Cara Caterina Caselli, nessuno puo' giudicare i "pirati no-profit"... nemmeno tu.
Carissimi Franco Battiato, Gino Paoli, Caterina Caselli, Enrico Ruggeri, Roberto Vecchioni, Ron.
Ho visto il vostro video promozionale contro la pirateria, e ho rilevato con piacere un cambiamento di posizione da parte degli artisti su questo tema. Fino a qualche anno fa il vostro problema erano servizi come Napster, Emule, la rete Torrent, dove cittadini liberi scambiavano cultura senza scopo di lucro. Quei servizi sono stati combattuti, avversati e criminalizzati spingendo le iniziative no-profit di scambio culturale a chiudere bottega , lasciando campo libero a servizi commerciali illegali come Megaupload.
Ma oggi, osservando il vostro video, sembra che il "nemico" sia stato identificato meglio, e che la vostra denuncia riguardi unicamente i siti che guadagnano illecitamente denaro vendendo spazi pubblicitari o altri servizi su siti di condivisione on-line.
Con mio grande piacere, avete imparato a fare differenza tra lo scambio gratuito di cultura e di conoscenza e le reti illegali che fanno profitti con la riproduzione illecita di materiale coperto da diritto d'autore. Finalmente avete capito che una parte della pirateria non c'entra nulla con la criminalita', e che scambiare gratuitamente musica e cultura senza ricavarne un ingiusto profitto e' un servizio meritorio, simile a quello che offrono le biblioteche dove si possono leggere libri gratis, le radio dove si puo' ascoltare musica senza pagare, le televisioni dove si possono guardare film gratuitamente.
In segno di apprezzamento per questa vostra presa di posizione, ho deciso di sostenere la vostra arte condividendo con i miei amici piu' cari alcuni vostri brani musicali di cui possiedo i CD originali, come attestazione di stima nei vostri confronti. Il tutto ovviamente in forma gratuita e senza alcuno scopo di lucro, per il semplice gusto del bello che mi spinge a condividere con altri la bellezza della buona musica.
I vostri "Nessuno mi puo' giudicare", "Il mare d'inverno", "Il cielo in una stanza", "L'era del Cinghiale Bianco", "Il gigante e la bambina" e "Stranamore" sono dei classici senza tempo, che a mio giudizio nei decenni trascorsi dalla registrazione di questi brani presso la SIAE vi hanno gia' ampiamente ripagato in termini economici del lavoro artistico necessario per la loro composizione, esecuzione e interpretazione, e che ora meritano di diventare patrimonio dell'umanita' a partire dalla mia piccola cerchia di amici. Ma questo, ovviamente, a condizione che nessuno si metta in tasca un centesimo approfittandosi della vostra musica. Ed e' esattamente quello che ho fatto con questa azione di condivisione gratuita.
In aggiunta, va detto che la mia azione con cui ho condiviso sei brani dal valore commerciale inferiore ai sei euro puo' considerarsi ampiamente compensata da tutti i soldi che io e i destinatari del mio regalo abbiamo versato alla SIAE come imposte indirette per il sedicente "equo compenso" che ha tassato per anni l'acquisto di CD su cui abbiamo masterizzato le nostre foto, gli hard disk su cui abbiamo salvato i nostri dati, le fotocopie di cose scritte da noi.
Sono soldi che abbiamo sborsato in base ad una "presunzione di copia", che ha tassato per legge la produzione e la circolazione di cultura e di informazioni come se i CD, gli hard disk e le fotocopiatrici si usassero sempre e soltanto per copiare i vostri brani e i vostri spartiti, e non per immagazzinare dati personali o brani di autori non iscritti alla Siae, musica non reperibile nei circuiti commerciali (ad esempio artisti stranieri emergenti che non sono acquistabili nei negozi online e men che meno nei negozi Italiani) o brani rilasciati con licenze di libero utilizzo in stile "Creative Commons" che ne consentono la copia e la diffusione libera senza scopi di lucro.
Arricchirsi alle spalle degli autori e' sempre un crimine a livello morale, anche quando questo arricchimento avviene a norma di legge facendo pagare i supporti su cui gli autori registrano il materiale che hanno prodotto, perdendo soldi che arricchiscono altri autori o altre societa' di autori che nulla hanno a che vedere con il contenuto di quei CD o di quegli hard disk.
Per finire, visto che siete cosi' attenti ai danni economici subiti dagli autori di musica, vi segnalo che oltre al problema della cosiddetta "pirateria" finalizzata al lucro esiste anche il problema dei criteri di ripartizione degli utili adottati dalla SIAE.
Questi criteri premiano gli autori famosi come voi, e penalizzano gli artisti esordienti o meno noti. Parlo di quelle migliaia di autori per cui l'iscrizione alla SIAE rappresenta un costo e non un beneficio, quelli che pagano puntualmente tutto quello che chiede la SIAE ma non riescono nemmeno a recuperare i soldi versati per i loro concerti, per la stampa dei bollini da applicare sui dischi e per tante altre attivita' gestite dalla SIAE in regime di monopolio.
Il problema di questi criteri di ripartizione e' che non hanno alternative perche' la SIAE ha il monopolio di rappresentanza degli autori, non sono criteri trasparenti e sono basati su calcoli forfettari, dove si stabilisce per approssimazione che gli artisti famosi sono praticamente gli unici ad essere ascoltati, e quindi a loro vanno destinati tutti i soldi, mentre quelli meno conosciuti praticamente non li ascolta nessuno, e quindi a loro non spetta nulla.
Volete dire qualcosa anche su questi danni economici subiti dagli artisti emergenti e non ancora famosi, e in generale dai "piccoli" iscritti alla SIAE, oppure la vostra azione e' mirata soltanto a difendere gli interessi di chi ha gia' avuto un meritato successo?
Vi saluto ringraziandovi di cuore per i vostri brani che fanno parte della colonna sonora della mia vita, e da oggi arricchiranno anche la vita degli amici a cui li ho inviati. In cambio potete scaricare gratuitamente una copia del mio libro "Elogio della Pirateria", che ho messo liberamente a disposizione in rete di comune accordo con l'editore, in contemporanea con la sua diffusione nelle librerie. (Per leggerlo basta cliccare qui)
Ma non allarmatevi: la "pirateria" di cui parlo nel mio libro in termini positivi non riguarda le azioni criminali fatte per arricchirsi alle vostre spalle: su quelle siamo concordi nel giudizio e nella valutazione.
Semplicemente ho voluto spiegare che dietro l'approssimativa etichetta di "pirateria" molti nascondono per ignoranza o malafede il libero scambio di cultura che ci viene riconosciuto dall'articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani, un diritto che nessuna associazione di artisti potra' mai revocare.
Cordiali saluti
Carlo Gubitosa
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