Satira: muore nei quotidiani, rinasce sul web
Oggi la nuova vittima delle leggi di mercato e' "Emme", inserto satirico dell'"Unita'" guidato da Sergio Staino assieme a un gruppo di talenti vecchi e nuovi, tra cui Mauro Biani, la vecchia volpe Vincino che fa la spola tra il Foglio e il quotidiano del PD, e il sicilianissimo Giuliano Cangiano, che sul suo sito kanjano.org ha pubblicato la lettera di addio di Staino ai suoi collaboratori.
"Per quasi tutti i consigli d’amministrazione - scrive Staino - sembra che la riduzione dei costi sia il problema assolutamente prioritario e molti quotidiani, assai più agguerriti e forti della nostra Unità, stanno tagliando supplementi, decurtando pagine, collaboratori e stipendi di collaboratori".
Chissa' come mai tra i tagli non sono mai menzionati gli stipendi dei direttori e dei vertici del giornale, o la riduzione delle pagine sportive, o un utilizzo piu' assennato dei contributi pubblici, come se anche nel quotidiano fondato da Gramsci la legge del padronato, del pallone e degli sprechi sia ormai diventata la natura immutabile delle cose, e che l'unica vittima sacrificale debba essere il contropotere satirico.
Il dato curioso e' che entrambe queste iniziative sono state chiuse a poco piu' di un anno dal loro lancio, quando erano in fase di decollo, aggiungevano una buona fetta di pubblico giovanile ai lettori del quotidiano e avevano sicure prospettive di crescita.
Ma allora il problema sono i soldi che non ci sono o la satira che non ha diritto di cittadinanza culturale nell'era bipartisan del "politically correct"? Prima bandita dal video, ora dalle edicole: per fortuna ci resta il web, dove i naufraghi di queste due ammiraglie della satira si organizzano per provare a inventarsi qualcosa di nuovo.
Per affacciarsi su questo laboratorio di autori in tumulto basta bussare su nuovasatira@gmail.com e richiedere l'iscrizione al "dibattito permanente" sul destino della satira illustrata. All'orizzonte si intravedono gia' progetti molto interessanti.
In tutto questo tumulto io assaporo una piccola rivincita: tanti amici mi dicono che sono pazzo a sognare una editoria pura e senza pubblicita', che comunque ci vuole alle spalle un grande editore, grandi finanziamenti, grandi inserzionisti e grandi contratti pubblicitari, e che la forza delle idee da sola non e' sufficiente a far quadrare i bilanci di una rivista.
Secondo Cardinali, intervistato a gennaio dalla rivista "Mucchio Selvaggio", la pubblicita' "ti tarpa le ali e ti tappa la bocca. Poi è anche una questione ideologica: io ci credo nell’indipendenza anche dalle servitù finanziarie”.
E in questa stagione di tagli e chiusure che si abbattono sulla satira di partito, i numeri gli danno ragione: scegliendo di puntare sulla qualita' della produzione e sul patto di fedelta' con i lettori anziche' sul doping pubblicitario, Mario Cardinali si fa beffe della crisi editoriale e continua a proporre in edicola un prodotto intramontabile e genuino come il pecorino di fossa della sua terra.
Commenti
Inserisci il tuo commento