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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

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Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

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La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Lezioni di scherma, duelli all'ultimo sangue, ingiustizie e soprusi nella Parigi del XVIII secolo. Dal Giappone la storia dei “ragazzi della Senna” alle soglie della Rivoluzione francese.

IL TULIPANO NERO VS LA SOPRAFFAZIONE: QUANDO LA DIFESA DEI DEBOLI DIVENTA NOBILTA'

La giovane fioraia Simone perde i suoi genitori adottivi e scopre di appartenere ad un nobile casato. Grazie al conte De vaudrel impara ad utilizzare la spada e diventa così la Stella della Senna, paladina degli indifesi.Alla fine un'amara scoperta: la tanto odiata regina Maria Antonietta è in realtà sua sorella. Ma la Stella della Senna non potrà mutare il corso della storia...
13 ottobre 2009 - ROBERTO TRAETTA

“Il tulipano nero” è un cartone animato creato in Giappone nel 1975 col titolo originale “La Seine no hoshi”. La serie, composta da 39 episodi, narra le vicende della giovane Simone Lorene nella Parigi del XVIII secolo. Figlia illegittima dell'imperatore Federico I d'Austria, Simone viene affidata in fasce ai fiorai Lorene. Ad un tratto avviene l' uccisione contemporanea dei due coniugi, vittime di un sopruso di alcuni nobili. In punto di morte i genitori le confessano la verità sulle sue origini nobili e da quel momento Simone sarà impegnata in una ricerca per conoscere il suo passato. Intanto rimasta orfana viene adottata da un benefattore, il conte De Vaudrel, il quale decide di farla studiare in convento per prepararla ai costumi aristocratici e per agevolare il suo ingresso nel nobile casato a cui appartiene. Simone diviene quindi la sorella dell'unigenito Robert, che veste i panni del Tulipano nero, l'eroe mascherato difensore degli oppressi. Anche Simone viene iniziata alla scherma per diventare ben presto la Stella della senna, l'eroina in costume che affiancherà il Tulipano nero nella lotta contro le ingiustizie sociali alle soglie della Rivoluzione francese. La fanciulla dimostra una eccezionale destrezza con la spada e un'agilità felina; studia e si allena, e la notte si traveste per difendere i deboli dalle angherie di uomini corrotti. Ad un certo punto Simone scopre la verità sulla sua identità: in realtà è la sorella minore dell'odiata regina Maria Antonietta. Adesso le tocca salvare proprio colei che riteneva unica responsabile delle sofferenze popolari. Simone inizia così la sua corsa per salvarla dalla ghigliottina, ma purtroppo non potrà modificare il corso della storia: riuscirà solo a mantenere la promessa di adottare i due nipotini, figli dei regnanti (nella realtà sono morti di stenti nelle prigioni).
Il “Tulipano nero” è stato ideato per dare vita ad un “anime” che sfruttasse l'interesse per i moti rivoluzionari francesi. In Italia è stato programmato nel palinsesto televisivo di Italia 1 nel 1984, ma nella cronologia degli eventi tv è stato battuto sul tempo da “Lady Oscar”, un cartone ambientato nello stesso periodo storico, trasmesso due anni prima.
In Giappone il “Tulipano nero” è uscito nel 1975 come serie anticipatrice della più attesa Lady Oscar televisivamente creata nel '79, ma in realtà nata come fumetto (o manga) nel 1972. In Italia invece Simone Lorene è arrivata sui teleschermi inseguendo il successo di madamigella Oscar. Ci troviamo di fronte ad una cronologia disordinata per ragioni commerciali, un po' come è avvenuto per la saga dei Mazinga.
Pur avendo entrambe sullo sfondo il tumultuoso evento della Rivoluzione, le due serie animate seguono sviluppi narrativi differenti: con Lady Oscar si segue l'evento storico dal punto di vista aristocratico e si vivono le vicende di corte molto da vicino. I personaggi della serie sono coinvolti in intrighi e complotti che svelano una realtà torbida e complessa. Nel Tulipano Nero si osservano le vicende dal “basso”, cioè dalla prospettiva del popolo, contrapposto all'aristocrazia che ruota attorno a Versailles. Sin dai primi episodi infatti si è proiettati nel mondo contadino di una Parigi che soffre e si lamenta già dal primo episodio.
Anche nel disegno e nell'animazione ci sono differenze. In “Lady Oscar” il tratto è dettagliato, spigoloso e più moderno rispetto alla grafica rudimentale dei cartoni anni 70. Nel “Tulipano nero” invece l'animazione è meno elaborata e più arrotondata rispetto alla consorella Oscar.
Anche l'ambientazione riporta dissomiglianze: in “Lady Oscar” il copione è piuttosto drammatico e cupo, nel complesso poco adatto ad un pubblico di giovanissimi; mentre il “Tulipano nero” è sorreto da una sceneggiatura più ordinaria e a tratti fiabesca per la presenza di due eroi mascherati e invincibili.
Un elemento che accomuna le due serie animate è la doppiatrice Cinzia De Carolis, che presta la sua voce ad entrambe le eroine, Simone e Oscar.
Come per ogni cartone a forte impatto emotivo, il merchandising si è sbizzarrito. Trattandosi di personaggi mascherati, il mercato si è orientato verso la commercializzazione dei costumi di carnevale. A metà anni '80 i bambini cominciano a farsi prendere dalla tulipanoneromania: durante le feste in maschera le femminucce indossano il costume della Stella della senna, mentre i maschietti, snobbando una volta tanto Zorro, si infilano volentieri nei panni del Tulipano nero.
Altra chicca del merchandising è il bellissimo album di figurine Panini che oggi è molto ambito dai collezionisti; nelle aste di ebay raggiunge sempre offerte molto generose.
Un cartone è più ricco e memorabile se ad introdurlo c'è una sigla con i fiocchi: “I ragazzi della Senna” cantata da Cristina D'avena era quel che ci voleva per una serie come questa. A proposito della sigla, c'è da svelare una curiosità che riguarda il testo. La prima versione è stata incisa con una inesattezza storica perché recita: “il 4 luglio si arrende il bastione, il 4 luglio c'è la rivoluzione”. In realtà il 4 luglio è la data della Dichiarazione di indipendenza negli Usa, mentre il 14 luglio è una data importante per i francesi per la presa della Bastiglia avvenuta nel 1789. Per le successive pubblicazioni, il testo risulta corretto.
Per la cronaca, il canale satellitare Deakids sta riproponendo la serie, mentre in Mediaset le repliche del cartone mancano da parecchi anni. Tuttavia la serie è ancora nel cuore di tanti nostalgici che hanno addirittura fondato un gruppo su facebook. Ma forse c'è qualcosa che gli appassionati proprio non hanno mandato giù: aver affidato il titolo della serie al Tulipano nero, misterioso personaggio che nel corso della serie appare in pochi episodi. Non si conoscono i motivi di questa scelta: forse l'eccessiva superficialità degli adattatori italiani di serie tv, oppure si è voluto sfruttare la fama di questo eroe che era già conosciuto in Italia grazie ad una vasta cinematografia. Tuttavia, quello del titolo è l'unico stravolgimento, perché nel passaggio dal Giappone all'Italia la serie è rimasta intatta. Se consideriamo che le forbici della censura italiana non hanno mai risparmiato nessun cartone, possiamo da dire che “Il tulipano nero” è stato proprio fortunato.

 

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