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Gubi visto da Flaviano

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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Gli Usa visti dal didietro

6 ottobre 2008 - Carlo Gubitosa

Per chi si occupa di media e comunicazione, capitare nel cuore dell'impero a poche settimane dalle elezioni e' un'esperienza davvero interessante, che apre la mente su una verita' fondamentale: gli Stati Uniti raccontano di se stessi molto di piu' di quanto e' concesso fare agli altri paesi. Anche senza immergersi fino ai gomiti nella realta' di questo paese, mezz'ora di zapping da un qualunque motel sulla storica route 66 sono sufficienti a far cambiare prospettiva a qualunque telespettatore italiano nazional-popolare, anche il piu' avvelenato da anni di talk show cotti e mangiati in famiglia da Bruno, Chicco o qualche altro conduclone. Ma facciamo un esempio concreto: una volta mi e' capitato di accennare in televisione al ruolo del petrolio nella guerra in Cecenia per ritrovarmi zittito dopo cinque secondi dal "compagno" Gad Lerner, stizzito dal fatto che avessi sollevato questo argomento nella sua trasmissione. Da allora non ho piu' accettato inviti a talk-show, convinto che l'informazione e' come l'acqua: assume la forma del recipiente che la contiene. Provate a dire a Portapporta che l'azione militare in Iraq e' collegata alla presenza di petrolio in quell'area, e verrete subito bollati come estremisti/pacifisti/comunisti/terroristi o qualche altro "isti" a seconda dell'aria che tira e delle mode del momento. Ma perfino nella terra del fazioso Bill O'Reilly, il cane da guardia della Fox lanciato a mordere i polpacci di Barack Obama, c'e' spazio per qualcosa di diverso, ed e' cosi' che tra una previsione del tempo e l'altra mi ritrovo davanti ad un signore in giacca e cravatta che vende eliche per energia eolica, e si e' pagato di tasca sua una pubblicita' per spiegare ai suoi compatrioti come si puo' fare per "ridurre la dipendenza dal petrolio straniero che condiziona la nostra politica estera". Tutto questo in prima serata, davanti a milioni di persone, senza che nessun senatore, nemmeno tra i falchi piu' accaniti, richiedesse una ispezione dei servizi segreti nell'azienda di questo pericoloso imprenditore sovversivo. Anche le posizioni dei candidati sono espresse molto piu' chiaramente, senza quel cerchiobottismo che cerca di accontentare tutti, ma solo a parole. In un annuncio pubblicitario di Barack Obama, il candidato piu' progressista attualmente sulla piazza fa capire che considera la sanita' pubblica come una scelta estrema e non condivisibile, e che la sua proposta e' quella di aumentare la responsabilita' sociale delle assicurazioni sanitarie. Posizione discutibile, che pero' ha il pregio della chiarezza. Ma qui da noi questo tipo di comunicazione e' impossibile. Ve lo immaginate Veltroni che appoggia pubblicamente con uno spot i finanziamenti alle scuole religiose e alle cliniche private? Meglio fare le cose piu' in sordina, in fin dei conti siamo nel paese di Machiavelli.

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