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Gubi visto da Flaviano

Benvenuti!

Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Ricorrenze

La giornata del promemoria

Ricordare il passato per capire il presente e immaginare il futuro
27 gennaio 2009 - Carlo Gubitosa

Musicisti Rom - disegno di Mauro Biani

Una rincorsa per tuffarci nel passato: la memoria della Shoah. Un trampolino di orrore su cui rimbalzare verso un futuro piu' giusto: lo sterminio di sei milioni di esseri umani catalogati come ebrei, omosessuali, rom o disabili. E alla fine ritrovarci con piu' consapevolezza per il nostro presente, e fermarci a riavvolgere il gomitolo dell'assurdo per trovare impigliati nei fili i due milioni di vite spezzate in Vietnam, l'Olocausto africano chiamato colonialismo, lo sterminio dei pellirossa, dei taino e degli schiavi afroamericani, la persecuzione dei palestinesi, dei curdi, dei saharawi, dei vietnamiti, degli iracheni, degli afghani, dei ceceni, e di tutti gli esseri umani che sono vittime, merci, nemici o bersagli solo perche' fanno parte di un popolo e si trovano dalla parte sbagliata. Questa giornata e' un promemoria per ciascuno di noi, un bigliettino attaccato alla porta di casa: scendi a scoprire chi muore qui, ora e oggi, nei ghetti dei nostri quartieri ripuliti dove la vita dei migranti si spezza sempre senza fare troppo rumore. Proprio come a Varsavia. "Sappiamo - scriveva George Steiner - che un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera, può suonare Bach e Schubert, e poi, il mattino dopo, recarsi come niente fosse al proprio lavoro ad Auschwitz". Forse fare memoria e' proprio reagire alla logica del "come se niente fosse", e decidere che per smettere di chiudere gli occhi non c'e' bisogno di un'altra Auschwitz: forse basta anche un CPT.

Note: Link - Associazione per i popoli minacciati: http://www.gfbv.it/
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