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Gubi visto da Flaviano

Benvenuti!

Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Il difficile rapporto tra la sinistra e il tubo catodico

La tv si riscopre rossa

Dopo aver assistito al PCI che gettava al vento i gioielli di famiglia televisivi, ora Massimo D'Alema prova a ritagliarsi uno spazio sul satellite. Ma l'era delle tv libere e' finita da un pezzo, e come al solito la sinistra intercetta con una generazione di ritardo le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti nella comunicazione sociale.
12 novembre 2008 - Carlo Gubitosa

Premessa storica: c'e' stato un tempo, nel nostro paese, in cui il Partito Comunista Italiano disponeva per la sua azione politica e culturale di una rete variegata di radio, televisioni e organi di informazione locali, tutti svenduti in seguito, e senza nessun dibattito politico interno, per battere cassa proprio mentre un tale Silvio stava mettendo insieme quella rete di emittenti locali che sarebbe diventata un network nazionale. Era il periodo in cui circolavano ancora libri come "Il calcolatore del capitale", e si teorizzava che i computer erano uno strumento dei padroni che la classe operaia doveva rifiutare e che le televisioni erano roba per il popolino ignorante che non sapeva leggere i libri. Un partito serio non doveva essere troppo "multimediale", ma limitarsi a produrre analisi serie e rigorose in volumi misurabili a chili e non a pagine, comprati da qualche migliaio di persone, letti da qualche centinaio, capiti da qualche decina e discussi da quei quattro gatti che facevano le tavole rotonde alle feste dell'Unita' mentre gli altri assaporavano il gusto proletario della salamella a prezzi popolari. Alla luce di tutti questi trascorsi, e della dimenticata rottamazione forzata delle televisioni rosse, fa sorridere la notizia di D'Alema che fonda una "Red Tv" occupando il canale 890 del satellite e lasciando agli elettori del PD il compito di scegliere tra questo segnale e quello della Youdem veltroniana, insediata sul canale 813. Con trent'anni di ritardo, i rampolli del PCI diventati "Democratici" in eta' adulta, hanno scoperto la trasmissione televisiva come strumento politico. Chissa' se tra trent'anni si renderanno conto che oggi l'era delle trasmissioni ha ceduto il passo all'era della comunicazione, e che i partiti orientati a raccogliere audience sono destinati a estinguersi come i dinosauri per cedere il passo a partiti capaci di sostituire il fund-raising con il people-raising, attivando strumenti di relazione capaci di valorizzare le risorse umane, giovanili, femminili, culturali e sociali di ogni singolo punto di presenza sul territorio. Le vecchie "sezioni", oggi potrebbero diventare "nodi" di una rete sociale, ma mentre aspettiamo questo nuovo salto culturale, meglio se ci mettiamo tutti in poltrona, prendiamo i popcorn e vediamo che c'e' stasera in TV.

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