Veltroni ha troppi amici in rete, Travaglio non ne vuole
Per capire l'approccio alle tecnologie che caratterizza i protagonisti della politica e della cultura basta giocare un po' con Facebook, il sistema per collegare online amici e conoscenti che sull'onda della sua stessa popolarita' si e' trasformato anche in una vetrina per VIP. Ogni utente di Facebook puo' essere contattato da vecchi compagni di scuola che lo scovano all'interno del sistema, e puo' cercare a sua volta amici da aggiungere alla lista. Walter Veltroni sembra molto attivo su Facebook, e quindi lo contatto per vedere cosa succede. La risposta arriva nel giro di poco tempo, firmata Veltroni ma probabilmente realizzata da un "ghost writer" che cura la comunicazione elettronica del leader: "Caro Carlo è una tecnologia bella ma imperfetta... non posso avere più di 5000 amici. puoi sempre iscriverti alla pagina dei sostenitori". Le domande si affollano alla mente: cosa costerebbe a Veltroni pagare dei programmatori per un sistema che gli consenta di avere "piu' amici" e accorciare le distanze tra i cittadini e i loro rappresentanti? C'e' proprio bisogno di inseguire la moda dell'ultimo portale o in Italia abbiamo ancora qualcosa da dire su tecnologia e creativita'? Cosa colmera' la distanza abissale tra le "pagine dei sostenitori" e i fan club virtuali e quella "democrazia elettronica" spesso invocata e mai realizzata dalla sinistra? Marco Travaglio ha scelto un approccio piu' chiaro: niente amici, il suo profilo su Facebook permette solo di iscriversi come fans, scelta condivisa anche da Beppe Grillo. Antonio di Pietro sembra piu' accogliente, e mi aggiunge volentieri alla lista dei suoi amici. E' cosi' che entro nell'olimpo dei cinquemila che possono fregiarsi di questo titolo fino a quando Facebook non decidera' che anche Tonino potra' avere solo dei fans. Ma anche cosi' si rimane a bocca asciutta, con una voglia di partecipazione ben piu' profonda di un click del mouse. L'esperimento dimostra che i gadget elettronici non sono sufficienti a spostare il potere verso il basso, e che c'e' ancora molto da fare per mettere in azione il "potere di tutti", quella omnicrazia che e' stata il sogno nonviolento di Aldo Capitini. Una democrazia elettronica fatta da "fans" e "amici" e' solo il passaggio dai politici "facce di bronzo" ai politici Facebook, e forse meritiamo di meglio.
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