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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

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Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

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La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Quando si getta via il bambino dell'espressione con l'acqua sporca dei contenuti scomodi

Vasco-Nonciclopedia: una storia di censura e ignoranza

Il lavoro per tracciare i labili confini tra cronaca, ironia, scherzo e diffamazione non va fatto con l'accetta
4 ottobre 2011 - Carlo Gubitosa

Nonciclopedia

Provo a ragionare sulla lotta "Vasco-Nonciclopedia", o meglio sulla lotta tra l'ignoranza di alcuni legali e la goliardia esuberante di alcuni utenti.

1 - La pagina di Nonciclopedia dedicata a Vasco mi fa ridere e molto, mi piace e credo che non meriti l'oscuramento. Poi ognuno ha il suo senso dell'umorismo e ride di cio' che gli pare fino a quando non danneggia diritti o liberta' altrui. (OPINIONE).

2 - La diffamazione e' a norma di legge un reato che compie chiunque "comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione". (FATTO)

3 - Dopo aver letto la pagina su Vasco della Nonciclopedia, la reputazione di Vasco ai nostri occhi e' rimasta immutata, perche' siamo adulti intelligenti e sappiamo distinguere una presa per il culo dalla cronaca di fatti veri imbarazzanti. (OPINIONE)

4 - Dopo aver letto delle azioni degli avvocati di Vasco, la sua reputazione ai nostri occhi e' crollata verticalmente. Ora pensiamo che sia un fesso, per essersi affidato ad avvocati incompetenti in materia di comunicazione che ignorano il principio base dell'"Effetto Streisand". (OPINIONE)

5 - Come conseguenza dei punti 2 e 4, Vasco Rossi dovrebbe rivalersi sui suoi avvocati che gli hanno distrutto in rete la reputazione costruita a fatica con un laborioso lavoro di comunicazione sui social network a base di "Clippini". La vera offesa alla reputazione di Vasco e' quella scaturita dalla goffa e maldestra azione dei suoi legali. (SILLOGISMO DERIVATO DAL FATTO 2 E DALL'OPINIONE 4)

6 - Qualunque avvocato con una minima competenza in temi di comunicazione e tecnologie, sa bene che il modo migliore di rimuovere contenuti diffamatori e' la ricerca di un accordo con la controparte, evitando accuratamente il clamore di denunce, querele, azioni frontali e misure troppo "aggressive", alle quali va preferito sempre e comunque un atteggiamento conciliatorio. (FATTO)

7 - Dopo aver ricevuto la richiesta di rimozione dell'INTERA PAGINA, gli amministratori di Nonciclopedia hanno richiesto agli avvocati di Rossi di indicare i contenuti diffamatori presenti nella loro pagina, dichiarandosi disposti a rimuoverli. (FATTO riferito dagli amministratori di Nonciclopedia e non smentito dai legali di Rossi)

8 - Gli avvocati di Vasco Rossi, dopo aver richiesto la rimozione dell'intera pagina, hanno ignorato la disponibilita' manifestata dagli amministratori della Nonciclopedia per rimuovere unicamente i contenuti diffamatori, e non hanno ritenuto opportuno comunicare agli amministratori di Nonciclopedia quali contenuti volevano rimuovere. (FATTO riferito dagli amministratori di Nonciclopedia e non smentito dai legali di Rossi).

9 - A mio giudizio, la genericita' di questa richiesta di rimozione da parte degli avvocati di Rossi puo' essere spiegata con l'interesse a cancellare tutti i contenuti relativi al loro assistito, anche quelli legittimi ma comunque fastidiosi per chi non sa stare allo scherzo, senza limitarsi ai soli contenuti che potevano oggettivamente configurare un'ipotesi diffamatoria. (OPINIONE)

10 - E quindi bene ha fatto chi ha denunciato questa azione come una censura, perche' il danno al diritto di espressione della community di Nonciclopedia si configura proprio nell'aver usato strumenti di pressione legale con l'obiettivo di gettare nel cestino una intera pagina anziche' concordare con produttori di quei contenuti la rimozione del 20%,30% o anche 90% di frasi che potevano risultare diffamatore per chi non avesse capito che si trattava di una presa in giro. Al netto dei contenuti diffamatori, e' stata richiesta la rimozione di un 80%, un 70% o anche solo un 10% di contenuti satirici legittimi, il che rappresenta un 80%, 70% o anche solo un 10% di censura, che rimane comunque sgradevole anche se praticata a "Bassa intensita'". E questo per me e' un fatto. Ma accetto e metto in conto che qualcuno possa considerarlo una opinione.

Mi pero' limito a segnalare che non si tratta nemmeno di un fatto nuovo, visto che nella storia italiana della comunicazione elettronica non e' la prima volta che si chiude a colpi di carte bollate un intero contenitore solo per un contenuto ritenuto inappropriato.

Abbiamo visto chiudere tutti i siti delle associazioni ospitati dal comune di Roma solo perche' qualcuno in uno di questi siti c'era una pagina sgradita ad un assessore di sinistra, abbiamo visto chiudere intere banche dati antimafia perche' qualcuno si e' ritenuto diffamato dal contenuto di una pagina, e prima ancora abbiamo visto le reti di telematica amatoriale (BBS) rase al suolo perche' l'ignoranza le aveva trasformate in centri di pirateria informatica agli occhi dei magistrati.

Negli anni '90 abbiamo visto mettere i sigilli intere stanzette del computer di adolescenti che non avevano commesso nessun reato se non quello di saperne di piu' della polizia postale e della magistratura in termini di comunicazioni elettroniche, abbiamo visto sequestrare tappetini per il mouse, ciabatte elettroniche e monitor come se fossero elementi di qualche utilita' per le indagini.

Abbiamo sentito "grandi esperti" legittimati dalla stampa e dalla TV che snocciolavano stupidaggini su cose che non conoscevano neppure indirettamente, abbiamo visto predatori senza scrupoli che cavalcavano l'onda della censura e della repressione per costruire carriere arrampicandosi sui bavagli, abbiamo visto in piu' occasioni il trionfo dell'ignoranza applicata, che conosce piu' travestimenti del demonio e si diverte a camuffarsi da buona educazione, da civilta', da difesa dell'altrui reputazione, da lotta al crimine, da equilibrato senso comune, da virtu' che combatte il vizio.

In quasi vent'anni di vita in rete ne ho viste e sentite troppe per credere ancora alle favole di chi vuole legittimare la chiusura di una intera pagina solo perche' alcuni contenuti possono essere considerati diffamatori, sfido tutti i campioni del perbenismo nostrano ad indicare quali erano i contenuti diffamatori presenti nella pagina di Nonciclopedia dedicata a Vasco Rossi per i quali gli amministratori non si erano dichiarati disponibili alla rimozione, e li sfido a dimostrare che la cosa piu' giusta da fare e' oscurare tutta la pagina e non solo la parte che a detta degli avvocati di Rossi poteva nuocere alla reputazione del loro assistito.

Chiudere una pagina per una frase, un sito per una pagina, o un portale per un sito, e' censura bella e buona, e il peggio e' che molti benpensanti del politically correct telematico non lo capiscono e non se ne stupiscono, come se fosse legittimo chiedere il sequestro di tutte le copie di un giornale per un solo articolo che da' fastidio a qualcuno che puo' foraggiare avvocati, come se fosse normale chiedere la chiusura di una rete televisiva se c'e' un programma che a detta di alcuni danneggia la reputazione altrui, come se fosse comprensibile mettere i sigilli a una casa editrice solo perche' ha pubblicato un libro controverso.

Sulla stampa e in televisione esistono molti casi di contenuti potenzialmente diffamatori, che si risolvono con una rettifica o la pubblicazione di una lettera al direttore, e probabilmente anche Vasco Rossi ha dovuto accontentarsi di una rettifica quando in realta' avrebbe voluto far chiudere un giornale per un articolo "scomodo" su di lui. In rete, invece, e' normale fare i forti con i deboli e minacciare da gradassi denunce e querele fregandosene se qualcuno sara' obbligato a buttare via il bambino dell'espressione libera assieme all'acqua sporca della diffamazione vera o presunta.

Il lavoro per tracciare i labili confini tra cronaca, ironia, scherzo e diffamazione non e' un lavoro da fare con l'accetta, perche' altrimenti il taglio all'ingrosso produce censura e violazioni di alcuni intoccabili diritti costituzionali come quello all'espressione o al libero sviluppo della personalita' nelle comunita' sociali (e prima di questo affare, Nonciclopedia poteva essere sostanzialmente essere considerata una community molto ristretta, in cui c'erano sostanzialmente persone che scrivevano per il gusto di leggersi a vicenda).

Se gli avvocati di Rossi non hanno voluto fare il lavoro di cesello necessario per indicare tutti e soli i contenuti lesivi della reputazione del Blasco, non cerchino la mia umana comprensione se hanno deciso di affondare l'accetta, al limite potranno ricevere la mia umana pieta' per la loro grossolana ignoranza e per il loro pressapochismo.

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