Jobs, Woz e la Atari: i retroscena di una fregatura dietro la leggenda del garage
Non tutti sanno che Jobs i soldi per fondare un impero informatico a partire da un garage non li ha fatti soltanto vendendo il suo pulmino Volkswagen, ma anche fregando il suo socio Wozniak, che pero' da vero signore non gli ha serbato rancore...
Ve lo ricordate il gioco Breakout, quello con la barretta che deve respingere i mattoncini? Jobs lo ha realizzato per la ATARI. (Vi ricordate la Atari, si'?) o meglio lo ha fatto realizzare a Wozniak per poi rivenderlo alla Atari.
Accordi: paga di 750 dollari da dividere in due, piu' bonus di 100 dollari per ogni chip risparmiato rispetto al disegno originale. Ma "santo subito" Steve non dice niente a Wozniak del bonus, e il vero genio dell'elettronica lavorando di notte per quattro giorni di fila (di giorno lavorava alla Hewlett-Packard) realizza per soli 350 dollari un disegno cosi' elegante e funzionale da eliminare ben 50 chip rispetto al disegno originale di quelle schiappe degli ingegneri Atari.
Jobs dira' in seguito da vero signore che si e' cosi' divertito a realizzare quel progetto che lo avrebbe fatto anche gratis, e che le persone non vanno giudicate dai loro sbagli.
Sia come sia, il dato di fatto e' che Jobs ha comprato il lavoro di Wozniak per 350 dollari, e lo ha rivenduto alla Atari per 5000 dollari del 1976. Cosi' sono bravo anche io a fare il grande imprenditore. Maggiori dettagli sul sito dello stesso Wozniak, in una pagina rimossa probabilmente per rispetto all'amico, ma presente nella memoria della "Wayback Machine". Altri dettagli sono presenti alla voce Breakout della Wikipedia in inglese, che conferma l'imbroglio che ha messo 5000 dollari nelle tasche del venditore e 375 nelle tasche dell'inventore. La vicenda e' raccontata anche sul mio libro "Hacking Miracles", che pero' si vende solo in India perche' nessuno e' profeta in patria.
E' sempre brutto dire cose sgradevoli di chi non e' presente, e se la persona in questione e' morta la cosa e' doppiamente sgradevole. Ma non e' colpa mia se dopo la spiacevole morte di Steve Jobs il mondo ha deciso di spegnere il cervello, facendo confusione tra le ottime idee di un uomo, le sue discutibili pratiche commerciali che hanno danneggiato perfino i suoi piu' stretti collaboratori e le tremende gabbie tecnologiche innalzate dall'azienda che ha fondato. La memoria serve anche a questo, a ricordarci che Jobs era un uomo normale e capace di sbagli e di scorrettezze come tutti, e che pertanto non possiamo affidare il nostro futuro a persone eccezionali, messia o tecnoguru, e men che meno ad un azienda, ma dobbiamo impegnarci in prima persona per cambiare le cose in meglio senza aspettare che nell'apple store appaia il pulsante "clicca qui per migliorare il tuo ecosistema informatico a soli 9,99 $". Perche' magari di quei dieci dollari, solo la minima parte andra' a chi il sistema lo vuole cambiare davvero.
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