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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Videoproduzioni dal basso

"Teleimmagini" contro la TAV

Dal sottobosco delle Tv di strada nasce un documentario che mette a nudo le vergogne dell'alta velocita', talmente ben fatto da scomodare gli avvocati di Trenitalia
29 aprile 2009 - Carlo Gubitosa

Vignetta di Mauro Biani

C'e' chi da' per morto il movimento delle cosiddette "Tv di quartiere" che tanto ha fatto parlare di se' nell'ormai lontano 2002, ma guardando meglio si e' solo spostato altrove: piu' locale, legato ai problemi del territorio, e piu' globale, con un pubblico che cresce e si allarga grazie alla rete; un movimento disinteressato alla competizione dell'audience con i grandi network nazionali, e piu' propenso a trasformare i video in uno strumento di azione diretta anziche' usarli come semplice fabbrica di consenso.

E' il caso di "Teleimmagini" (www.teleimmagini.it), un collettivo bolognese che ha realizzato il documentario "Fratelli di TAV", un racconto che segue i binari del treno ad alta velocita' raccontando le vite e le storie invisibili di chi subisce gli effetti collaterali di quella che gli autori definiscono "la più grande opera all'italiana", e che uno degli intervistati ha descritto come "la piu' gigantesca truffa che sia mai stata organizzata ai danni del popolo italiano".

Un video che si sta facendo strada lentamente fuori dai circuiti commerciali, e come tutte le produzioni dal basso crescera' grazie alle presentazioni pubbliche, al passaparola e alla vendita online. Viene da pensare che si tratta della solita voce nel deserto destinata a rimanere nella nicchia dei gia' informati, se non fosse che questo video e' gia' entrato nel mirino degli avvocati di Trenitalia ancora prima che fosse messo in vendita su internet.

Gli avvocati sostengono che il documentario contiene dei dati inesatti, e che l'alta velocita' costera' "appena" 43 miliardi di euro, e non 87 come e' stato riportato nel trailer del video. A dire il vero gli autori hanno effettivamente ammesso un errore di stima, ma per difetto: "abbiamo chiuso il nostro lavoro nel febbraio 2008 e da allora le stime dei costi sono addirittura diventate più pesanti. Con questo lavoro abbiamo cercato di creare consapevolezza sullo sfruttamento del lavoro e dell'ambiente, e di dare il nostro contributo su un tema importante ed attuale come quello delle grandi opere".

Nel frattempo i protagonisti di questa videoinchiesta hanno descritto in una conferenza stampa i "risvolti dissuasivi" e gli scopi "di fatto intimidatori" dell'azione legale avviata dalla Spa "Ferrovie dello Stato". Le analisi sui costi della Tav realizzate dall'ingegnere Ivan Cicconi, gia' docente a contratto al Politecnico di Torino e alla Prima Università di Roma, sono diventate un tabu': chi le menziona si ritrova in tribunale.

I dati contestati erano gia' stati pubblicati nel 2006 all'interno del volume "Travolti dall'Alta Voracita'" edito da Odradek, ma solo dopo essere apparsi in video sono stati contestati dai signori della Tav. Il potere delle immagini fa piu' paura dei libri? Le ricerche indipendenti oltraggiano i dati ufficiali? "Il confronto fra cifre diverse - spiegano gli autori - si basa sulla critica del metodo con cui i numeri sono stati ottenuti, e non sulla soppressione di quelli sgraditi. Senza la libertà di dare i propri, di numeri, non esiste libertà di dibattito tecnico.".

E allora chi ha ragione, Trenitalia o l'ingegner Cicconi? L'unico modo per scoprirlo e' smettere di usare il denaro pubblico per pagare avvocati che producono chiacchiere e minacce e spenderlo per pagare revisori dei conti, organismi di analisi dei bilanci e controllori super partes che possano produrre dati chiari, trasparenti, verificabili e pubblici su questo pozzo senza fondo di soldi dei contribuenti chiamato Alta Velocita'.

Info: http://fratelliditav.noblogs.org/

 

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