Voglio vivere a Buenos Aires
Annalisa sarebbe stata un'ottima scout: in pochi minuti di orientamento logistico abbiamo dominato senza fatica tutte le linee di autobus di Miami, evitando di spendere soldi per il taxi.
Ci sono molte sacche di poverta', ma comunque si percepisce uno spirito costruttivo, una voglia di rimboccarsi le maniche che nel mio immaginario associo al dopoguerra italiano. Tanto per fare un esempio: di sera decine di persone prendono d'assalto i sacchi dei rifiuti, ma non si tratta di reietti o clochard: e' gente tutto sommato "normale" che apre le buste, rileva il materiale riciclabile e poi le richiude ordinatamente senza lasciare tracce. Un po' quei lavoretti che si fanno da ragazzi per sbarcare il lunario.
Ho conosciuto Margherita, che vende "Hecho en Buenos Aires", il giornale di strada locale che e' uno dei piu' noti e longevi "street papers" del mondo. A dire il vero speravo di poter tornare dall'Argentina con un articolo in tasca dove partire dal pretesto dei giornali di strada per raccontare un po' di storia recente Argentina dalla prospettiva di quelli che sono stati piu' colpiti dal crollo economico. Margherita e' una di loro: stava pagando una casa di proprieta' ma poi la "quiebra" le ha rosicchiato tutto quello che aveva, e cosi' ora si guadagna da vivere vendendo "Hecho en Bs.As" per pagare giorno per giorno l'affitto di una stanza, e quando non vende abbastanza giornali si rifugia per la notte in qualche luogo riscaldato tipo biblioteche civiche e cosi' via. Questa e' la poverta' che ti colpisce di piu' perche' non ti mostra una disgrazia immane che comunque senti estranea, ma al contrario ti mostra quello che potresti essere e diventare se anche nel tuo paese una gestione criminale e scellerata dell'economia distruggesse tutte le piccole sicurezze economiche a cui ti aggrappi, una banale e ordinaria fatica di vivere che nessuno portera' mai sulle prime pagine dei giornali. Mentre scrivo questo testo scopro dall'Ansa che quest'anno i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari, secondo l'Adusbef, dovrebbero aumentare del 19%. L'aumento sarebbe dovuto all'insostenibilita' delle rate dei mutui, concessi per il 91% a tasso variabile e quindi sensibili, "anche per la rapidita' delle banche italiane'', a ogni ritocco del costo del denaro. Meno male che siamo agganciati all'Euro, altrimenti nessuno potrebbe salvarci dal fare la fine degli argentini.
Margherita mi racconta che lei ha un titolo di studio che le permetterebbe di insegnare alle scuole elementari, ma non puo' permettersi di presentare domanda di insegnamento perche' le scuole pagano con un mese di ritardo e lei non puo' permettersi di restare un mese senza guadagnare, perche' quello che ricava dalla vendita del giornale e' appena sufficiente per la sua sopravvivenza. E allora faccio una delle mie solite cazzate, esco dai panni del giornalista e interferisco nella vita di chi mi racconta le sue storie violando quel fermo distacco che dovrebbe far parte del bagaglio di ogni uomo col taccuino, faccio assieme a Margherita due conti per capire quanto cacchio guadagna in un mese vendendo i giornali di strada, e dopo aver scoperto che si tratta di una somma per me non eccessiva, quasi irrisoria, mi fiondo al primo bancomat per regalarle la possibilita' di diventare insegnante dimenticandosi per un mese delle necessita' materiali. Non so se mi ha fregato il sentimentalismo, l'educazione cattocomunista ricevuta in gioventu', il fatto che anche mia madre ha fatto l'insegnante elementare, fatto sta che ho approfittato di un occasione per cambiare drasticamente in meglio la vita di una persona, un'opportunita' molto piu' concreta di mille donazioni all'Unicef, o a Telethon, o ad altri organismi dove la maggior parte dei tuoi soldi si ferma ben prima di raggiungere i diretti interessati.
Nella vita ci vuole anche culo, ed e' cosi' che leggendo a scrocco un giornale che un tizio stava sfogliando in aeroporto a Santo Domingo abbiamo scoperto che casualmente ci saremmo trovati a Buenos Aires durante i campionati mondiali di Tango, ovviamente a ingresso libero. Prima di andarci abbiamo fatto una capatina al Caffe' Tortoni, il piu' famoso bar-ristorante dove si fanno spettacoli di tango in due sale differenti, e quindi un po' ci eravamo preparati, ma cio' nonostante vedere quei ballerini unire l'energia dei movimenti, l'espressione del volto e la grazie del ballo e' stato qualcosa di affascinante anche per uno come me che non si e' mai interessato particolarmente alla danza.
Sempre per la botta di culo di cui sopra, avevamo deciso di andare a vedere una delle semifinali per non trovare tanta ressa, e ci siamo trovati a pochi metri dai campioni del mondo di Tango che hanno fatto una esibizione a sorpresa proprio quella serata. Lei era una tizia tipo Penelope Cruz che prima di entrare dietro le quinte si e' fatta un bel tramezzino al formaggio al tavolo davanti al nostro, mentre anche noi mettevamo qualcosa nello stomaco con Annalisa che mi diceva con occhio clinico "quella dev'essere una ballerina".
Tutte le volte che vedo i loro spettacoli scaricati da Internet mi piego in due dalle risate con un grande dispiacere per chi non parla spagnolo e si perde la loro arte. Uno di questi filmati l'avevo fatto vedere ad Annalisa, che dopo essersi divertita tanto ha appoggiato caldamente la mia proposta di andare a Buenos Aires per festeggiare il quarantennale del gruppo. Siamo andati anche a vedere la mostra organizzata per il quarantennale, dove c'erano le copertine dei vecchi dischi e gli "strumenti informali" costruiti dai membri del gruppo, tra cui il piu' vistoso era un liuto ricavato da un copritazza del cesso, che faceva bella mostra di se accanto al violoncello costruito attorno ad una latta di vernice e altre geniali creazioni dei "Maestri". Abbiamo assistito anche ad un dibattito pubblico riuscendo a farci firmare il catalogo della mostra da tre dei cinque membri del gruppo. Insomma, la missione teatrale e' stata portata a termine nel migliore dei modi.
Poi, sempre su suggerimento di Michel, ci siamo avventurati fino a Ciudad del Este, entrando prima in Brasile e poi in Paraguay. Tre frontiere, un solo grande viavai di persone e merci, uno scenario di decadenza postmoderna che potrebbe ospitare Matrix 4 o il sequel di Blade Runner: benvenuti a Ciudad del Este, avamposto del Paraguay che si affaccia su Argentina e Brasile, cuore pulsante della zona delle "tre frontiere", un enorme suq latinoamericano dove interi quartieri sono dedicati allo smercio di ogni genere di tecnologie. Luogo fortemente sconsigliato ai funzionari SIAE deboli di cuore, che rischiano l'infarto a ogni angolo di strada davanti alle centinaia di venditori ambulanti che cercano di venderti ogni genere di CD e DVD pirata che la mente umana possa concepire.
In questo cuore pulsante del "commercio elettronico", inteso come smercio di tecnogadgets, puo' capitarti di incontrare un giapponese identico al bioingegnere di Blade Runner che fabbricava occhi: vuole verificare se per caso hai bisogno di un impianto di videosorveglianza molto discreto ed economico. Tra finti Ipod e carrelli pieni di PC venduti un tanto al chilo, ti viene il sospetto che i nostri negozietti europei siano solamente la periferia di un vorticoso mercato che vede l'utente sempre piu' incapace di decidere da solo che cosa gli conviene comprare e qual'e' il prezzo migliore.
Come in un capitolo della saga fantozziana, dopo lunghe contrattazioni e rocamboleschi cambi valuta riesco a limitare i danni degli acquisti compulsivi fuggendo da un castello digitale di otto piani dopo aver comprato tre pacchetti di pile ricaricabili, due schede di memoria, una radiosveglia da comodino e una macchina fotografica un po' migliore di quella che ho gia'. Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se li' dentro ci fosse capitata mia zia.
Il passaggio della frontiera tra Paraguay e Brasile mi conferma che non sono tagliato per il mestiere di contrabbandiere: il mio zaino e' uno tra i pochi ad essere perquisiti e non capisco se il doganiere mi lascia passare per compassione, perche' qui vogliono tutti bene agli italiani o perche' i miei acquisti rientrano nella modica quantita' di droga tecnologica esportabile dal paese. Tornati a Buenos Aires il mal di pancia di Annalisa ci ha impedito di partecipare alla riunione del giovedi' pomeriggio delle madri di Plaza de Mayo, ma la cosa non mi e' dispiaciuta piu' di tanto perche' non aspettavo altro che una buona scusa per ritornare in Argentina.
Chiunque abbia rovinato un posto cosi' deve rispondere di crimini contro l'umanita', e non parlo solo dei vecchi dittatori, ma anche di quelli che hanno portato il paese al collasso consegnandolo alle politiche del Fondo Monetario Internazionale. A proposito di welfare, ci e' capitato di dover andare al pronto soccorso per il mal di pancia di cui sopra, e gia' immaginavo che avremmo dovuto sborsare fior di quattrini, mentre li' il servizio sanitario e' gratuito anche per i turisti stranieri. Meno male che non ci siamo sentiti male a Miami, senno' sai che salasso... Ho pensato seriamente di trasferirmi a Bs. As. (loro la scrivono cosi'): basterebbe trovare un lavoro online per guadagnare il giusto in euro, aggiungerci un po' di lezioni e altri lavoretti sul posto e si potrebbe tranquillamente sbarcare il lunario. Ma al momento abbiamo altri progetti. A proposito: se qualcuno ha notizie di case in vendita a Roma o Bologna a prezzi modici si faccia vivo.
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