Quando si rompe il muro del silenzio
Gia' a Bologna nel maggio scorso qualcuno aveva ricordato a Sgarbi i suoi trascorsi, e' stavolta il "promemoria" e' arrivato il 28 dicembre nella biblioteca comunale di Agrigento, dove Sgarbi partecipava ad un incontro pubblico. Anche questa volta il Vittorio nazionale ha gridato "ladro" a chi lo riprendeva con la telecamera, come aveva gia' fatto a Bologna alludendo ad un presunto "furto di immagine" che puo' nascere solo nella testa di chi ignora che a volte il diritto di cronaca supera il diritto alla privacy, soprattutto quando si tratta di riprese effettuate in luoghi aperti al pubblico e che hanno per oggetto uomini politici, che per scelta e per mestiere sono sottoposti al giudizio e alle valutazioni dei cittadini.
Anche ad Agrigento come a Bologna, Sgarbi ha provato fisicamente a impossessarsi della telecamera che lo riprendeva, e anche ora come allora le immagini sono state salvate dall'"attacco sgarbato" e consegnate alla pubblica visione in rete. Stavolta ci ha pensato anche Blob a divulgare le immagini del ventiduenne Giuseppe Gati' che grida in faccia a Sgarbi "Viva Caselli! Viva il Pool Antimafia!" mentre viene strattonato e allontanato dal tavolo dei relatori, dove Sgarbi inizia a schiumare di rabbia.
I retroscena sfuggiti alla telecamera sono stati descritti dallo stesso Gati' sul suo sito, dove racconta che dopo le riprese "Si avvicina un uomo in borghese, che dice di appartenere alle forze dell’ordine e cerca di perquisirmi perchè vuole la videocamera (che ha portato via la mia amica). Io dico che non puo’ farlo e lui mi minaccia e mi mette le mani addosso. Arriva un altro personaggio, e minaccia di farmela pagare, ma i vigili lo tengono lontano. Dopo vengo preso e portato in una sala appartata della biblioteca, dove la polizia prende i miei documenti e il telefonino. Chiedo di vedere un avvocato (ce n’era addirittura uno in sala che voleva difendermi), per conoscere i miei diritti, ma mi rispondono di no. Mi identificano piu volte e mi perquisiscono. Poi mi intimano di chiamare i miei amici, per farsi consegnare la videocamera, ma io mi rifiuto. Arriva di nuovo il presunto appartenente alle forze dell’ordine in borghese e mi dice sottovoce che lui dirà di esser stato aggredito e minacciato da me. Non mi fanno parlare, non mi posso difendere. Dopo oltre un’ora e mezza mi dicono che non ci sono elementi per essere trattenuto ulteriormente, mi fanno fermare il verbale di perquisizione e mi congedano con una frase che non posso dimenticare: Devi capire che ti sei messo contro Sgarbi, che è stato onorevole e ministro".
Ma Giuseppe e' ancora in rete, dove ha reagito alle intimidazioni scrivendo che "la Sicilia è scomoda, ma viverla è possibile con orgoglio antico e altero", e fa sentire la propria voce assieme a quella di tanti altri ragazzi che fanno rivivere lo spirito di Peppino Impastato e Danilo Dolci dopo aver imparato a diffidare dalle false promesse di successo e benessere della Mafia. Le bastonate prese dai cittadini dell'India guidati da Gandhi hanno rivelato la vera natura della violenza coloniale inglese: e' l'"effetto Dracula" della lotta nonviolenta, che toglie al potere violento la sua maschera pulita e rispettabile, per farlo crollare quando le sue azioni sono portate alla luce del sole. Lo stesso meccanismo liberatorio viene applicato piu' o meno consapevolmente da tutti i cittadini che esercitano il loro diritto a produrre informazioni in rete, rivelando quello che i salotti buoni televisivi non avranno mai il coraggio di mostrare: la "macchietta Sgarbi" sdoganata da Costanzo, che perfino Santoro porta in studio per dare un po' di "pepe" e di colore al suo programma, non e' altro che un rabbioso pregiudicato capace di scagliarsi contro chiunque gli ricordi in pubblico i suoi trascorsi con la giustizia.
Il "buffone!" gridato a Milano da Piero Ricca al cittadino Berlusconi nei corridoi del palazzo di giustizia ha rotto quel muro di silenzio che separava i pensieri privati dei cittadini onesti dagli onori pubblici ricevuti dai cittadini che hanno problemi con la Giustizia. Una nuova generazione di contestatori preferisce l'incontro diretto con il malgoverno davanti alle telecamere allo scontro diretto con le forze di polizia davanti ai blindati. Non lasciamoli soli, e aggiungiamo la nostra voce al sonoro delle riprese tutte le volte che qualcuno provera' a intimidirli, minacciarli o arrestarli solo per aver esercitato il loro diritto alla libera espressione gridando ad alta voce quello che molti di noi si limitano a pensare in silenzio. Info: www.lamiaterraladifendo.it
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