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Gubi visto da Flaviano

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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Riviste su misura

La finta liberta' nei supermercati online dell'informazione

Si chiama "Mine" ed e' la risposta del "Time magazine" alla crisi editoriale. Una rivista "fai da te" dove puoi scegliere cio' che ti pare. Ma il menu' e' quello di sempre.
7 aprile 2009 - Carlo Gubitosa

Vignetta di Mauro Biani e Carlo Gubitosa

Quando posso evito i grandi supermercati: i prodotti sono tutti uguali e hanno lo stesso sapore. Molto meglio un bel panino con la mozzarella confezionato al momento in una piccola drogheria. Per l'informazione funziona piu' o meno allo stesso modo. Nei grandi "supermercati della cultura" i prodotti sono tutti omologati, e allora mi rifugio nelle librerie di quartiere, nelle piccole riviste autoprodotte, nei siti web di informazione alternativa.

Ma oggi c'e' chi prova a rifilarci un collage personalizzato di media commerciali basato unicamente su ricavi pubblicitari, spacciandolo al grande pubblico come il trionfo della liberta' di scelta.

Il prodotto si chiama "Mine", ed e' un servizio di contenuti on-demand offerto dalla "Time Warner Inc", grazie al quale ogni utente puo' costruire una rivista personalizzata scegliendo in un paniere prestabilito di contenuti.

I primi 30mila iscritti riceveranno gratuitamente (ma solo negli Usa) la versione cartacea di questa rivista quindicinale da 32 pagine + 4 di pubblicita', mentre la versione elettronica sara' inviata nella caselle email dei primi 200mila abbonati al servizio, che verra' erogato in via sperimentale solo per 10 settimane e 5 numeri. A sorpresa, tra i gli utenti della prima ora troviamo anche dei feroci avversari del sistema mediatico, che considerano la conquista di una copia cartacea di Mine come "un interessante oggetto di collezione in previsione della morte lenta e dolorosa delle riviste", cosi' come si legge in un articolo apparso sui blog di "Usa Today".

Il sito di "Mine" Quando ho letto l'annuncio di questo prodotto pensavo a funzionalita' molto sofisticate, come la possibilita' di costruire informazione personalizzata scegliendo una rubrica di una rivista, gli editoriali di un'altra, i servizi meteo di un terzo giornale o tutti gli articoli pubblicati da un giornalista che consideriamo valido, indipendentemente dalla testata su cui sono stati pubblicati. In realta' la "personalizzazione" consiste nel fare click su cinque copertine tra le otto presentate nella pagina di registrazione. Lo spettro infinito dei gusti e delle possibilita' del lettore si esaurisce nelle possibilita' offerte dalla scelta di cinque elementi in un gruppo di otto.

La scelta dei mattoncini con cui costruire la rivista ibrida personalizzata e' limitata a sole otto testate "mainstream", di cui solo due relative all'informazione: Money e il prestigioso "Time". Il resto e' fuffa patinata di cui sono gia' piene le edicole: Sports Illustrated, Food & Wine, Real Simple, In Style, Golf, Travel+Leisure. L'unico vantaggio e' che tutto arriva gratis, ma a ben vedere e' come ricevere gratis del latte andato a male, una informazione inacidita dalla pubblicita' e avariata dalla sua obsolescenza, dove la partecipazione del lettore si limita alla ricezione passiva di messaggi.

Lo sponsor dell'iniziativa, il produttore di autovetture Lexus, permette di personalizzare il veicolo cosi' come fai con la rivista, e i maligni potrebbero pensare che questo innovativo prodotto multimediale non sia altro che una sofisticata strategia di marketing studiata da chi non sa piu' come piazzare in un mercato saturo altre tonnellate di acciaio su strade perennemente intasate .

Il tutto condito con qualche spruzzata di notizie e foto di agenzia: nessuna traccia di quella informazione "cane da guardia" del potere e orientata al cambiamento sociale di cui si parla tanto bene nelle universita' e nei dibattiti, ma che poi all'atto pratico non fa quadrare i conti.

L'abbonamento si paga con merce che oggi vale piu' dell'oro: dati personali, profilazione di gusti e abitudini, trasformazione del lettore in un bersaglio mobile per la pubblicita' online, piu' invasiva e fastidiosa di quella tradizionale se non si conoscono le contromisure necessarie a fermarla. Ti piace di piu' la pizza o il sushi? Ti piace cantare in auto? Vuoi ricevere comunicazioni dalla Lexus?

Come forma di sabotaggio verso la societa' del controllo totale, mi sono iscritto al servizio con un nome falso, una data di nascita cliccata casualmente e una email di servizio che uso appositamente come bersaglio pubblicitario per tutte le mie iscrizioni online.

Non vedo l'ora di ricevere nella mia casella di posta elettronica questo prodotto talmente innovativo da essere gia' vecchio ancora prima di uscire. Ne faro' una recensione onesta e spassionata.

 

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