanti, Pino Maniaci, Riccardo Orioles e pochissimi altri, con l'assenza ingiustificata di tanti paladini veri o presunti della libera informazione.

Al convegno "Cyberfreedom" che organizzammo a Pescara nel 2005 per gettare luce su vicende come questa, nessuno dei piu' noti "censurati" italiani accetto' il nostro invito, che rivolgemmo agli imbavagliati "vip" per far brillare di luce riflessa anche i loro compagni di sventura meno noti e danarosi, aiutandoli per quanto possibile nelle loro vicissitudini almeno con un po' di visibilita'.

A futura memoria di questa lotta solitaria e vincente contro la censura di uno Stato repressivo, condotta per piu' di sette anni nell'abbandono piu' totale da parte dei gruppettari antimafia e antibavagli, ripropongo in formato audio e testuale l'intervento fatto da Carlo Ruta durante il "Cyberfreedom", in quel lontano 3 settembre 2005. 

E se volete scoprire forme di censura che non avete mai neppure immaginato, qui ci sono gli interventi di tutti gli altri relatori. Ascoltateli: meglio tardi che mai.

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Allegati

  • Intervento di Carlo Ruta (24 Kb - Formato pdf)
    Intervento di Carlo Ruta al convegno anticensura "Cyberfreedom", organizzato dalle associazioni PeaceLink e Metro Olografix il 3 settembre 2005
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