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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

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Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Cartone cult anni 80.

Arriva Bem, nemico del mal...

Quando il genere horror irrompe anche nel mondo dell'infanzia.
30 marzo 2009 - Roberto Traetta

“Bem, il mostro umano” è il titolo del primo cartone horror ad essere realizzato. La serie animata, scritta dal nipponico Morikawa e creata dalla Daichi Doga nel 1968, è composta di 26 episodi. La prima apparizione sui nostri teleschermi risale al gennaio del 1982 su Rete4.
Il plot narrativo è abbastanza semplice: durante il loro peregrinare, Bem, Bera e Bero, i protagonisti della serie, vengono coinvolti in una situazione drammatica di sopraffazione nei confronti degli uomini, per mano di esseri malefici. I tre metteranno in grave pericolo la loro vita pur di far trionfare il bene. Una volta risolto il caso, i tre riprenderanno il loro cammino.
Bem, Bera e Bero si presentano come un nucleo familiare dall'aspetto umanoide. Secondo il loro desiderio però si trasformano in esseri terrificanti dotati di una forza erculea che gli consente di sconfiggere chiunque intralci il corso della giustizia.
Bem è il classico eroe dall'aspetto mostruoso ma dall'animo puro, sempre pronto a difendere i più deboli. Oltre ad essere saggio e riflessivo, Bem ha un atteggiamento paterno all'interno del gruppo.
I suoi occhi non hanno pupille, indossa pantaloni grigi e giacca scura, e in testa porta un cappello. Non si separa mai dal suo bastone che diventa un'arma di difesa.
Bera è la donna del terzetto. Nei suoi tratti si possono rintracciare i cliché della rappresentazione vampiresca: è pallida in volto, dalle labbra fuoriescono canini aguzzi e indossa un mantello. Al polso ha un bracciale che all'occorrenza diventa una frusta.
Infine c'è Bero, il più piccolo del gruppo. Come tutti i bambini che incontra nel corso della vicenda (e con cui fa amicizia), è curioso, generoso e buono. Con i capelli blu e un abito strano di colore rosso, Bero sarà il protagonista della maggior parte delle puntate. Le caratteristiche che accomunano i personaggi sono le orecchie a punta e le mani a tre dita.
“Bem, il mostro umano” è un horror dal sapore lovecraftiano capace di proiettare lo spettatore in un'atmosfera cupa e lugubre. Il cartone è ricco di immagini truculente al limite dello splatter. In ogni episodio si accavallano corvi, pipistrelli, combattimenti al chiaro di luna, urla strazianti, teschi e ossa umane, apparizioni spaventose e lamenti agghiaccianti. I luoghi in cui maturano le vicende sono ambienti tradizionalmente spettrali come cimiteri, case infestate, musei inquietanti, chiese sconsacrate e pozzi maledetti. A rendere ancora più angoscioso il cartone è la colonna sonora affidata prevalentemente al jazz, che amplifica il clima di tristezza e di paura in ogni puntata. Anche i titoli degli episodi non promettono nulla di buono. Eccone alcuni tra i più raccapriccianti: La cacciatrice di occhi, “Il villaggio dei dannati”, La grotta dei senz'anima”. Titoli che spaventavano e incuriosivano al tempo stesso.
Se lo svolgimento della trama è apparentemente semplice, non può dirsi lo stesso del contenuto. Il cartone infatti ha in sé molti elementi che lo rendono unico. L'autore, attraverso una storia di fantasia, ci parla del tema dell'emarginazione. I tre protagonisti desiderano diventare esseri umani, ma vengono rifiutati dagli uomini che vedono in loro solo il diverso, quindi il mostruoso. Il cartone non è altro che la metafora della condizione dei diversi nella nostra società, una società che è capace di giudicare solo con gli occhi. Il male in realtà abita nell'uomo che, accecato dal razzismo, può essere più spregevole dei vampiri, delle streghe, degli spettri e dei demoni che Bem combatte puntata per puntata. Il più terribile dei mostri sarà proprio l'uomo.
C'è da dire che la caratterizzazione dei personaggi è molto curata: dalla prima all'ultima puntata, si assiste alla loro maturazione psicologica. Soprattutto in Bera è evidente questo cambiamento; se inizialmente è ferma nel rifiuto degli esseri umani per la loro natura egoista e per l'ingratitudine che dimostrano, con l'evolversi dela storia il suo carattere intransigente si ammorbidirà sempre più.
Tutte le puntate sono introdotte da una sigla: a cantarla è il già noto Nico Fidenco che, con la sua voce profonda, riesce ad enfatizzare un testo di per sé crudo e violento. Ecco una strofa:”Arriva Bem nemico del mal /che in bocca tien mille pugnal Solo tre dita / due occhi di ghiaccio, sessanta vipere sopra ogni braccio / dell'assassino lui fa un macello / lo pesta a sangue con un randello...”
Negli anni 2000 sono stati commercializzati DVD della prima serie, ma con una nuova titolazione; e con un nuovo doppiaggio che migliaia di fan non hanno apprezzato fino in fondo. Non si può dimenticare infatti la forza interpretativa della “prima“ voce di Bera, un timbro forte e spiegato che connota bene il personaggio, dandogli spessore e credibilità. Come rimarranno uniche e inimitabili la voce cupa di Bem e quella nasale di Bero.
Di recente oltre ad essere stato realizzato un remake della serie originale, la Dynamic ha stampato in DVD due episodi pilota di una nuovissima serie: “L'olmo che chiama il sangue” e “Il mostro della città innevata” che sfoggiano un character design moderno e ambientazioni meno malinconiche rispetto all'originale. Anche se datata e spigolosa nella grafica, quella del 68 rimane la mia preferita: piena di fascino e ricca di atmosfera. Che paura però...

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